giovedì 22 luglio 2010
Piet Mondrian - Misantropicana (Urtovox, 2010)
Recensione scritta per Indie for Bunnies
Tracklist:
1. Report 1
2. Boogie Woogie
3. Apocalippo
4. Lascia Perdere
5. Ho Votato Lega
6. Un Corpo
7. Credo che per Natura l'Uom Sia Così
8. Una Notte al Casinò
9. Forse Questo E' Amore
10. La Situazione
11. Il Chiacchiericcio da Cortile
12. Humphrey Bogart
13. Dogma
Recensione:
"Sterminare gli anziani fascisti". Una dichiarazione d'intenti che comunque serve abbastanza a capire i contenuti e le inclinazioni più remote del disco. Politicamente schierato, anche se lontano dai cliché della scena punk e ska di parte, risulta un disco abbastanza vicino alla poetica hablada degli Offlaga Disco Pax per quanto riguarda i contenuti dei testi. In realtà i Piet Mondrian, cioè un duo fiorentino già attivo da qualche tempo (nonostante questo sia solo il loro primo full-length), sfornano un disco dall'animo pop ma declinato alla new wave e alla tipica ballad italiana, con la voce maschile a costituire, per timbrica, un ibrido perfetto tra il primo Piero Pelù e Bianconi dei Baustelle (più il secondo in realtà). Quella femminile invece risulta meno caratteristica, una voce più pulita e meno incisiva, però svolge un buonissimo lavoro a fare da contraltare a quella profondità quasi gutturale dell'altro protagonista (soprattutto in "Boogie Woogie"). La già citata new wave è evidente, con il suo gusto minimal e vagamente eighties, in "Report 1", "Apocalippo" e "Credo che Per Natura L'Uom Sia Così", che può ricordare i primi dischi dei Litfiba quando il sound vagamente anni ottanta ancora prevaleva sullo spirito rock. Qualcosa di più pop-italico alla ...A Toys Orchestra (roba seria insomma) pulsa in "Lascia Perdere", quasi una ballad da ninna nanna, in cui manca solo un carillon per completare il suo effetto soporifero. Non è una critica, ammettiamolo. C'è anche un minimo di chitarra acustica a dare un tono cantautorale al tutto; la sentiamo in "Un Corpo" e negli echi ancora pop di "Forse Questo E' Amore".
L'estro della band è abbastanza vagheggiante. Si propaga in tante direzioni, dimostrando la poliedricità di questo duo abbastanza atipico, forse perché proviene da una scena, quella toscana, che ultimamente ha dimostrato di espandersi, o volersi espandere, tantissimo, soprattutto nell'ambito rock. E questo li rende, appunto, originali rispetto al contesto. Tecnicamente niente da dire, manovrano pochi strumenti in maniera abile e completa, coniugando il risultato finale con testi assolutamente intelligenti, mai qualunquisti e sempre personali, che nonostante le vicinanze alle liriche del già citato leader dei corregionali Baustelle si assestano su un livello più alto, anche a livello lessicale.
Un disco consigliato per la potenza comunicativa immensa che l'unione tra musica e parole, in questo Misantropicana, riesce a creare. Ascoltatelo.
Voto: 8
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento