venerdì 16 marzo 2012

Phil Collins - Face Value (Virgin, 1981)


Dopo aver parlato di Peter Gabriel, mi pare quanto meno giusto dedicare una recensione a quello che (a torto, a mio avviso) è considerato l'altro grande protagonista dei Genesis: Philip David Charles, in arte Phil, Collins.

Da sempre c'è una diatriba accesissima tra i fan dei Genesis: meglio i Genesis con Peter Gabriel alla voce o con Phil Collins? (Per amor di cronaca, va anche ricordato che c'è stato anche un terzo frontman nel 1997, il bravo Ray Wilson). In realtà non c'è una vera risposta (come su tutte le cose che coinvolgono la sensibilità musicale individuale). Personalmente, mi definisco un Gabriellano moderato: ritengo il periodo con Peter Gabriel come frontman di gran lunga superiore all'altro, anche se questo non mi impedisce di apprezzare molti dei dischi del successivo, in particolare "A Trick of The Tail", "Wind and Wuthering" e "Duke".

In questo caso, però, si sta parlando della carriera di Phil Collins, non quella dei Genesis. L'album di cui parliamo oggi, "Face Value", è un caso molto interessante. Si tratta dell'esordio solista del polistrumentista Inglese. Va ricordato, quindi, che in questo periodo il nome di Phil Collins non portava alla memoria immagini di canzoni pop o musica sdolcinata: in questo periodo Collins era considerato un musicista di altissimo livello che aveva suonato in album di gente del calibro di Brand X, Brian Eno, Robert Fripp, Peter Gabriel e Steve Hackett. Per cui, questo album, va ancora considerato, tutto sommato, come il disco solista di un batterista, ed è per questo che risulta così interessante anche se da un lato è pur vero che i Genesis stavano progressivamente (concedetemi il gioco di parole) abbandonando il genere progressive.

Non facciamo l'errore, infatti, di dimenticarci che Phil Collins è principalmente un batterista: e che batterista! Il suono di batteria, molto potente, e il drumming, impetuoso, impeccabile e incisivo è una delle attrattive maggiori di questo disco. Si ascolti, ad esempio, il formidabile attacco nella celeberrima "In The Air Tonight", uno dei brani pop meglio costruiti di sempre. Tale entrata, geniale, è sottolineata anche dal fatto che la batteria non entra fino a quasi il termine del brano, con un suono che colpisce in faccia l'ascoltatore. Tale suono, in realtà, non è totalmente farina del suo sacco: Collins, infatti, partecipò alle session del terzo, splendido album, non intitolato di Peter Gabriel. Durante le registrazioni, Gabriel impose ai batteristi di non usare nessun tipo di piatto. La batteria di Collins è udibile nei brani "Intruder" e "No Self Control", e il drumming in questi due brani sarà proprio quello che ispirerà il suono e l'entrata di "In The Air Tonight". Altri brani dove la batteria è particolarmente incisive sono lo spensierato strumentale "Hand in Hand" e l'apocalittica reinterpretazione di quel capolavoro Beatlesiano che è "Tomorrow Never Knows", posta in chiusura del disco. Vale la pena spendere un paio di parole anche su questa cover. Collins, infatti, è sempre stato un grande fan di Ringo Starr, a tal punto da affermare, in un'intervista rilasciata per il libro di George Martin "The Making of Sergent Pepper" nel 1992: "Starr è molto sottovalutato. I suoi fill di batteria nel brano "A Day in the Life" (NDA: brano conclusivo di "Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band") sono davvero molto complessi. Oggi, se vai da un batterista professionista e gli dici 'voglio qualcosa come questo' non saprebbe replicarlo". "Tomorrow Never Knows" è, appunto, uno dei brani originali dei Beatles dove la batteria di Starr gioca un ruolo fondamentale, e una cover in un disco di batterista suona abbastanza naturale. La versione di Collins è affrontata ad un tempo più lento e risulta più elettronica. Ciononostante, il brano non differisce più di tanto dall'originale, forse perché già il capolavoro Revolveriano è stato un po' una primissima sperimentazione elettronica. Collins cerca anche di rendere inquietante questa versione inserendo alcuni cori, violini e fiati, rovesciati, rallentati e/o velocizzati, e un accenno finale a mezza voce del classico "Somewhere Over The Rainbow" a fine brano (parlando di questi abbellimenti, sul documentario uscito per la serie "Classic Albums", Collins scherza sul fatto che "nessuna droga è stata assunta durante la creazione del disco").

Altri brani degni di nota sono lo strumentale "Droned", la ballata minimale "The Roof is Leaking" (con la straordinaria partecipazione di Eric Clapton!) e la rockeggiante "Thunder and Lightning", mentre tra le pecche dell'album troviamo una discutibile reinterpretazione del brano dei Genesis "Behind the Lines" e l'incerta "I'm Not Moving".

Si tratta quindi di un disco molto professionale e ben costruito. Non un capolavoro, e non un album al livello di nessuno di quelli di Peter Gabriel, a cui, volente o nolente Collins sarà sempre paragonato (è importante specificare che in realtà, non vi è nessuna rivalità tra Collins e Gabriel, che, invece, sono sempre stati in rapporti di amicizia: come già citato, Collins ha partecipato alle session per il terzo album di Peter Gabriel, e Gabriel ha partecipato come corista alle session per l'album di Collins "No Jacket Required" del 1985). Per la riuscita di questo album Collins ha ingaggiato alcuni nomi da far girare la testa: oltre al già citato Clapton, troviamo anche Shankar, Alphonso Johnson, Daryl Stuermer e i Phenix Horns (la sezione fiati dei leggendari Earth, Wind & Fire).

Infine, concludiamo con una piccola riflessione: a volte Phil Collins è considerato dai fan del progressive, come un traditore (nella migliore delle ipotesi) o come un incapace (nella peggiore delle ipotesi, e francamente, per fare tale paragone bisogna veramente non capire un'acca di musica), e, in genere, il nome di canzoni come "Sussudio", "One More Night" e "Groovy Kind of Love" porta reazioni di disgusto. I gusti personali non si discutono, ma è necessario ammettere che nel suo genere (il pop commerciale), Collins si è dimostrato un professionista in grado di creare canzoni perfette dal punto di vista tecnico (ATTENZIONE: in questa frase NON va letto che, comunque, tali brani siano dei capolavori), oltre ad essere un grande batterista e un cantante tecnicamente impeccabile. Semplicemente, non si tratta di brani progressive, ed è anche abbastanza incomprensibile voler per forza legare Collins al suo passato progressive e fusion. Ma questo è un altro discorso più complesso che affronteremo un'altra volta...

Voto: 7+

venerdì 9 marzo 2012

Into Deep #4 - Peter Gabriel - N/A





Peter Gabriel è un artista straordinario, uno dei pochi in grado di accontentarci tutti. Voce splendida, originale, con grande orecchio e grande anima e soprattutto poliedrico e in grado di rinnovarsi col tempo. Con i Genesis, o da solista, Gabriel ha sempre lavorato in maniera professionale, con gusto e al massimo delle sue capacità, raggiungendo sempre picchi elevatissimi, con rarissime eccezioni.

Ovviamente, Peter Gabriel è un essere umano, e anche lui, come tutti noi, ha le sue pecche. La sua principale, a mio avviso, è quella di dimenticarsi del suo catalogo e di lasciare fuori stampa un sacco di cose interessanti. In questo articolo ci siamo immaginati una ipotetica selezione di 24 brani intitolata "N/A" (in perfetto stile Gabriel) che racchiuda alcune tra le varie rarità che l'artista Inglese ha pubblicato nel corso della sua carriera. Questa lista non è completa: ho evitato volutamente alcune cose, come le versioni strumentali dei brani o le radio edit. Anche così, comunque, si raggiungono le due ore di musica e verrebbe fuori un'interessante doppio CD. Come normativa di questo blog, non vi offriremo nessuno di questi brani in download, anche se molti di essi sono fuori stampa: questo articolo è a puro scopo didattico. Tuttavia, nel caso foste proprio curiosi, molti di questi brani sono facilmente reperibili su youtube. Chi cerca trova...


STRAWBERRY FIELDS FOREVER
(Da "All This and World War II", Novembre 1976)

Il progetto "All This And World War II" consisteva nella colonna sonora di un documentario che contrapponeva la musica dei Beatles agli avvenimenti della seconda guerra mondiale. Le canzoni dei Beatles sono interpretate da vari artisti importati tra cui Bryan Ferry, Keith Moon, Jeff Lynne, Elton John, Riccardo Cocciante (!!) e persino John Lennon in incognito. L'arrangiamento del brano è un po' troppo pomposo, ma in un certo senso ricorda un po' le cover che Peter avrebbe realizzato 34 anni dopo sull'album "Scratch my Back". Interessante notare, più che altro, che questa probabilmente è la prima pubblicazione solista di Gabriel fuori dai Genesis. Nel 2006, dopo 30 anni dall'uscita del vinile originale, l'intera compilation è stata stampata per la prima volta su CD.


SLOWBURN
(B-side di "Modern Love", Luglio 1977)

Ovviamente "Slowburn" è un brano reperibile sul primo dei quattro omonimi album di Peter Gabriel, ma la versione su singolo ha una particolarità: dura infatti quasi un minuto in più. In effetti, ascoltando la versione su disco, si nota come il brano inizi quasi sospeso, come se mancasse qualcosa. In effetti manca qualcosa, precisamente una intro strumentale. Tuttavia, ritengo che il brano in questione sia il meno interessante del primo disco e che questa intro non gli aggiunga né gli tolga niente in particolare. Curiosamente, questa versione è apparsa su alcune edizioni in vinile del primo disco, precisamente quelle pubblicate per la Direct Disk Labs. Tuttavia, non è disponibile su CD.


PERSPECTIVE
(B-side di "D.I.Y.", Maggio 1978)

Come "Slowburn", anche "Perspective" è un brano facilmente reperibile su qualsiasi CD del secondo album, però il discorso è lo stesso che per il brano precedente, solo che qua l'aggiunta è sostanziale (la versione su disco dura 3:23", quella su singolo 5:06"). L'estensione della versione su singolo consiste nell'allungamento dell'assolo di sassofono finale (a opera di Tim Cappello). Questa versione del brano non è disponibile su CD.


D.I.Y.
(Singolo pubblicato nel Settembre 1978)

La versione su album di "D.I.Y." (Do it yourself) era stata già pubblicata su singolo in precedenza (vedi il brano precedente), ma il risultato fu un flop. Deciso a far diventare il brano una hit, Peter ne fece uscire una seconda versione, più lunga e più energica, con l'aggiunta di interessanti parti di sassofono. Purtroppo i risultati di vendita non cambiarono e il brano cadde nel dimenticatoio. Questa versione del brano, di gran lunga superiore a quella su album, purtroppo non è disponibile su CD.


ME AND MY TEDDY BEAR
(B-side di "D.I.Y.", Settembre 1978)

Una delle cose più inquietanti e disturbate mai prodotte nella discografia di Peter Gabriel. L'artista riprende una ninna nanna classica e cambia il testo in modo che rifletta la situazione di un malato mentale (e possibilmente anche di tumore... "they take all the pain away from me", "we've got no hair, but we don't care") accompagnato solo dal piano. A peggiorare le cose, il brano è introdotto e concluso da degli inquietanti suoni di passi. Non è disponibile su CD, ma Gabriel era solito aprire i concerti del suo secondo tour proprio con questo brano.


SOLSBURY HILL [live at the Bottom Line, NYC, Oct 4, 1978]
(Flexi-disc pubblicato nel Novembre 1978)

Simpatico omaggio regalato ad alcuni concerti del tour, oggi diventato una chicca per collezionisti. Questa versione del brano non è disponibile su CD.


THE START/I DON'T REMEMBER
(B-side di "Games Without Frontiers", Febbraio 1980)

Ovviamente Peter proprio non ce la fa a pubblicare la stessa versione dei brani! "I Don't Remember", inclusa nel terzo album, in realtà era già stata proposta dal vivo durante il tour del secondo. A giudicare dalle sonorità, probabilmente questa versione del brano risale alle session del secondo album. Non è migliore di quella pubblicata (risulta infatti un po' troppo soft), ma è comunque un'alternativa molto carina. La intro "The Start" è la stessa versione presente su album. Questa versione del brano non è disponibile su CD.


JETZT KOMMT DIE FLUT
(B-side di "Spiel ohne Grenzen", Febbraio 1980)

Il terzo e il quarto album di Peter Gabriel sono stati editi in Germania, ricantati in Tedesco con i titoli, rispettivamente di "Ein deutsches Album" e "Deutsches Album". Il suo singolo "Games Without Frontiers", in Germania, ovviamente è uscito in versione Tedesca. Il lato B del singolo è una versione in Tedesco di "Here Comes the Flood" (un classico del primo album). L'arrangiamento è quello che Peter è solito proporre dal vivo, ovvero piano e voce. Non sono particolarmente un fan delle versione Germaniche dei brani di Gabriel, ma l'interpretazione è molto convincente. Non è disponibile su CD.


BIKO
SHOSHOLOZA

(singolo pubblicato nell'Agosto 1980)

"Biko", una delle canzoni immortali di Peter Gabriel, dedicata all'attivista Sudafricano Stephen Biko, imprigionato e tragicamente ucciso nel 1977, segna probabilmente l'inizio dell'avvicinamento totale di Peter Gabriel verso la world music. Il lato B del singolo, "Shosholoza", è un canto Africano a cui Peter ha aggiunto qualche sovraincisione elettronica (e qualche vocalizzo). Il risultato è molto interessante, e ci mostra un Gabriel ancora un po' acerbo che comincia a muovere i primi passi verso la maturazione totale del genere. Tuttavia, verso il finale, il canto e la musica perdono un po' di sincrono, e il che potrebbe spiegare come mai questa B-side non sia stata inclusa su disco. Interessante notare che anche la versione su singolo di "Biko" differisce leggermente da quella su album (il canto Africano che apre e chiude il brano è diverso, così come il mixaggio). Né questa versione di "Biko" né "Shosholoza" sono disponibili su CD.


SOFT DOG
(B-side di "Shock the Monkey", Settembre 1982)

Continua lo sperimentalismo di Gabriel verso la World Music. Il riff del brano ricorda vagamente "I Go Swimming", ma in realtà il modo in cui il tema viene affrontato è completamente diverso. Apprezzabile e molto sperimentale. Interessante notare come sul retro del 45 giri non appaia il titolo "Soft Dog", ma semplicemente l'immagine di un cane di gomma. Il titolo del brano però è chiaramente "Soft Dog": sono infatti le uniche parole di senso compiuto cantate in tutto il brano (e inoltre il label lo riporta). Non è disponibile su CD.


ACROSS THE RIVER
(B-side di "I Have the Touch", Dicembre 1982)

Una delle migliori B-side tra tutte quelle proposte. Questo brano, molto atmosferico e eccellentemente costruito in maniera precisa, è una piccola perla. Anche perché non è un brano solo di Peter Gabriel, ma è una collaborazione con Shankar, Stewart Copeland e il fido David Rhodes, chitarrista storico del cantante. Il brano gioca molto sulle dinamiche, e il drumming potente e incisivo di Copeland non fa che risaltare la cosa. Una versione live del brano sarà inclusa nel disco "Secret World Live". Questa versione in studio è stata pubblicata anche nella compilation di 2 LP "Music and Rhythm". Solo una parte della compilation è stata ristampata su un CD intitolato "The Best Of Music And Rhythm", e per fortuna tra queste selezioni compare anche "Across the River".


KISS OF LIFE (live)
(B-side di "Solsbury Hill (live)", Giugno 1983)

Oltre a fare uscire uno splendido doppio LP live ("Peter Gabriel Plays Live"), Gabriel aggiunge anche un piccolo bonus sul retro del singolo con la versione dal vivo di "Solsbury Hill". "Kiss of Life", purtroppo, è sempre stato l'unico brano dal quarto album (anche questo intitolato, come i tre precedenti, anche se a volte è stato pubblicato col nome di "Security") a sembrarmi decisamente sottotono, per cui questa versione dal vivo non fa molto per me. Obbiettivamente, però, è una buona performance, energica e professionale. Questa versione del brano non è disponibile su CD.


WALK THROUGH THE FIRE
(singolo pubblicato nel Maggio 1984)

"Walk Through the Fire" è un ottimo brano che Gabriel ha contribuito per la colonna sonora del film "Against All Odds" (in Italia "Due vite in gioco") del 1984. Si tratta di un brano frizzante, leggero ma non scontato che non avrebbe sfigurato sul disco "So" di due anni dopo. Magistrale la performance di Tony Levin allo stick (come se avessimo avuto dubbi). Un montaggio leggermente diverso della stessa versione è stato pubblicato sul CD della colonna sonora di "Against All Odds", nel quale compaiono anche gli amici e ex colleghi Mike Rutherford e Phil Collins.


OUT OUT
(singolo pubblicato nel Dicembre 1984)

Il 1984 è l'anno delle colonne sonore per Peter Gabriel. Questo brano è finito nella colonna sonora del film "Gremlins". Purtroppo non siamo assolutamente ai livelli della precedente "Walk Through The Fire", e si tratta di un brano non particolarmente bello che oltretutto ha la sfortuna di durare 7 minuti. Molto irritante la voce distorta di Gabriel. Questo brano è stato ripubblicato nella versione CD della colonna sonora del film "Gremlins".


DON'T BREAK THIS RHYTHM
(B-side di "Sledgehammer", Aprile 1986)

Il titolo potrebbe far presagire cose brutte: infatti di solito nominativi del genere vengono appioppati a remix o cose di questo tipo. Non lasciatevi trarre in inganno: "Don't Break This Rhythm" è un brano delizioso, interpretato magistralmente e con un (appunto) intenso e ballabile ritmo tribale. E' uno di quei brani che Gabriel deve tirare fuori dal dimenticatoio. Il brano è disponibile in CD, ma solo nella versione CD del singolo "Sledgehammer", purtroppo fuori stampa.


CURTAINS
(B-side di "Big Time", Marzo 1987)

Ed è quando scopri brani di questo tipo che ti rendi conto che un po' di ricerca porta i suoi frutti. "Curtains", ingiustamente relegata a lato B di "Big Time", è una vera gemma. Malinconica, con un'interpretazione struggente e costruita in maniera estremamente intelligente. Infatti il brano, già abbastanza breve di suo, inizia con una sezione strumentale che ne ricopre i 2/3. Il resto della composizione è affidato ad un'unica strofa, che termina direttamente il pezzo, lasciando un senso di smarrimento e di malinconia. Una gemma che avrebbe dovuto comparire su disco. Questo brano in realtà è stato un po' rivalutato da Gabriel stesso (continuate a leggere l'articolo per saperlo), ma purtroppo questa versione è stata ignorata. La sua unica stampa su CD si trova infatti solo sulla versione Compact Disc del singolo "Big Time", purtroppo oggi difficilmente reperibile.


GA-GA (I Go Swimming Instrumental)
(B-side di "Red Rain", Giugno 1987)

Il titolo è abbastanza esplicativo. Curiosamente, la versione in studio di "I Go Swimming" (brano che, per chi non lo sapesse, è stato pubblicato per la prima volta sul disco dal vivo "Peter Gabriel Plays Live") risale alle session del terzo album, il che è facilmente notabile ascoltando la batteria (una particolarità del terzo album di Peter Gabriel è che il set di batteria non includeva alcun tipo di piatto). Questo significa che questa versione è rimasta in archivio per 7 anni prima di essere pubblicata. Curiosamente, su alcuni bootleg è reperibile una versione di questa registrazione del brano con una traccia vocale. "Ga-Ga" quindi è stata pubblicata volutamente come strumentale. Non è disponibile su CD.


BIKO
(singolo pubblicato nel Dicembre 1987)

Eccellente versione live di questo classico registrata dal vivo a Cleveland il 27 Luglio 1987. Poiché il singolo ha avuto una stampa in Compact Disc, questa versione è disponibile su CD. Tuttavia, come tutti i singoli dell'epoca, è di difficile reperibilità.


NO MORE APARTHEID
(B-side di "Biko", Dicembre 1987)

Una buona improvvisazione che offre qualche buon vocalizzo di Gabriel, inciso in multitraccia. Benché sia completamente diversa, questo brano ricorda un po' "Across the River". Il perché è presto detto: si tratta di una seconda collaborazione con il violinista Shankar, pubblicata due anni prima nel disco "Artists United Against Apartheid – Sun City". L'unico posto dove reperire su CD questo brano, però, è la ristampa del singolo "Biko" del 1987.


SHAKING THE TREE
(B-side di "Solsbury Hill", Febbraio 1990)

Si tratta di un brano scritto a quattro mani con il percussionista Senegalese Youssou N'Dour. E' un delizioso e coinvolgente brano con un ritornello memorabile e una sezione ritmica pulsante. Questo brano è quello tra i più reperibili di queste selezioni: si può infatti trovare nel disco "The Lion" di N'Dour e sul Greatest Hits "Shaking the Tree: Sixteen Golden Greats" di Gabriel.


QUIET STEAM
(pubblicata sul CD singolo "Digging in the Dirt", Settembre 1992)

Il titolo dice tutto: è una versone alternativa della hit "Steam" dall'album "Us". Il brano, in questa versione, risulta sì molto più calmo, ma si permane di un'atmosfera irrequieta e inquietante, in netto contrasto con la danzante versione originale.


BASHI-BAZOUK
(pubblicata sul CD singolo "Digging in the Dirt", Settembre 1992)

Inquietante strumentale: sembra la colonna sonora di un incubo sull'autostrada. Interessante l'uso della batteria elettronica. Molto carino, ma non essenziale. Questo brano, oltre ad essere stato pubblicato su alcune edizioni del CD singolo "Digging in the Dirt" è reperibile anche come ultima traccia dell'edizione Giapponese dell'album "Us".


CURTAINS
(pubblicata sulla colonna sonora "Myst IV: Revelation, Settembre 2004)

Come già accennato prima, Peter in tempi recenti ha ripreso la splendida "Curtains". Questa nuova versione (che utilizza alcuni frammenti dell'originale) è stata realizzata per la colonna sonora del videogioco "Myst IV: Revelation". Per l'occasione il brano è stato notevolmente esteso. Purtroppo tale aggiunta fa perdere un po' di fascino alla stupenda sfuggente versione originale. Questa versione estesa non è male, ma l'originale era già perfetto così com'era, e non c'era bisogno di aggiungere niente. A quanto pare "Curtains" è tra i brani che potrebbero apparire sul disco "I/O", in preparazione dal 1995, ma ancora non realizzato. Una piccola curiosità: Peter ha anche doppiato uno spirito guida nel videogioco originale.


Ancora una volta è necessario specificare che questa selezione NON rappresenta tutto ciò di raro che Peter Gabriel non ha ristampato nel corso della sua carriera. E' molto difficile tenere conto di tutto ciò che varia da pubblicazione o pubblicazione quando si parla di lui, ma ritengo che questa selezione si possa considerare un buon riassunto. Speriamo che Gabriel si decida a ristampare presto almeno alcune di queste gemme.


domenica 4 marzo 2012

Calibro 35 - Live in Comacchio, Voodoo Club, 18/2/2012




I Calibro 35 sono Enrico Gabrielli (incredibile polistrumentista che si alterna tra fiati e tastiere), Massimo Martellotta (chitarrista con un sound molto tagliente e oserei dire quasi sperimentale) e la solidissima sezione ritmica composta da Luca Cavina al basso Fabio Rondanini alla batteria. Il gruppo, sicuramente uno dei più validi che si possano trovare al giorno d'oggi, nasce nel 2007 con la premessa di voler reinterpretare le colonne sonore degli storici film polizieschi degli anni 70 (musica composta da gente del calibro degli Osanna, Goblin e New Trolls), ma nel tempo si è evoluto con nuove composizioni nello stile dell'epoca, pur non mancando di originalità.


Non a caso, l'album che stanno portando in tour adesso (intitolato umoristicamente "Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale"), uscito a inizio del mese scorso, è composto interamente da brani inediti. Se gli album in studio (comunque di altissimo livello) suonano però un po' calcolati, il vero punto di forza di questo gruppo sono le incredibili esibizioni dal vivo. La capacità tecnica dei musicisti è infatti sicuramente sopra la media e anche l'energia e la passione che il gruppo ci mette per eseguire il materiale.


La serata tenutasi al circolo arci Voodoo a Comacchio (provincia di Ferrara) Sabato 18 Febbraio non ha deluso le aspettative. Hanno aperto le danze i Nolatzco, gruppo rock Ferrarese, la cui maggiore particolarità consisteva nella presenza sul palco di due bassi. Il gruppo ha suonato per circa mezz'ora nella quale hanno proposto un interessante repertorio di inediti portato avanti abbastanza energicamente. I Nolatzco, il 24 Febbraio (ovvero pochi giorni dopo questo concerto), hanno pubblicato il loro album d'esordio dal titolo "Assalto alla luna".


I Calibro 35 hanno cominciato il loro set verso mezzanotte, in un orario molto azzeccato per il tipo di musica che eseguono. La prima parte del set è stata eseguita quasi tutta d'un fiato, senza introduzioni tra una canzone e l'altra, e tra i brani eseguiti ricordiamo "Ogni riferimento a fatti accaduti è puramente casuale", "Eurocrime!", "Uh Ah Brr" e soprattutto "Summertime Killer". La musica, pur essendo abbastanza complessa, suonava abbastanza ballabile (e infatti molti membri del pubblico erano incapaci di rimanere fermi) e allo stesso tempo profonda e magnetica. Dopo circa metà set, Enrico Gabrielli finalmente si rivolge al pubblico proponendo un interessante quiz: ovvero, suonare il tema di un film e chiedere al pubblico se questo tema era familiare. Purtroppo per Gabrielli ai più tale fraseggio non diceva niente, e si trattava del tema di "La casa dalle finestre che ridono" del regista Giuseppe Avati. Il perché di questo test è molto semplice: tale film, considerato uno dei migliori horror Italiani di tutti i tempi, è stato girato nel Ferrarese, vicino a Comacchio. Nonostante questo, il concerto è proseguito a livelli memorabili alternando tra brani ballabili come "Bouchet Funk" (con un divertente accenno di "Bourée", celebre composizione di Bach arrangiata in maniera strepitosa dai Jethro Tull), "Notte in Bovisa" e "Preludio" e altri meno ballabili, come "Massacro all'alba", un piccolo gioiellino tratto dal loro ultimo album che, a mio parere, è destinato a diventare un classico di questo gruppo. Il set è durato circa un'ora e venti minuti, bis inclusi.

Si è trattato di una serata musicalmente magnifica, in un locale con un'acustica discretamente buona e una disposizione tale da permettere una certa intimità tra il gruppo e il pubblico. Nessuna recensione che si rispetti però non può concludersi con qualche nota di demerito. In questo caso si tratta solo della partecipazione del pubblico, incapace di trattenere le chiacchiere durante i momenti più soffusi e a volte disturbando non poco la performance (anche se questo, comunque, è un comportamento tipico Italiano, non solo legato a questa serata). Se devo proprio lamentarmi anche dei Calibro 35, mi rammarico del fatto che non abbiano eseguito "L'uomo dagli occhi di ghiaccio". Per tutto il resto, una serata impeccabile.