lunedì 22 febbraio 2010

Sanremo 2010 (al primo ascolto o quasi)

Impossibile in queste settimane non aver sentito parlare del Festival di Sanremo, che come ogni anno attira l’attenzione di tutti (radio, televisione, giornali e giornaletti) per qualche caso particolare, per i metodi di votazione, per i vestiti delle vallette o per gli ospiti.
Forse sarebbe troppo banale parlare di musica nel corso di un evento che dovrebbe essere la vetrina della musica italiana?! Povera musica italiana...
Quest’anno siamo partiti col botto già quando Morgan se n’è uscito dichiarando in una intervista di fare uso di crack guadagnandosi (si, guadagnandosi) l’esclusione dalla manifestazione nonché pubblicità gratuita e grande attesa sul suo brano di cui tutti parlano e che nessuno ha ancora avuto il piacere di sentire.

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(GIOVEDI)
È trascorsa la seconda (terza stasera) serata mentre scrivo ma i veri vincitori i network li hanno già decretati cominciando a trasmettere i brani più forti, ed io che ho la radio accesa tutto il giorno posso già fare qualche considerazione.

Finora ho sentito alla radio Malika (Ricomincio da qui), Irene Grandi (La cometa di Halley) e Marco Mengoni (sarei curioso di ascoltare Mengoni…cantato da Mangoni degli EELST), cioè quelli che effettivamente hanno presentato canzoni pop degne di questo nome.
Direi comunque che è esagerato parlare, come qualcuno ha fatto, di grandi stars o di capolavori dato che ad esempio il pezzo di Irene Grandi, scritto con il leader dei Baustelle, è quasi la copia di uno dei singoli della band toscana ("Charlie fa Surf"), mentre quello del vincitore di X-Factor sembra orecchiabile e adatto a mettere in evidenza le doti vocali del ragazzo (bisogna dirlo: la voce ce l’ha, anche se a me non fa impazzire il suo timbro). Certo che prima di dire che Marco Mengoni sul palco sembra una vera rock star, come qualcuno ha detto, ci penserei molto bene!
Diciamo due parole anche su Malika Ayane e sul suo brano, che è davvero riuscito e a parer mio ce lo ascolteremo per un po’ di tempo. Senz’altro è un bel periodo per questa artista che dal Sanremo dello scorso anno è cresciuta di fama e personalità… Spero soltanto che il nuovo disco non sia come il precedente, dove si salvano due brani ("Feeling better" ed il sanremese "Come foglie") mentre il resto era davvero soporifero!

Oltre a questi tre brani personalmente ho apprezzato quello di Enrico Ruggeri (forse sentire un brano che parte col basso a Sanremo mi ha fuorviato dato che lo suono pure io), dal quale però mi aspettavo un testo sugli alieni (hehe) dato il suo ultimo libro, e quello di Nina Zilli (L’uomo che amava le donne). Certo il brano di questa nuova proposta ne richiama alla mente mille altri a causa del suo stile sixties ormai ripreso da molti artisti a livello internazionale, ma la voce c’è ed è davvero interessante. Dimenticavo Simone Cristicchi, che anche questa volta è riuscito a stupire con il suo stile personale e con un testo pungente (la radio sta trasmettendo proprio adesso Meno male).

Rimanendo in ambito giovani proposte meritano di essere menzionati i Broken Heart College, che con la loro Mesi mi hanno fatto correre al bagno (ma che vogliono essere, una boy-band? Mah)… Altra corsa alla vista di Povia (già a sentirlo nominare mi viene l’orticaria…) che, alla faccia della musica leggera, ha presentato un pezzo contro l’eutanasia dal pretenzioso titolo La verità. La sua verità se la può anche tenere per lui e per il suo piccione!

E Arisa? Arisa, come l’anno scorso, ci ha spiazzati con un look vagamente anni trenta (tornati di moda) e con le sue coriste/i. Il testo del suo brano non è un granché, ma in compenso la melodia spezza la monotonia di un festival musicalmente intrappolato tra i soliti paletti. Io non ricordo di aver mai ascoltato bluegrass a Sanremo…

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(VENERDI)
Sempre a proposito di stravaganze vorrei parlare di Pupo, che ha voluto far cantare(?) Emanuele Filiberto (ripescato) che se fosse per me dovrebbe essere ancora in esilio...
Un capoverso lo merita anche Valerio Scanu (ripescato pure lui dopo il duetto con la Amoroso), altro prodotto da talent-show il cui brano sembra uscito da una edizione sanremese di quindici anni fa: fortuna che ha solo diciannove anni, pensate se ne avesse avuti dieci di più.

Non pervenuti Sonohra (è giusto il posto della acca nel nome?!) e “Freddy Krueger” Moro, presentatisi con brani quasi uguali a quelli delle loro precedenti partecipazioni al festival.
E sempre a proposito del giovine duo veronese non si può non citare il “G3 de noantri” che hanno portato sul palco ieri sera con Dodi Battaglia (si, quello dei Pooh): lascio decidere a voi se è stato un picco musicale di questa edizione.

Molto apprezzabile, nella serata di ieri, la carrellata di artisti fuori gara che hanno omaggiato la manifestazione (della serie “è la sessantesima edizione e bisogna festeggiare”) cantando brani storici: Francesco Renga su tutti ha dimostrato ancora una volta le sue grandi doti, mentre al contrario Cocciante ha dimenticato, o forse ne ha volutamente cambiato le parole, il testo di "Volare"! Penso che anche i sassi lo conoscano a menadito...
Meritati applausi anche per Carmen Consoli, vestita anni trenta come Arisa ma di gran lunga più bella, ed Elisa, che ha eseguito un medley di tracce estratte dal nuovo lavoro; quando canta in inglese secondo me ha davvero una marcia in più e dal vivo tiene testa alle varie Pausini e Giorgia (spesso considerate di un altro livello).

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(DOMENICA)
Bene, siamo riusciti ad arrivare alla fine della kermesse (come dicono quelli bravi) anche quest’anno, con ascolti televisivi maggiori degli ultimi anni, con qualche pezzo davvero buono, con dei vincitori più o meno meritevoli e con le solite polemiche di chiusura.
Posso comunque dirmi d'accordo con i maestri d'orchestra del festival che hanno accolto il piazzamento del trio (Pupoprincipetenore) gettando sul palco gli spartiti: ci può anche stare che ragazzi che arrivano dai talent, avendo molta visibilità in tv, ricevano tantissimi voti dal pubblico arrivando in ottime posizioni con canzoni orecchiabili o comunque “sanremesamente” classiche, ma non è possibile che un brano come quello del trio di cui sopra arrivi secondo (melodia stra-sentita e testo francamente ruffiano, soprattutto se recitato da un principe che non meno di un paio di anni fa voleva un risarcimento in denaro per l'esilio della sua famiglia).
Ecco, sono cascato pure io nella polemica.
Non c'è soluzione, la polemica è nel DNA della manifestazione.
Io propongo di sostituirlo con l'Eurofestival come succede negli altri paesi europei...

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