lunedì 9 novembre 2009
Le Vibrazioni - Officine Meccaniche (BMG, 2006)
Il terzo lavoro delle Vibrazioni arriva, nel 2006, come una palese dimostrazione delle qualità tecniche e compositive di una band che nonostante il tempo che passa non ha ancora perso lo smalto che possedeva negli anni del fortunato debutto. E' un lavoro prettamente rock, più vicino al loro primo disco che a quello successivo (II), con l'inserimento di qualche elemento più esterofilo, dall'attitudine hard rock (vedasi il ritornello del singolo Drammaturgia) e con quell'immancabile commistione di pop all'italiana, rock preso a piene mani dalla tradizione ledzeppeliniana (e più in generale della vecchia scuola inglese) e funky (L'Inganno del Potere e Sai emblematiche in questo senso, probabilmente le più classiche nei confronti del vecchio repertorio di Sarcina e soci). Se è un ottimo brano dall'anima pop, vicino a "Dedicato a Te" e vecchie glorie dei milanesi, con un cantato molto memorizzabile e un groove che più radiofonico non si può. Introduzione ad uno Stato di Inebriante Distacco dal Reale si inerpica in sentieri inesplorati per la band, e risulta un pezzo dalle forti atmosfere post-rock, arricchite da tastiere ed archi dagli ottimi arrangiamenti (sempre in aria "easy-listening"). Queste tinte sperimentali si ritrovano poi nella coda strumentale di Eclettica. Il rock in puro stile Vibrazioni è ancora più evidente in Dimmi, con qualche studiata intromissione noise. E Fermi Senza Forma è, in sé, la sintesi perfetta di tutti gli elementi di questo "Officine Meccaniche", risultando tra i brani migliori del disco.
Grazie ai soliti riff di facile presa, ai testi quasi sempre legati a tematiche d'amore (testi all'italiana, dicesi) e ritornelli più catchy che mai, questo terzo album delle Vibrazioni è la prosecuzione perfetta della loro carriera, visualizzando comunque un'evoluzione nel sound che lascia presagire bene per il prossimo full-length. Che dire...contaminatevi anche voi di queste vibrazioni ad alto rischio dipendenza.
Voto: 8
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