Tracklist
La prima cosa che si nota prendendo in mano la confezione di questo disco è l'occhio di bue metaforicamente puntato sulla musica leggera italiana. I titoli ricordano canzoni di Ligabue, Battisti, Laura Pausini et similia, e la copertina certo non lascia presagire grandi cose. Il contenuto del disco però non si misura dalla sua confezione e se la recensione di “Vivere da Adesso” deve, come ogni pezzo di critica, essere obiettiva, sicuramente deve ammettere che in questo disco non si trova neppure una nota o una parola che già non sia stata detta o suonata in tutte le salse nella musica pop e rock da classifica all'italiana. Tra Negramaro, Timoria (più che altro Renga), il già citato Ligabue e i Negrita più commerciali, gli episodi migliori sono i primi tre brani della tracklist (due dei quali, sicuramente per un motivo, sono anche i due singoli). Si tratta di Vivere da Adesso, la title track, Bella di Notte e Al Centro del Tuo Mondo, entrambe banali composizioni che però colpiscono al primo impatto, con la loro struttura semplice e melodie che sanno penetrare nella mente dell'ascoltatore. E se la verità è che quasi tutti i brani sono sopra la sufficienza, presi singolarmente, bisogna dire anche che il disco, nel complesso, non convince. Troppo monotematico, troppo sbiadito. Forse troppo “radiofonico perché si deve”. In ogni caso i testi sono buoni, per il loro scopo, e le melodie azzeccate (le chitarre fanno un ottimo lavoro tecnicamente), mentre non si può dire lo stesso del songwriting abbastanza “stilizzato” rispetto a quello che si pretende da un disco rock che sembrava poter rivoluzionare qualcosa. Il Volo, Emozioni e Senza Te rappresentano alla perfezione questo trend, mentre La Mia Luna è forse il pezzo che puzza meno di “già sentito”, senza misinterpretare questa definizione perché, come già detto, non si può parlare di novità.
La prima cosa che si nota prendendo in mano la confezione di questo disco è l'occhio di bue metaforicamente puntato sulla musica leggera italiana. I titoli ricordano canzoni di Ligabue, Battisti, Laura Pausini et similia, e la copertina certo non lascia presagire grandi cose. Il contenuto del disco però non si misura dalla sua confezione e se la recensione di “Vivere da Adesso” deve, come ogni pezzo di critica, essere obiettiva, sicuramente deve ammettere che in questo disco non si trova neppure una nota o una parola che già non sia stata detta o suonata in tutte le salse nella musica pop e rock da classifica all'italiana. Tra Negramaro, Timoria (più che altro Renga), il già citato Ligabue e i Negrita più commerciali, gli episodi migliori sono i primi tre brani della tracklist (due dei quali, sicuramente per un motivo, sono anche i due singoli). Si tratta di Vivere da Adesso, la title track, Bella di Notte e Al Centro del Tuo Mondo, entrambe banali composizioni che però colpiscono al primo impatto, con la loro struttura semplice e melodie che sanno penetrare nella mente dell'ascoltatore. E se la verità è che quasi tutti i brani sono sopra la sufficienza, presi singolarmente, bisogna dire anche che il disco, nel complesso, non convince. Troppo monotematico, troppo sbiadito. Forse troppo “radiofonico perché si deve”. In ogni caso i testi sono buoni, per il loro scopo, e le melodie azzeccate (le chitarre fanno un ottimo lavoro tecnicamente), mentre non si può dire lo stesso del songwriting abbastanza “stilizzato” rispetto a quello che si pretende da un disco rock che sembrava poter rivoluzionare qualcosa. Il Volo, Emozioni e Senza Te rappresentano alla perfezione questo trend, mentre La Mia Luna è forse il pezzo che puzza meno di “già sentito”, senza misinterpretare questa definizione perché, come già detto, non si può parlare di novità.
Una recensione come questa, in certi contesti, sarebbe definita una stroncatura. In realtà tecnicamente la band ci sa fare e la produzione è adeguata al tenore della band. Quello che manca è un diversivo, qualcosa che devii dalla rotta del semplice prodotto che vuole vendere anche se non ha i contatti per farlo, per portarsi davvero agli occhi e alle orecchie del pubblico. E forzare questo tipo di percorso quando ci sono le potenzialità per fare ben altro spesso produce risultati difficili da valutare, carini ma nulla più, ascoltabili ma privi di originalità e di un corpo solido dal quale estrarre qualcosa per produrre un giudizio complesso e completo.
Lo si manda giù tranquillamente, ma con le capacità di questi ragazzi (e la bella voce di Rocco Bronte) ci si può dare tutta la libertà di desiderare (anzi, pretendere) molto di più.
Voto: 5
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