Per chi non conosce Guido Style è quello che qualche tempo fa faceva finta di suonare la chitarra ai concerti di J Ax dopo il successone di "+ Stile", quella canzone di merda. Beh. Nei The Styles è tutta un'altra cosa. Dopo l'esplosione di alternative rock dall'impeto quasi punk del primo CD (You Love The Styles), questo Newrante è un disco che deve molto alle collaborazioni di Guido (unico produttore e musicista di tutte le canzoni) con l'ex Articolo 31, e si contamina di dance e pop senza tanto nasconderlo.
La sua forza è negli inni quasi "generazionali" di canzoni come la title-track Newrante, che se la prende con il mondo dello star system musicale, con i gruppi di moda che evidentemente non sono apprezzati da un ragazzo che ha così trovato il modo di farne parte. Musicalmente banalissima, è comunque abbastanza catchy da diventare "suoneria del mese" per qualche squallido programma di MTV o della defunta All Music, ma ammettiamo che il suo ritornello non se lo toglierà dalla testa nessuno. Il brano più intenso e "comunicativo" è Degeneration Group, carrellata di esperienze di una gioventù che alcuni definirebbero "bruciata" e narrata da un suo protagonista con uno sguardo al Rino Gaetano (in versione più soft, chiaramente) più recentemente reinterpretato in chiave moderna già ad artisti come Luci della Centrale Elettrica e Zen Circus, ma in questo caso piegato alle influenze più pop dell'artista. Amsterdam, una città che si ama citare nei testi da tanto tempo ormai, è un brano melodico, malinconico e che scivola tra le note di una qualsiasi canzone nazionalpopolare con liriche d'amore, seppur sia presente quel tocco personale di Guido che la accosta più al resto del disco che ad artisti della nostra scena cantautorale. In ogni caso parzialmente evitabile, come i crediti del disco (nella traccia Credits) sparati col vocoder sopra una base dance; un riempitivo quasi squallido per un disco che doveva nascere dal numero spropositato di brani che il ragazzo si vantava di aver composto per questo nuovo lavoro. Stessa cosa per i brani strumentali, Hitler's Vendetta e Pig's Fly, in quanto risulta di difficile comprensione il loro significato all'interno del contesto The Styles sebbene puntino il faro sul futuro molto più "dance" o elettronico del progetto. Le basi quasi da discoteca si portano via anche una potenziale hit come Party Animal (più per il testo che altro), per niente azzeccata soprattutto per il vocoder che suona in alcuni momenti ridicolo ed un testo più banale rispetto a quelli citati sopra (a parte qualche frase degna di nota come "se incontro la band del momento gli sputo"). Carine ma nulla più le due canzoni che musicalmente rappresentano l'unica soluzione di continuità con il debut album, Radio Star e Rock Band (la seconda in versione inglese come bonus track), dove l'alt-rock è prevalente, con distorti e soliti riff in power-chord che si apprezzeranno soprattutto nei live ("non avrò una bella faccia ma almeno io ce l'ho", incipit di un ritornello memorabile).
Facendo due conti questo Newrante non regge minimamente il confronto con il suo precedessore, vuoi per la troppa libertà creativa che si è concesso Guido (e che magari non ha così tanta fantasia) o vuoi semplicemente per la piega che ha deciso di prendere, sfruttando il successo avuto con i primi singoli, per cantare in italiano e sfondare nel mondo di MTV che sembra, impropriamente direi, snobbare nei suoi testi. Alla fine "non mi vesto da coglione perché siete già in tanti" è un inno più che per chi lo ascolta che per chi la canta, che un po' coglione si dimostra in questo senso. L'album è comunque salvabile e si merita più la sufficienza per i testi simpatici ed azzeccati e qualche spunto rock che si spera sia di buon presagio anche se come avrete capito, il sottoscritto non ci spera. Fate lo sforzo di sperarci voi.
Voto: 6-
6 commenti:
Che recensione di merda..
Ho il disco lo ho ascoltato e mi fa impazziere..
è grazie a sta gente e a certe recensioni che la Musica in Italia non ha sperimentazione e morandi fa ancora il record di ascolti!
W l'Italia!
Grazie per il commento anonimo, le critiche sono costruttive se hanno un attimo di contenuto ma questa proprio non ce l'ha. In ogni caso de gustibus e tanti saluti.
brizz
Caro Anonimo,
è grazie alla musica banale che spadroneggia se non si hanno sperimentazioni in Italia, non per colpa delle recensioni (ricordiamoci che c'è diritto di opinione, quindi se ci va di stroncare un album lo facciamo senza rimpianti e fregandocene altamente). Se poi le recensioni di questo nemmeno troppo popolare blog sono la causa del calo e dell'aumento delle vendite di un disco... beh ne sono ben lieto, almeno i nostri sforzi portano qualcos'altro a parte commenti anonimi di gente che non ha nemmeno coraggio di firmarsi con un nickname.
Se poi per te (immagino tu abbia preso Morandi come esempio di ciò che sto per dire) la musica se è vecchia non è degna di fare record di ascolti, hai detto assolutamente tutto sulla tua apertura mentale musicale (e automaticamente su quanto tu possa saperne di "sperimentazione". In un disco dei The Styles poi chissà quanta sperimentazione possa esserci).
Infine concludo dicendo che fare il figo truccato da anonimo (con un commento da leone ferito nell'orgoglio, tra le altre cose...) non fa fare bella figura, ma dopotutto non m'importa nemmeno molto di che figura fanno gli anonimi.
Saluti
Sperimentazione in un disco dei The Styles? Ma siete matti? A me questi piacciono ma sono la cosa più banale del mondo eh. Cor cazzo che ce trovate sperimentazione qua, ascoltatevi i My Bloody Valentine o un po di math e poi ne parliamo, psichedelia, progressive, post-metal, tutto quello che volete, ma i The Styles sono rock o pop da chart unzaunza e poco più, con buona pace del recensore che secondo me ha fatto un ottimo lavoro.
bel blog comunque raga, i miei complimenti
luca da roma
La musica in Italia non ha sperimentazione? Non l'avevo notato prima che l'ha detto. Non mi esprimo neanche, abbiamo un panorama attivissimo in OGNI genere, ma del resto se ascolti solo i The Styles pensando che sperimentino sei proprio messo male eh. Qualsiasi genere tu mi citi posso tirarti fuori 2-3 band che lo fanno bene, leggiti anche un po' di recensioni prima di queste e troverai qualche buon gruppi italiano che nonostante io non li abbia stroncati (ma poi non ho stroncato neanche i The Styles non so che cosa hai letto tu, haha) non vendono niente. Quindi questo dimostra che non dipende da me (e ci mancherebbe...) se un disco vende o meno.
E comunque Morandi secondo l'ultima classifica Fimi è 62esimo e ci sono sopra di lui band rock di vario tipo, tipo Rammstein, Kiss, più di qualche ristampa dei mitici Pink Floyd, REM, U2, Kings of Convenience, Foo Fighters, Skunk Anansie, Elio e Sting. E cantautrici valide come Mina e Carmen Consoli pure. Se poi a te non va bene, che ti devo dire. I The Styles, per colpa mia, non sono nella top 100. Mi dispiace eh.
In primis mi sembra un po' superficiale dire "che recensione di merda" per il semplice fatto che non si è d'accordo con cio' che c'è scritto.
Detto questo.
Io i The Styles direi che li conosco abbastanza bene, faccio parte di quella schiera che non sfiora nemmeno la cinquantina di persone che li hanno sostenuti e sponsorizzati alla grande all'inizio della loro carriera quindi pecco di egocentrismo e dico che posso permettermi di giudicare. Onestamente dopo un album bellissimo (così lo giudico io) come "You love the styles" in stile indie pop rock quello che è si è passati ad una cosa completamente diversa per il semplice voler "far successo in Italia" perché alla fin fine se si scrive in italiano è per questo. E non mi si venga a dire che è per altro perchè il signor Guido sa esprimersi e scrivere benissimo anche in inglese.
Concludo dicendo che non mi sembra poi così tragica questa recensione, anzi... è stato anche troppo buono!
In ogni caso... I LOVE THE STYLES! :D
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