venerdì 7 aprile 2023

Scarled - Kintsugi (Lizard/Moving, 2023)


"Kintsugi" è il primo album in studio del trio trevigiano Scarled, composto da Pierfederico Duprè (voce, chitarra, basso, tastiere addizionali), Samuele Callegari (tastiere) e Milo Furlan (batteria). Il disco, pubblicato dopo una serie di singoli, prende il titolo da una antica tecnica di restauro Giapponese che prevede la riparazione degli oggetti in ceramica utilizzando lacca con polvere d'oro, valorizzando così le varie spaccature. Benché non si possa parlare di un concept album in sé, questa immagine è una metafora adatta alla tematica lirica principale del disco: i traumi e le fratture che fanno parte della crescita personale di ognuno di noi e che ci trasformano facendoci diventare qualcosa di diverso e di più prezioso. Da un punto di vista musicale, invece, il disco è principalmente basato su atmosfere vintage che riportano alla mente in primis alcune delle sonorità tipiche degli anni '80. 

Se c'è una certa omogeneità nello stile di base, l'album presenta una buona diversità nella stesura delle canzoni. Nella scaletta troviamo, quindi, brani movimentati come "Burn It" e "Mind Flight", altri più intimisti ("Underwater", "Heal"), trovando anche spazio per un interessante strumentale atmosferico ("Lightbulb"). Tutte le canzoni citate hanno in comune delle accattivanti melodie ben supportate dalla voce di Dupré, particolarmente adatta al materiale, e la sequenza scelta scorre in maniera molto fluida, alternando le varie dinamiche in modo da far risaltare le qualità di ogni singola canzone. Tra i brani più degni di nota ci sono "Burn It", dotata di un refrain molto accattivante, "Heal" che riesce nell'intento di suonare abbastanza drammatica senza cadere nel ruffiano, le due canzoni che aprono e chiudono il disco ("Morningstar" e "Shine"), particolarmente corpose e ben strutturate, e la già citata strumentale "Lightbulb" che funziona sia come intermezzo che consente di prendere respiro, sia come momento ispirato e non privo d'una certa poesia. L'edizione fisica di "Kintsugi" contiene tre canzoni addizionali ("Moving", "Factory" "Owl Song") precedentemente uscite come singoli e coerenti con la vena stilistica dell'album che però, poste al termine della scaletta, guastano un po' il finale pieno di pathos dato da "Shine".

L'impressione che si ha ascoltando l'album è quella di un prodotto che denota una buona maturità artistica sotto più fronti: composizione, arrangiamento e produzione. L'album suona piacevole all'orecchio non solo per la finezza delle canzoni ma anche per le oculate scelte nella presentazione: le sonorità del disco sono decisamente azzeccate e il mixaggio consente di notare ogni dettaglio importante e di scoprirne di nuovi ai successivi ascolti. A questo proposito, vale la pena far notare che si tratta di un lavoro autoprodotto, la cui direzione artistica è integralmente in mano alla band. Il che rende "Kintsugi" un album di debutto fresco e valido che denota una chiara visione artistica della band e che fa ben sperare per i lavori successivi.

lunedì 3 aprile 2023

Frank Zappa - Zappa '80: Mudd Club/Munich (Zappa Records, 2023)


Il 1980 fu una sorta di terra di mezzo nella intensa carriera di Frank Zappa. Fu, infatti, uno di quei rari anni durante i quali non pubblicò nessun disco: tanto per fare un confronto, ne uscirono cinque l'anno precedente e ne sarebbero usciti altrettanti nel 1981. Questo momento di transizione si riflesse anche nei tour di primavera ed estate dello stesso anno, durante i quali Frank utilizzò una formazione piuttosto ridotta per i suoi standard: dalle tournée precedenti sopravvissero Ike Willis (chitarra, voce), Arthur Barrow (basso) e Tommy Mars (tastiere) ai quali si aggiunsero il chitarrista e cantante Ray White, che precedentemente era andato in tour con Zappa nel 1976, e la new entry David Logeman alla batteria. Il risultato fu una band dal sound particolare con un repertorio nel quale alle tipiche e complesse escursioni strumentali si preferirono canzoni cantate, nonostante fossero per la maggior parte tutto meno che convenzionali.

Negli anni successivi da queste tournée non uscì praticamente nulla a livello ufficiale: solo due canzoni nella mastodontica opera in sei volumi "You Can't Do That On Stage Anymore" nella quale Frank racchiuse alcuni dei momenti salienti della sua attività dal vivo. A colmare questa lacuna, lo scorso 3 marzo è stato pubblicato questo triplo CD nel quale sono presenti due concerti eseguiti in occasioni speciali.

Il primo di questi è un'esibizione registrata l'8/5/1980 al Mudd Club, storico nightclub newyorkese patrimonio della scena underground Americana, del quale Frank era un assiduo frequentatore. Nonostante la brevità dell'esibizione (poco meno di un'ora) si tratta di una performance molto interessante nella sua atipicità: non ci sono, infatti, molte altre occasioni per ascoltare un concerto di Zappa in un'atmosfera così intimista. Come si può vedere in una delle foto incluse nel libretto di questa pubblicazione, il locale aveva una capacità di appena 240 persone e ciò si ripercuote nella performance stessa, con molte più interazioni del solito tra Zappa e il suo pubblico, al quale peraltro si rivolge con grande familiarità e confidenza. In questa breve performance è possibile apprezzare alcune ottime versioni di classici di Zappa, soprattutto "Chunga's Revenge", "Outside Now" e "City of Tiny Lites" tutte dotate di eccellenti prestazioni chitarristiche, e qualche brano nuovo tra cui, appunto, "Mudd Club" un divertissement nel quale Frank narra di tutte le stranezze che avvengono nel club tra le risate del pubblico. La registrazione è stata effettuata in maniera molto artigianale semplicemente piazzando un registratore Nagra a poca distanza dal palco, più precisamente vicino al registratore di cassa del bar del locale: il risultato è sorprendentemente nitido e l'ambiente sonoro del club viene catturato perfettamente.

La seconda performance è stata registrata a Monaco il 3/7/1980: l'ultima data del tour e l'ultimo concerto mai eseguito da questa formazione. Stavolta, ci troviamo di fronte ad una registrazione più professionale e, ad essere precisi, è la prima volta in assoluto che Frank provava a registrare in digitale. Nel 1981 un estratto di un'ora di questo live editato e montato da Zappa stesso venne mandato in onda sul programma radio Americano King Biscuit Flower Hour, divenendo uno dei suoi bootleg più comuni ma questa è la prima volta che l'intero concerto viene tirato fuori dagli archivi. Come intuibile, l'atmosfera è completamente diversa da quella del Mudd Club: stavolta ci troviamo all'interno di uno stadio e di fronte ad una performance meno intimista ma più lunga e con un repertorio più ampio. Di conseguenza, la selezione ha molto più respiro e c'è più spazio per l'improvvisazione: si comparino, ad esempio, le versioni di "Pound For A Brown" registrate nei due concerti. Sono inoltre presenti alcune chicche come un divertente rifacimento reggae di "Nite Owl", romantica canzone originariamente pubblicata da Tony Allen nel 1955, e una citazione alla sequenza di accordi utilizzata spesso da Santana durante i suoi assolo su "City of Tiny Lites", l'origine della quale è spiegata sul libretto nelle note di copertina del bassista Arthur Barrow. Per il resto, la scaletta si alterna ancora una volta tra classici ("Keep it Greasy", "Joe's Garage", "Bobby Brown Goes Down", "Ms. Pinky", "Dancin' Fool") a piste di lancio per intensi assolo di chitarra ("Pick Me I'm Clean", "Easy Meat", "The Illinois Enema Bandit"). La registrazione è stata mixata in diretta dal tecnico Mick Glossop e presenta pregi e difetti: la qualità audio è cristallina e molto più dettagliata del live al Mudd Club ed è un ottimo ascolto in cuffia perché permette di sentire molto bene quali sono le parti di chitarra eseguite da Ike Willis e Ray White. In compenso, però, purtroppo le voci soliste spesso risultano un po' coperte rispetto agli altri strumenti.

Questi due concerti fungono da ottima retrospettiva per capire il sound di questa particolare line-up: si tratta, indubbiamente, di musica eseguita con grande energia e precisione da una band di musicisti di classe superiore. Non è, però, materiale esente da difetti: il repertorio non è uno dei più interessanti portati in tour da Frank Zappa e la scelta dei suoni di tastiera di Tommy Mars tende spesso a dare al materiale un sound un po' troppo sintetico. Tuttavia, l'impasto vocale tra le voci di Zappa, White e Willis è eccellente, il sound più scarno fa risaltare particolarmente l'ottimo playing bassistico di Arthur Barrow e si tratta di un tour che vede uno Zappa particolarmente ispirato alla chitarra. Vale la pena anche spendere due parole sul batterista David Logeman, uno degli alumni di Zappa meno conosciuti, la cui militanza nel gruppo è durata solo per questi due tour e per le session in studio per "You Are What You Is": si tratta di un musicista di ovvio talento, soprattutto perché è stato un po' un rimpiazzo dell'ultimo secondo che ha dovuto imparare il repertorio in relativamente poco tempo, ed è un batterista dotato di ottima tecnica, feel e precisione che, inoltre, utilizza dei suoni che lo rendono immediatamente riconoscibile. Allo stesso tempo, però, non ha la personalità di un Terry Bozzio o un Vinnie Colaiuta, al quale è subentrato e che riprenderà il suo posto più tardi lo stesso anno, e il suo supporto durante i vari assolo di chitarra non ha quella dinamicità tipica dei batteristi di cui Zappa si circondava. Detto questo, la sua versatilità e precisione nelle parti scritte sono un po' precorritrici dello stile di Chad Wackerman, il batterista che entrerà nella band di Zappa nel 1981 e che resterà al suo posto per il resto della carriera concertistica di Zappa.

Come corollario alla musica, questa pubblicazione presenta un packaging compilato con estrema cura nel quale possiamo leggere delle interessanti note di copertina scritte dall'archivista Joe Travers, che spiega i motivi che l'hanno spinto a scegliere di pubblicare questo materiale e alle difficoltà riscontrate durante la produzione, soprattutto per quanto riguarda il fragile stato di conservazione dei nastri del concerto di Monaco, dal fotografo George Alper, dal chitarrista Steve Vai che era uno dei fortunati spettatori al Mudd Club e, infine, dal bassista Arthur Barrow che racconta la sua esperienza con Zappa e commenta brano per brano la scaletta dei due concerti.

In definitiva, "Zappa '80" è una pubblicazione che si ritaglia il giusto spazio tra quelle di archivio ed è l'ennesima dimostrazione dell'enormità della mole di materiale che il musicista Italoamericano ha prodotto in meno di trent'anni di carriera. L'ascolto è consigliato soprattutto ai fan del maestro ma essendo il materiale non eccessivamente complesso per gli standard Zappiani, può essere facilmente apprezzabile anche dai neofiti.

Il disco è acquistabile su Amazon o dallo Zappa Store.


La band di Frank Zappa nel 1980:
Frank Zappa, Ike Willis, Ray White, Tommy Mars, Arthur Barrow, David Logeman
(foto tratta dal libretto di questa pubblicazione)