sabato 20 novembre 2010
Low-FI - Low-FI EP (Octopus Records, 2010)
Tracklist:
1. Garage Floor
2. Wrongness
3. No Morning
4. The White Lane
5. Something
Low-Fi EP è un bellissimo EP, partiamo da questo presupposto. Non è solo perchè questo trio sa suonare e comporre molto bene ma perché riescono a dargli un'anima particolare nonostante il genere spesso molto cazzone che affonda le sue radici nel panorama garage e rock degli anni '90, facendo tesoro della lezione dei primi Nirvana e Sonic Youth che hanno inevitabilmente influenzato anche tutto ciò che non era grunge dopo di loro (a partire dai dEUS, evidente influenza della band). Alessandro, Adriano e Marco, napoletani, hanno condiviso il palco con un gran numero di band celebri (Linea 77, Il Teatro degli Orrori e Tre Allegri Ragazzi Morti su tutti, prima di incontrare i 24 Grana che gli presenteranno quello che diventerà il loro produttore, cioè Fontanella), e si sono fatti conoscere nel panorama underground anche grazie a partecipazioni a compilation, oltre che tramite un buon numero di concerti particolarmente apprezzati.
Questo EP è composto da cinque tracce, tutte e cinque più che meritevoli di spendere qualche parola per parlarne. Nella prima traccia, "Garage Floor", già dal titolo si capisce cosa vogliano dire e spiegare, introducendo al lettore il loro stile e i loro dettami, producendo un pezzo tagliente e molto sostenuto che resta in testa con una certa facilità. Per trovare un altro brano così tanto fertile dal punto di vista rock si deve arrivare all'ultimo, "Something", uno dei brani più emotivi. In "Wrongness" si lascia gran parte del lavoro "sporco" al basso, che sostiene un ritmo incalzante in una canzone che per più di quattro minuti riuscirà anche a far ballare più di qualcuno. Si apprezza in particolar modo il lavoro delle chitarre negli altri due pezzi, che si incastrano alla perfezione producendo un effetto molto simile a quello dei brani più graffianti dei già citati Sonic Youth. Ma qualcosa ricorda anche i Motorpsycho del periodo più rock.
In realtà riascoltando il disco più di una qualche volta ci si rende conto che il background da cui la band prende ispirazione non è solo quello di questi grandi nomi di cui si parlava sopra, ma anche band più "moderne" e commerciali come Placebo, Bloc Party e Franz Ferdinand, per quel piglio ballerino che alcuni aspetti elettronici del disco si portano dietro dall'inizio alla fine. I Placebo si riflettono invece nel forte impatto dell'elemento chitarristico, che sono uno degli aspetti principali della band inglese da quando debuttò con splendide canzoni come "Nancy Boy". Nomi a parte i Low-Fi riescono a rivivere un pot-pourri molto ben congeniato di influenze con uno spirito personale che contribuisce alla creazione di un blend molto originale che non lascerà scontento quasi nessuno. Ve li consigliamo perché da questo EP fanno presagire un futuro d'oro per loro e per la loro musica.
Voto: 7.5
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