venerdì 26 agosto 2016

Into Deep #13 - Disgusting, depraved, despicable: "Flowers in the Rain" dei The Move

The Move (1966)
Bev Bevan (batteria), Roy Wood (chitarra, voce), Trevor Burton (chitarra), Ace Kefford (basso) e Carl Wayne (voce).

Sebbene in madrepatria siano considerati uno dei gruppi più importanti del Regno Unito degli anni '60, il nome dei The Move in Italia è conosciuto dai più solo come quello degli autori di quella "Blackberry Way" reinterpretata dall'Equipe 84 come "Tutta mia è la città", con nuovo testo di Mogol. Capeggiati dal carismatico polistrumentista Roy Wood, i Move offrivano un certo tipo di pop rock sofisticato e duro, con degli arrangiamenti complessi e raffinati che spesso si scontravano violentemente con testi ironici e sarcastici. Sotto molti punti vista, possono anche essere considerati dei punk ante litteram: se all'epoca i Rolling Stones venivano considerati come dei ragazzacci, i Move sicuramente andavano ben oltre. Ispirandosi alla distruzione di chitarre degli The Who sul palco, il complesso cercava di portarsi ad un livello superiore, spaccando effigi di vari capi di stato e terminando frequentemente i loro concerti con risse. Memorabile la loro prima apparizione televisiva del 1966, nella quale il complesso risponde alle domande della disperata intervistatrice con dei veri e propri non sequitur, accompagnati da facce buffe, balletti improvvisati e canzoncine, per poi finire il tutto con la distruzione di set televisivi.

I Move, però, sono ricordati anche per essere stati il primissimo gruppo rock ad essere trasmesso dalla BBC1, precisamente il loro singolo "Flowers in the Rain", il 30 Settembre 1967. Questo singolo è proprio l'argomento di cui parleremo in questo editoriale; sembra impossibile ma questa orecchiabile e decisamente innocua canzoncina beat è stata causa di una delle più grandi controversie della storia del rock, così forte da tirare in ballo servizi segreti, corti giudiziarie e pure il capo di stato Inglese!

Partiamo dal principio. Dopo aver pubblicato un primo 45 giri nel Gennaio 1967 ("Night of Fear"/"Disturbance"), salito immediatamente al secondo posto nella classifica Inglese, i Move si recano agli Advision Sound Studios di Londra, prodotti da Denny Cordell, per incidere un primo LP e, possibilmente, qualche singolo da mandare in pasto al pubblico. La scelta cade su un pezzo scritto da Roy Wood, come del resto la maggior parte dei loro originali: l'allegra e scanzonata "Flowers in the Rain". Inizialmente, però, il brano non convince Cordell, che sembra ritenerlo senza mordente, tanto che al termine della session decide di accantonarlo. Entra qua in ballo l'assistente di produzione Tony Visconti (in seguito lo storico produttore di David Bowie) che, ben conscio della qualità della composizione e del suo potenziale commerciale, capisce immediatamente cosa ci vorrebbe per ravvivarlo: una bella sezione di fiati e ottoni. Cordell non è ancora del tutto convinto ma a Visconti la canzone piace così tanto da essere disposto a fare il lavoro anche gratuitamente, e si decide, quindi, di fare un tentativo. Il risultato è decisamente bello e canticchiabile, anche per via della diversità delle voci di Carl Wayne e Wood che creano un buon contrasto, e soddisfa tutti ma, per qualche motivo, la EMI decide di annunciare un altro pezzo del gruppo, "(Here We Go Round) The Lemon Tree", come singolo, relegando "Flowers in the Rain" sul lato B. All'ultimo momento, però, Tony Secunda, il manager del complesso, riesce a convincere la casa discografica che "Flowers in the Rain" è una scelta migliore e più commerciale, riuscendo così a far invertire i due lati. 

Roy Wood (1967)
Il 25 Agosto 1967, il 45 giri di "Flowers in the Rain" viene finalmente messo in commercio sotto la Regal Zonophone, una filiale della EMI. Il singolo riceve recensioni contrastanti ma arriva subito al 19esimo posto, per poi salire immediatamente al secondo e rimanere lì per tre mesi consecutivi. La popolarità dei Move fa un balzo enorme, permettendogli di esibirsi alla rinomata trasmissione Top of the Pops e di fare un tour in giro per il paese con molte date che finiscono per andare in sold out. Se aggiungiamo che, come già menzionato in precedenza, il singolo ha avuto l'onore di essere stato la prima canzone rock ad essere trasmessa dal primo canale delle BBC, tutta questa storia dovrebbe essere fonte di gioia per il gruppo, nonché una sorta di traguardo e di apripista per un futuro in discesa, giusto?

Sbagliato, perché, purtroppo, qualcuno ebbe un'idea tutt'altro che geniale. Per aiutare la promozione del singolo e giocare un po' sulla natura controversa del gruppo, Secunda decide di organizzare uno stunt pubblicitario molto particolare: una cartolina illustrata che ritrae l'allora primo ministro Harold Wilson completamente nudo seduto accanto alla sua segretaria Marcia Williams. L'illustrazione, che bolla Wilson come "disgustoso", "depravato" e "spregevole", faceva riferimento ad uno scandalo avvenuto qualche anno prima, secondo il quale il Primo Ministro avesse una relazione extraconiugale con la sua segretaria; da parte sua, Wilson si giustificò definendo tali dicerie con gli aggettivi a lui diretti in questa cartolina. Si trattava, comunque, di un bersaglio abbastanza facile: Harold Wilson non era, infatti, molto amato dalle nuove generazioni, dato che aveva tentato di chiudere le cosiddette "radio pirata" che trasmettevano intorno a Londra e che impedivano alla BBC il monopolio assoluto, dando allo stesso tempo nuovo spazio ai gruppi che i giovani volevano ascoltare. Il fatto che pochi mesi prima ci fosse stato un evento di beneficenza "Free The Pirates",  durante il quale i Move avevano partecipato distruggendo un effige di Wilson a colpi di ascia era come il cacio sui maccheroni. Piccolo particolare: Secunda decide di non prendersi minimamente la briga di informare i musicisti che, nel frattempo, stanno suonando in giro per l'Inghilterra.

Harold Wilson
Le cartoline vengono stampate in fretta e furia e distribuite ai fan, alla stampa e ai media. Dopo qualche giorno, ovviamente, succede l'inevitabile: una di queste finisce tra le mani del Primo Ministro che, come prevedibile, non la prende molto in ridere. Il giorno dopo, Wilson si reca in tribunale e riesce a bloccare la distribuzione di suddetta pubblicità. In tutto questo, i Move sono ancora ignari di quello che è successo e, tornando dal tour, si meravigliano non poco di essere accolti da uno stuolo di reporter e giornalisti. Scoperta velocemente la verità, si confrontano con il loro manager che, però, li rassicura e dice loro che andrà tutto bene se lasciano che sia lui a parlare con la stampa. Il giorno dopo, i Move sono sulla prima pagina di tutti i quotidiani Inglesi: un traguardo che, sicuramente, avrebbero preferito raggiungere in un altro modo. "C'era pericolo che punissero noi per educare tutti gli altri" raccontò il batterista Bev Bevan qualche anno più tardi "avevano chiuso le radio pirata e ne stavano soffrendo le conseguenze: adesso, invece, avevano modo di riscattarsi con l'opinione pubblica". Il 6 Settembre 1967 il gruppo viene convocato alla Gran Corte di Giustizia di Londra, venendo accolto ancora una volta da vari reporter. I cinque, accompagnati da Secunda, si presentano con vestiti eccentrici e parlano ai giornalisti usando il tono spavaldo delle loro personalità da palcoscenico. "Non abbiamo fede nella politica" spiega il cantante Carl Wayne ad uno dei cronisti che lo intervista di fronte al tribunale "se fosse per noi, voteremmo per gente come Frank Zappa o Jimi Hendrix". In realtà, questa messinscena era solo un modo per non perdere la faccia coi loro fan e i Move si rendono ben conto della potenziale gravità di tutta la faccenda. Per il momento, l'ordine di non distribuire il contenuto della cartolina viene confermato ma, qualche giorno più tardi, sicuramente allo scopo di intimidire questi cinque giovanotti arroganti, i Move e il loro manager cominciano a ricevere visite frequenti e pedinamenti da parte di alcuni uomini in nero che, più avanti, si scoprirà fare parte del MI5, l'ente per la sicurezza e il controspionaggio del Regno Unito. A questo punto, band e manager si arrendono e concordano in una risoluzione extragiudiziale della controversia. L'11 Ottobre 1967 le due parti trovano un accordo: il Primo Ministro Wilson ritirerà la denuncia ma, in cambio, i Move doneranno tutte le royalties di "Flowers in the Rain" a delle associazioni benefiche di scelta di quest'ultimo, tra cui la Spastics Society e lo Stoke Mandeville Hospital, entrambe dedicate alla cura di pazienti affetti da paraplegia. In una dichiarazione pubblica di Quentin Hogg, il legale del Primo Ministro, tra le varie cose, si legge che normalmente, Wilson "non avrebbe necessariamente preso le stesse misure in altre occasioni simili" e che il politico "non ha mai avuto intenzione di agire con fare crudele o vendicativo" ma che aveva scelto di ricorrere per vie legali a causa della distribuzione in grande massa della cartolina. In quel momento, il singolo contava qualcosa come 250.000 copie vendute.

Move(LP del 1968)
Il 3 Novembre 1967, la EMI decide di cancellare il singolo successivo del gruppo; "Cherry Blossom Clinic", sicuramente uno dei pezzi più apprezzabili dell'intera discografia, il cui testo, però, racconta la storia di un malato mentale rinchiuso in un manicomio. Le parole in sé non hanno nulla di offensivo ma sono incredibilmente cupe e, essendo sovrapposte ad una base orecchiabile e allegra, si ha il timore che possano generare altra pubblicità negativa. In realtà, la canzone che spaventa di più i legali della EMI è la B-side: un rocker furioso intitolato "Vote for Me" che sembra fare riferimenti indiretti alla controversia riguardante "Flowers in the Rain""Esprimi opinioni in questo posto dove nessuno ascolta/loro prendono precauzioni giusto in caso tu dica una parolaccia/per favore, correggimi se sembra che io stia facendo troppo casino/in questa professione la gente si affretta a rimetterti al tuo posto/votami, insieme governeremo il mondo" si sente cantare nel brano. "Cherry Blossom Clinic", insieme a "Flowers in The Rain" e alla sua B-side "(Here We Go Round) The Lemon Tree", verrà inclusa nel primo omonimo LP del gruppo nel Marzo del 1968, ma per poter ascoltare "Vote for Me" bisognerà attendere il 1998, quando verrà inclusa come bonus track nell'edizione deluxe dell'album.

The Move (1970)
La rinuncia delle royalties di "Flowers in the Rain" provocherà, nel corso del tempo, una grave perdita nei guadagni del gruppo: sarà, infatti, l'unico loro singolo a vendere in grande massa, nonostante i Move continueranno a godere di una certa stima di pubblico e critica. Da canto suo, Wilson poteva ritenersi soddisfatto per la sua vittoria e rimarrà in carica fino al 19 Giugno 1970 per poi diventare capo dell'opposizione. Morirà di cancro al colon nel Maggio del 1995, all'età di 79 anni. Quando la Carlton TV, nel 1998, farà un documentario incentrato sulla figura di Roy Wood, i suoi eredi negheranno i permessi di mostrare la cartolina incriminata. Tony Secunda verrà licenziato dai Move poco tempo dopo la controversia. Il gruppo, invece, continuerà la suacarriera pubblicando diversi singoli e un totale di 4 album in studio. Il punto di svolta avviene nel 1970 quando, inaspettatamente, il cantante solista Carl Wayne lascia, sostituito dal chitarrista e compositore Jeff Lynne degli Idle Race, un amico di vecchia data di Wood. Questa formazione comincerà a fare musica sempre più ardita e sperimentale fino a quando, in modo del tutto naturale, non cambierà nome in Electric Light Orchestra, perdendo totalmente ogni aspetto provocatorio ma guadagnando un maggiore successo di vendita. Ma questa è un'altra storia...



- Fonti e altre letture di interesse -


domenica 21 agosto 2016

Misero Spettacolo - Porci, Pecore e Pirati (Zeta Factory, 2016)


"Porci, Pecore e Pirati" del quintetto nato a Bologna Misero Spettacolo è il terzo lavoro all'attivo e forse quello che più si avvicina ad alcuni dei nomi citati tra le loro influenze. Liricamente sono le venature malinconico-depressive di Luigi Tenco e l'impegno politico di Fabrizio De André a distinguersi di più, anche se con striature più polemiche nell'accezione negativa del termine come piace molto ai compositori italiani degli ultimi anni. Quante volte l'italiano medio è stato già bersagliato nei testi ultimamente? Va da sé che occorre farlo in maniera diversa se si desidera abbattere le mura di diffidenza innalzate ormai di default da critica e pubblico e ci sono inizialmente molti dubbi su quanto i cinque riescano a farlo, perlomeno al primo ascolto. 
Tuttavia, la maturità è evidente nella stesura dei brani, che mescolano stili molto distanti tra loro facendone un calderone originale, divertente, energetico. Possiamo sentire country, bluegrass, jazz, psichedelia, rock anni sessanta e settanta, rock'n'roll, cantautorato, evitando il facile passo falso di rendere il tutto troppo poco omogeneo. La sezione ritmica in alcuni momenti regge il gioco più degli altri, ma è evidente l'intesa tra tutti gli strumentisti abili a creare un collante verosimile e credibile. I momenti migliori sono quelli in cui anche le parole raggiungono il loro punto più alto: molto amara, potremo dire stavolta à la Tenco - o addirittura à la Santercole - "Mia Cantina", brano che parla di una fuga dal mondo rinchiudendosi in sé stessi nella cantina di casa, scappando da tutto ciò che non possiamo mandare giù del nostro paese, i cui problemi, pungenti quanto insopportabili per gli autori, riaffiorano prepotentemente nella splendida "Emigrante", forte di una satira mordace e salace memore di un certo cinema nostrano meno volgare (più Monicelli, meno Neri Parenti, per capirci). 

In sintesi, questo lavoro mette in luce la maestria nel songwriting, una capacità interpretativa del presente sicuramente profonda e d'impatto, e come ciliegina sulla torta la straordinaria virtù della varietà, anello debole della musica italiana da molto tempo. Manca ancora qualcosa per parlare di capolavoro, ma la strada prescelta è quella giusta, indubbiamente.