Quando ho visto la prima volta questi ragazzi mi trovavo proprio al Covo, solo 9 mesi fa (Marzo 2009). Era una band molto meno conosciuta, e molto diversa sul palco, sebbene la scaletta non sia cambiata di molto. L'attitudine sempre molto punk rock nel proporre un genere in realtà difficilmente etichettabile così, li rende una band da godere più in live che su disco, complice una carica notevole che fa da perfetto contraltare alle carenze tecniche in passato denunciate da molti ai concerti. Ma dopo centinaia di date si può parlare tutto fuorché di errori.
Lasciando perdere le esagerazioni di Federico alla chitarra e di Michele alla batteria, nelle parti improvvisate come i finali dei pezzi o la conclusiva Abituarsi alla Fine, che a volte sfiorano il ridicolo, tecnicamente parlando, il gruppo è migliorato davvero tanto. Meno stonature per Divi, meno note fuori tonalità per Federico, un distorto più pulito e preciso, un suono più curato. Anche la scaletta di questo “In Mille Pezzi Tour” sembra funzionare molto meglio, costruita con più cura forse per suggellare definitivamente un grandissimo anno per una delle realtà che si sta consolidando più forte, anche se ci si chiede quanti altri fan possano conquistare continuando con questo genere che in Italia quasi nessuno prende in considerazione. Certo, se i fan sono tutti come i ragazzi che li seguono, facendosi centinaia di chilometri neanche fossero gli U2, bastano e avanzano per consolidare lo status di band italiana dell'anno, almeno per quanto riguarda il lunghissimo, estenuante e riuscito tour.
Lasciando perdere le esagerazioni di Federico alla chitarra e di Michele alla batteria, nelle parti improvvisate come i finali dei pezzi o la conclusiva Abituarsi alla Fine, che a volte sfiorano il ridicolo, tecnicamente parlando, il gruppo è migliorato davvero tanto. Meno stonature per Divi, meno note fuori tonalità per Federico, un distorto più pulito e preciso, un suono più curato. Anche la scaletta di questo “In Mille Pezzi Tour” sembra funzionare molto meglio, costruita con più cura forse per suggellare definitivamente un grandissimo anno per una delle realtà che si sta consolidando più forte, anche se ci si chiede quanti altri fan possano conquistare continuando con questo genere che in Italia quasi nessuno prende in considerazione. Certo, se i fan sono tutti come i ragazzi che li seguono, facendosi centinaia di chilometri neanche fossero gli U2, bastano e avanzano per consolidare lo status di band italiana dell'anno, almeno per quanto riguarda il lunghissimo, estenuante e riuscito tour.
La scaletta, che trovate sotto, abbraccia tutte e tre le uscite discografiche dei Ministri (il primo disco, ristampato da poco, il secondo Tempi Bui e l'EP La Piazza), tra i cori del pubblico che sempre al Covo nove mesi fa non conosceva una parola. Anche il pogo è devastante, soprattutto in un locale piccolo come questo (dove peraltro anche l'acustica non brilla per la sua qualità), nelle canzoni più potenti come Il Camino de Santiago, Diritto al Tetto (la migliore della serata) e I Nostri Uomini ti Vedono, che suona bene spostata ad inizio scaletta. C'è spazio anche per la nuova versione de Il Bel Canto, i singoli dell'ultimo disco (tutti e quattro, compresa la lenta E Se Poi si Spegne Tutto) e tre pezzi su quattro dell'EP, tra cui la richiestissima Fari Spenti in apertura di concerto.
Da notare come il “quarto ministro” F Punto abbia trovato (o gli abbiano fatto trovare...) una dimensione finalmente personale, suonando la chitarra “per davvero” per tutto il concerto, lasciando stare sintetizzatori e tastierine che servivano, facendo due conti, solo a far partire qualche base.
Tenendo conto della crescita della band e del tempo che ci hanno messo non si possono che esternare i più sentiti complimenti, restando solo attenti a non esagerare con gli apprezzamenti perché si tratta pur sempre di una band nella media sia tecnicamente che a livello compositivo, anche se per chi ascolta questo genere è quasi impossibile non coinvolgersi e non uscire contenti da un concerto di questo tipo. E se volete pogare, ora, potete. Questi sono i Ministri, alla fine del millenovecentotrentanove.
Nota finale: ad aprire il set dei Ministri c'erano i bolognesi Heike has the Giggles, che propongono un rock veloce, ballabile, di stampo British, molto azzeccato. Il debut album è stato recensito su questo blog e potete aprire la recensione cliccando sul nome della band.
SETLIST:
FARI SPENTI
LA FACCIA DI BRIATORE
I NOSTRI UOMINI TI VEDONO
NON MI CONVIENE PUNTARE IN ALTO
BEVO
LE MIE NOTTI SONO MIGLIORI DEI VOSTRI GIORNI
I SOLDI SONO FINITI
IL BEL CANTO
IL CAMINO DE SANTIAGO
TEMPI BUI
E SE POI SI SPEGNE TUTTO
LA MIA GIORNATA CHE TACE
LA PIAZZA
DIRITTO AL TETTO
BERLINO 3
ABITUARSI ALLA FINE
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