La musica, per così dire, "balcanica" ha preso negli anni diverse strade, contaminandosi più o meno in ordine cronologico con i folklori locali di ex Jugoslavia, Grecia e paesi ispanici, lo ska, il punk, il rockabilly, in ultima battuta anche con la dancehall e la disco, più qualche sporadica trashata da tormentone che pensa anche all'house e all'elettronica commerciale.
La Municipale Balcanica è uno degli ensemble più rappresentativi del genere nel nostro Paese già da quindici anni, e pur avendo scelto un campo chiuso, uguale a sé stesso da sempre, pienamente riconoscibile anche quando tenta in tutti i modi di evolvere, sono sempre stati in grado di dare l'idea di mettersi in discussione, cambiando riferimenti musicali - che sicuramente non sono solo musica balcanica, come invece per molti altri - e sonorità. Con questo Night Ride provano infatti a ribaltare di nuovo il tavolo e a mettersi dalla parte di chi vuole, anche per età anagrafica, comparire tra i capostipiti e tra i nomi fondamentali di questo filone, gettonato - va detto - principalmente come motore di spettacoli dal vivo molto divertenti e coinvolgenti, in qualche modo come il folk irlandese. Ecco che compaiono prepotenti tutte le esperienze formative obbligate per noi italiani, dove la canzone d'autore è elemento ricorrente così come i singoloni da storia del pop che in un karaoke chiunque di noi, anche il più accanito dei metallari, saprebbe cantare anche senza testo (tipo "Si Può Dare di Più", "Mare Mare" o "Il Battito Animale" per intenderci), che sentiamo, rimanendo a parlare della band di "Foua" e "Road to Damascus", in particolar modo in "Ogni Stella", mentre i riferimenti cantautorali itpop più moderni, quasi da Calcutta, li sentiamo più in "Deserto non Deserto". Dove molti pezzi sono per necessità uguali a sé stessi in un loop eterno come da elemento cardine di questo linguaggio, stupiscono invece gli inserimenti da colonna sonora, come quelli che sentiamo nella morriconiana "Polvo y Suenos", con qualche inserto vagamente western, o negli echi di Tarantino, che comunque sono sempre filtrati dall'evidente background rock dei musicisti, e che fanno capolino in maniera impertinente in "Kiss Slow, Kill Fast".
Non posso celare ulteriormente il mio disamore per certi generi più "da sagra", come anche la musica celtica, lo ska e in qualche modo il reggae. Tuttavia, la recensione serve a dire se questo disco, nel suo ambito, trova un senso e una collocazione. Sicuramente "Night Ride" spicca per la versatilità dei suoi autori e interpreti, anche in termini di scelte sonore, per l'esplorazione di codici non antitetici ma tangenti alla stella guida del balkan, che infatti si sposano bene tra di loro, finendo per farmi tollerare nello stesso disco influssi arabi, spagnoli, klezmer, dal Sud Italia e da tantissimi altri posti, con una coerenza davvero degna di nota.
Indubbiamente, per fruire al meglio questo disco occorre sentirlo in un centro sociale, in un festival, in una festa della birra, dove vi auguriamo di passare una bella serata di danze (e alcol) con la Municipale Balcanica.
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