martedì 6 aprile 2021

Tallis - In Alia Musica Spero (A New Day Records, 2021)

Al termine di un sofferto tour Europeo tra marzo e maggio del 1980 la formazione classica dei Jethro Tull accusa un momento di stanchezza e depressione. La band stava attraversando un momento di profonda crisi personale, soprattutto dopo la prematura scomparsa del bassista John Glascock nel novembre 1979 a causa di un difetto cardiaco congenito anche se le tensioni personali erano già alle stelle. Con questi pretesti, il leader e  frontman Ian Anderson decide di prendersi una pausa e di incidere il suo primo album solista, chiamando a rapporto i suoi colleghi Tulliani Martin Barre, chitarrista della band dal 1969, e David Pegg, che aveva sostituito Glascock a partire dall'Ottobre dell'anno precedente. L'organico viene completato dal polistrumentista Eddie Jobson, la cui band UK aveva fatto da supporter ai Jethro Tull durante il corso dell'anno precedente, e dal batterista Mark Craney, già al servizio di Tommy BolinJean-Luc Ponty e Gino Vannelli. Il materiale prodotto da queste session soddisfa la casa discografica Chrysalis che decide che dovrà uscire a nome Jethro Tull, rendendo di fatto questa line-up una nuova formazione: l'album, intitolato "A" uscirà nell'agosto dello stesso anno. Purtroppo, a causa di pessime scelte di management, non vengono avvisati i rimanenti membri della formazione originale (i tastieristi John Evans e David Palmer e il batterista Barriemore Barlow) che lo scoprono a mezzo stampa e, come prevedibile, i dissapori non si fanno attendere. 

Barlow formerà i Tandoori Cassette con i quali pubblicherà un 45 giri nel 1982 e presterà i suoi servigi ad artisti come Yngwie Malmsteen, Robert Plant e Jimmy Page. David Palmer (oggi Dee), che oltre ad essere tastierista era anche stato arrangiatore e co-compositore non accreditato di molto materiale classico dei Jethro Tull, decide di dare vita ad un progetto musicale a cui stava già pensando da tempo, che mischiasse rock e classica con utilizzo predominante di sintetizzatori. Evans viene integrato nel progetto e l'organico viene completato dal cantante e bassista Bill Worrall, dal batterista Mickey Barker e da un terzo tastierista, Dave Bristow; come nome della band viene scelto Tallis, in omaggio al compositore rinascimentale Thomas Tallis. Dopo un paio di concerti nel Surrey che destano l'interesse di case discografiche quali EMI, Decca e Virgin, i Tallis si recano negli Redan Recorders Studios di Londra tra il gennaio e il febbraio 1981 con l'intenzione di incidere il proprio album di debutto. Tuttavia, durante le registrazioni del disco Bristow riceve un invito da parte della Yamaha per collaborare alla creazione della DX7, la prima tastiera musicale interamente digitale in commercio. A questo punto, Palmer si rende conto di non essere in grado di gestire le dinamiche di gruppo e il progetto subisce una battuta d'arresto: il materiale viene riposto nel cassetto con l'intenzione di riprenderlo in mano in un futuro che, purtroppo, però non arriva. Il disco rimane così inedito per quarant'anni: solo uno dei brani incisi ("Disturbed Air") vede la luce nel 2001 all'interno della compilation "It's For You!" venduta in allegato alla fanzine Tulliana "A New Day". Il resto del materiale viene presentato per la prima volta in questa nuova pubblicazione.

L'album può essere diviso in due parti: tre brani originali e tre rivisitazioni di composizioni classiche. "Disturbed Air", posta in apertura all'album, è la più riuscita del primo blocco: un pezzo con accenni classici che ben si sposano alla natura rock della composizione, con un arrangiamento che consente ai sintetizzatori di primeggiare senza andare a scapito della sapiente sezione ritmica Worrell/Barker che qua dà il meglio di sé. La successiva "Urban Apocalypse" per anni è stata un po' uno dei tesori introvabili dei Jethro Tull: integralmente composta da Palmer ed incisa durante le session di "Stormwatch", rimase inedita fino al Settembre 2019 con la pubblicazione del cofanetto "The 10 Force Edition" per il quarantennale del disco. Il pezzo era stato comunque eseguito dal vivo nel 2001 da Palmer con la coverband Tulliana Beggar's Farm al raduno del fan club Italiano Itullians a Fidenza ed è in seguito stato incluso nel suo album solista "Through Darkened Glass" uscito nel 2018. La versione qui presentata è cantata da Palmer e, come arrangiamento, è un ponte tra l'originale inedito dei Jethro Tull e la sua rivisitazione di quarant'anni dopo, con qualche accenno alle atmosfere tipiche dell'epoca. Infine, "Worcester Man" è un breve godibilissimo affresco per piano e voce che verrà recuperato ed esteso con il titolo "At The Still Point" su "Through Darkened Glass". Per quanto riguarda le composizioni classiche, i Tallis presentano il loro personale medley di due movimenti di due sinfonie di Beethoven (la prima e la nona), un rondo di Mozart e, soprattutto, il canone di Thomas Tallis che, come atmosfera e arrangiamento, sarebbe potuto benissimo costituire una sezione centrale di qualche brano classico dei Jethro Tull senza sfigurare troppo. In appendice al CD troviamo una sorta di bonus tracks: le versioni strumentali di "Disturbed Air" e "Urban Apocalypse" e, soprattutto, una ottima riedizione del canone di Pachelbel incisa nel 1978 da Palmer, la sezione ritmica dei Jethro Tull Glascock/Barlow e il chitarrista Robert Foster.

Il materiale presente su questo disco non è senza meriti: la musica è godibile, ben arrangiata, eseguita impeccabilmente e presentata con una produzione tutto sommato appropriata, a parte qualche eccessiva punta di compressione nel mastering. Allo stesso tempo, è difficile giudicarlo come un lavoro compiuto dato che, evidentemente, non lo è: la sequenza non funziona molto bene e, a parte "Disturbed Air", i brani suonano quasi tutti come se avessero bisogno di altre rifiniture. Comunque, si tratta di un documento preziosissimo per i fan dei Jethro Tull che finalmente riesce a fare luce ad una parte mancante della carriera di PalmerSoprattutto, però, la pubblicazione di questo album serve a finanziare la registrazione in studio del balletto "The Water's Edge", composto da Palmer, Anderson e Barre nel 1979, presentato dal vivo e mai inciso ufficialmente. In sostanza, acquistando l'album non ci si porta a casa solo un interessante documento d'archivio ma si fa anche un'opera di bene che potrebbe portare alla realizzazione di un importante tassello mancante alla storia dei Jethro Tull

L'album può essere acquistato in copia fisica tramite Burning Sheds, oppure dal merchandising ufficiale di A New Day, e in digitale (flac) presso Alfold Rock-Blues Music.


Tallis (1980)
Dave Bristow, Bill Worrell, Dee Palmer e John Evans

lunedì 5 aprile 2021

Rejecto - Prima, Durante e...Dopo? (Autoproduzione, 2021)

Esordisce così, con questo "Prima, Durante e...Dopo?", il rapper Rejecto, artista senza volto che sceglie l'anonimato per muovere il suo primo passo in questo mondo. Un contesto, quello del rap, sempre più saturo ma non per questo privo di spazio in cui muoversi. Il primo aspetto a colpire l'attenzione è la varietà delle basi, per niente modaiole, con un occhio di riguardo al synth pop, all'electro anni '90, con dei buoni bassi da gustare su un ottimo impianto, mentre la voce (giustamente ben in evidenza rispetto al resto, visto il genere) si presenta come un elemento molto più arduo da digerire, con un timbro poco musicale e l'utilizzo di parole non sempre così semplici che possono rendere il tutto un po' sibillino. Immagini, citazioni e calembour colgono di sorpresa fin da subito con l'ottima "Fastfood", con il rappato di Rejecto che procede sbilenco, storto, con quell'incedere molto cadenzato e per niente scontato che calamita l'attenzione in un labirinto di concetti criptici ed enigmatici. "Rejecto", con un beat e un break/ritornello a dir poco fastidiosi, arriva meno ma contiene uno dei concetti cardine dell'opera ("non rappresento nessuno") e lascia spazio ad uno dei momenti più riusciti di questo lavoro, ovvero "Too Skinny", un pezzo molto club-oriented ma contemporaneamente scuro, oscuro, caustico. "Pretty Vacant" ha il beat più tradizionalmente hip-hop ma un ritornello quasi atonale, per non dire stonato, la rende un po' pesante da assimilare. "Spy" ha lo stesso difetto di molti altri brani, sembrando Fabri Fibra che tenta di rappare un po' sopra le sue capacità, e spesso si presenta al limite delle capacità tecniche. La società dipinta da Rejecto è cupa, perduta, piena di contraddizioni e ci pensano "Lockdown, Odio Casa Mia!" e "I Hate Bill Gates" a sottolinearlo nel modo più arrogante possibile. Ovviamente, nell'accezione positiva del termine. 

Le quattordici tracce finiscono un po' a fatica, se analizzate sul piano prettamente musicale e del facile ascolto, ma dall'altro lato ciò che salva questo disco è la sua collocazione nel panorama rap, il suo significato. Da lavoro evidentemente di protesta, di denuncia, di rottura, rifugge ogni estetica e ogni dettame della contemporaneità per essere di conseguenza un prodotto originale, diretto e genuino, relegando così in secondo piano la necessità di essere orecchiabile e facilmente fruibile. La personalità dell'artista erutta in maniera vulcanica in ogni brano, una peculiarità che gli dona senz'altro fotta, carattere e credibilità come poche volte si è sentito ultimamente. La scrittura, le barre, i riferimenti culturali sono tutti azzeccati, anche quando macabri e triviali, tutti funzionali al raggiungimento del risultato. Certo, siamo lontani dall'efficacia di testi di protesta ben più alti di vecchie glorie come gli Assalti Frontali, i Sangue Misto de "Lo Straniero" e i 99 Posse, o ancor di più del primo fenomenale Frankie Hi Nrg, ma la motivazione non manca e i risultati arriveranno. Un po' di gavetta e una maggiore attenzione a rimanere "in griglia" e questo ragazzo potrà combinarne delle belle. Senza dubbio.