sabato 27 novembre 2010

Gio Gentile - Atlantide (Videoradio, 2010)


Tracklist:
1. Atlantide
2. Anime
3. Mike Day 2
4. Guardiano di Nuvole
5. Leukos
6. Utopeace
7. Nettuno
8. Thira
9. Mediterraneo
10. Vivara

Erano sei anni che Gio Gentile, noto chitarrista campano, non si faceva vedere sul mercato discografico. C'è da dire che nel frattempo le cose sono cambiate molto, ma su di lui il peso di internet non si è fatto sentire (dopotutto propone un genere di cui gli internauti se ne fregano abbastanza).
Atlantide è un disco molto complesso, un ensemble di prog e jazz quasi completamente strumentale che si propone di parlare del mare, come il nome stesso del disco e di alcune tracce suggeriscono. Il mare è una forza ambivalente, affascinante, possente, mitologica, mortale. La civiltà scomparsa di Atlantide secondo la leggenda è stata molte cose, difficile definirla, e dire che questo disco prova a darne un ritratto abbastanza completo utilizzando il linguaggio molto espansivo del jazz è forse un'esagerazione, però gli intenti sembrano essere stati quelli.

La title-track attira tutta l'attenzione dell'ascoltatore sul combattimento continuo che tastiera e chitarra fanno per prevalere una sopra l'altra, insieme a qualche accenno di voce che dal punto di vista musicale svolge una notevole funzione di riempitivo. Quando si andrà a riascoltare per la terza o quarta volta questo disco sarà proprio "Atlantide" il pezzo che più ci farà ricordare del motivo per cui è stato composto, e quasi saremo portati ad immaginare in lontananza le onde del Mediterraneo infrangersi sulle scogliere greche o siciliane. Un concetto, quello di onda, che viene rievocato successivamente soprattutto da "Utopeace", con Joe Amoruso alle tastiere, e "Nettuno", brani di cui si apprezza anche la titolazione (soprattutto del primo, che gioca molto sui concetti di utopia e di pace, quindi di una pace utopistica). La canzone dedicata alla piccola isola di "Vivara", vicino a Napoli, con la leggerezza e l'armonia estremamente delicata delle sue chitarre ci ricorda i primi lavori di Santana, mentre "Leukos" e "Thira", rispettivamente un compagno di viaggio di Ulisse e il nome di una città dell'isola di Santorini, riportano l'attenzione su uno stile chitarristico più vicino al prog imbarazzantemente "sborone" di Satriani. Nel caso di Gentile, questo tipo di super-assoli è fortunatamente limitato a quel senso pittoresco che si utilizza per parlare di mare, di onde, di viaggi, d'acqua. Sensazioni che vengono evocate con molta facilità da tappeti di tastiere e di chitarra che si rincorrono l'un l'altro, da un incedere ritmico che spesso emula maree e quasi solletica l'immaginazione per lasciarci intravedere barche e galeoni che cavalcano il mare alla ricerca del tesoro di Atlantide.

La forza comunicativa di questo Atlantide è ciò che lo rende speciale. Se vogliamo essere cinici, possiamo anche dire che trovare qualcuno disposto a farsi quattro o cinque pippate di Atlantide prima di riconoscere che quello che stiamo dicendo è vero è difficile, e pertanto non sarà apprezzato dalle persone che molto probabilmente lo abbandoneranno prima di terminare il primo ascolto (avanti, la musica nel 2010 si utilizza così, grazie ad iTunes).
Noi consigliamo semplicemente di soppesare bene gli ascolti e far tesoro di quello che disco comunica, perchè Atlantide, sia il disco che la leggendaria civiltà, è in grado di far sognare e di risvegliare in noi sentimenti particolari che anche grazie a questo disco riuscirete a cogliere.

Voto: 8-

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