martedì 17 novembre 2009

Expatriate - In The Midst of This (Dew Process, 2009)



Dall'Australia con furore. Mediatico più che altro. Spinti dal basso con esibizioni importanti e l'attenzione delle riviste patinate, si presentano così con delle attese da eguagliare. O da disattendere. In questo caso possiamo parlare di un perfetto equilibrio. Gli Expatriate infatti propongono un indie rock pesantemente influenzato dalla new wave con ritornelli orecchiabili che qualche volta si potrebbero comparare al rock più commerciale del panorama americano (Foo Fighters in primis, vedere l'opener track, l'azzeccatissima Get Out, Give In). La struttura non è mai troppo complessa e sempre molto attaccata allo standard della strofa-ritornello-strofa-ritornello, così come il fan meno esperto vuole sentire. E infatti Crazy, la meno possente Air e la spedita e molto “alternative” Play A Part (il cantato mi ricorda molto Brandon Flowers, direttamente dai The Killers, forse una delle band che più si avvicina al sound di questo Expatriate). Niente sorprese sperimentali o particolari nella tracklist del cd, sound pulito e canzoni radio-friendly dal piglio commerciale, seppur si senta qualche influenza anni '80 che tende a scurire il suono. Ma lo sappiamo, farlo significa cavalcare la moda del new wave revival ormai sempre più pesante da sopportare. Times Like These e The Spaces Between (la seconda con qualche elemento più “placebiano”) scorrono via fluide, con i loro riff molto pop all'insegna del “facile da memorizzare”. Obiettivo raggiunto. Il resto del disco non ha molto di diverso da quanto finora detto.
Tirando le somme “In The Midst of This” è un album modesto, probabilmente con più pretese di quelle che è riuscito a trasformare in risultati, però si piazza tranquillamente sopra la linea del discreto, abbassato nel suo voto finale forse per quell'assenza di originalità (compensata da un hype pazzesca, tra l'altro) che ormai tutte le band di questo genere presentano. E non c'è da stupirsi. Se vi piace sempre guardare al passato senza cercare niente di nuovo (non che sia necessariamente una cosa negativa), gli Expatriate sono un buon rifugio. Lo ripeto, senza pretese. Ma discreti. 

Voto: 6.5 

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