venerdì 8 novembre 2013

Into Deep #10 - Flexible Strategies - Le B-side dei Police





"Ho sempre pensato che le B-sides fossero i posti dove avevamo l'opportunità di rilassarci un po'. Parte del nostro materiale è stato concepito durante le improvvisazioni, nei soundcheck ad esempio. Le B-sides hanno la possibilità di essere meno convenzionali, più spinte" - Andy Summers, 1993

Credo non ci sia bisogno di nessuna introduzione per quanto riguarda un gruppo di successo come i Police (il cui nucleo classico è composto da Sting, al secolo Gordon Sumner, al basso e alla voce, Andy Summers alla chitarra e Stewart Copeland alla batteria). La quantità di singoli pubblicata da questo gruppo è proprio uno dei motivi per i quali non ha alcun bisogno di presentazione. Sebbene la maggior parte dei singoli siano brani presenti su album, questa non è una regola generale. Non solo, ma molto spesso il lato B del singolo è un brano inedito: a volte un outtake dall'album dal quale è stato tratto il singolo (escluso perché troppo bizzarro o, semplicemente, per motivi di spazio), altre volte, cose incise appositamente per il retro del singolo, per i motivi egregiamente spiegati nella citazione di Andy Summers indicata qua sopra.

La maggioranza dei brani qui elencati sono disponibili nel cofanetto "Message in a Box" edito nel 1993, che contiene anche tutti gli album in studio e altre rarità, ad eccezione del remake di "Truth Hits Everybody" che, ad oggi, resta non disponibile in nessun altro formato.


FALLOUT
NOTHING ACHIEVING
(Singolo pubblicato nel Maggio 1977)

Contraddistinto da una copertina a dir poco grottesca e da un sound essenzialmente punk, questo 45 giri rappresenta la prima uscita discografica dei Police, un anno prima del loro debutto ufficiale su 33 giri con "Outlandos D'Amour". Entrambi i brani sono stati composti da Stewart Copeland che, all'epoca, era la vera propria mente dell'intero progetto: il batterista, infatti, non solo compone i brani, ma disegna anche il layout del singolo e lavora alla lavorazione fisica del prodotto. Oltre al sound sorprendentemente poco sofisticato (che viene compensato in energia pura), questo singolo è particolarmente degno di nota per essere l'unica uscita discografica con il Francese Henry Padovani alla chitarra, che in seguito verrà affiancato da Andy Summers, prima di essere definitivamente escluso dalla formazione. Tuttavia, Padovani si dimostra un chitarrista non adatto al gruppo, così, in entrambi i brani, incide solo l'assolo: la chitarra ritmica viene suonata da Copeland stesso. Nonostante nessuno dei due brani sia particolarmente speciale, questo singolo non è un brutto modo di cominciare la carriera, con un entusiasmo e un'energia nella performance che coinvolgono l'ascoltatore fin dal primo ascolto.

Per promuovere il primo LP del gruppo "Outlandos D'Amour", viene inizialmente scelta "Roxanne" , ma, sebbene oggi il brano sia piuttosto noto, gli esiti non furono esattamente grandiosi. Come secondo singolo viene scelta "Can't Stand Losing You". Molta della popolarità del brano venne causata dalle controversie che sollevò: il brano alludeva, infatti, al suicidio e la copertina del singolo mostrava una sagoma (appartenente a Stewart Copeland) con un cappio intorno al collo che attende la sua fine su un blocco di ghiaccio che si sta sciogliendo. Per questi motivi, la BBC si rifiutò di trasmetterlo, ma poco importava: il brano divenne comunque noto al pubblico Inglese e fu il primo singolo della band a entrare in classifica.



DEAD END JOB
(B-side di "Can't Stand Losing You", Agosto 1978)

Sul retro del singolo, compariva "Dead End Job", un brano basato su un vecchio riff composto da Stewart Copeland e completato da Sting e Andy Summers. Musicalmente continua ad essere molto più punk che pop e, come i due brani precedenti, colpisce di più per l'energia e il divertimento nell'esecuzione del brano, più che per la composizione in sé. Nel testo, Sting si lamenta del precariato, mentre Summers legge alcuni annunci in un quotidiano locale marcando il suo accento di Lancashire. Nonostante sia evidentemente un brano minore (e il suo posto sia assolutamente quello di B-side), è sempre stato uno dei brani preferiti di Sting che, in alcune interviste, arriva addirittura a definirla "il miglior brano dei Police" e spesso la improvvisa vocalmente all'interno di altri brani dal vivo.

Nel Novembre 1978, viene pubblicato un terzo singolo da "Outlandos D'Amour", la celeberrima "So Lonely". Sul retro del brano, troviamo un'altra canzone non presente sull'LP, la frenetica "No Time This Time". Tuttavia, il brano viene riciclato nel disco successivo ("Reggatta de Blanc") come pezzo di chiusura, per cui non ce ne occuperemo in questo articolo. Se "Can't Stand Losing You" aveva iniziato a rendere noti i Police, "So Lonely" li aveva fatti entrare di diritto tra i gruppi più in voga del periodo. Con "Message in a Bottle", il primo singolo del secondo LP "Reggatta de Blanc", invece, si entra letteralmente dalla leggenda. Amatissimo fin dal primo giorno di uscita, questo singolo rimane il brano per cui i Police sono tutt'ora maggiormente conosciuti. Non solo, si tratta anche del primo singolo che rappresenta veramente il sound che contraddistingue i Police.



LANDLORD
(B-side di "Message in a Bottle", Settembre 1979)

Sul retro del singolo, invece, troviamo "Landlord", un brano punk vecchio stile composto originariamente da Copeland, il cui testo è stato in seguito riscritto da un risentito Sting che voleva alzare il dito medio contro il padrone di casa che l'aveva appena sfrattato (ingiustamente, a suo parere), insieme alla moglie Frances Tomelty dall'appartamento che aveva affittato a Londra. Il brano non era raro nelle scalette dal vivo del gruppo e, probabilmente, l'unico motivo per cui non è stato incluso in "Outlandos D'Amour" è che il ritornello assomiglia un po' troppo a quello di "Next To You", brano di apertura di quell'LP, cosa evidenziata anche nelle versioni dal vivo (spesso i due brani venivano eseguiti attaccati). Comunque sia, come B-side merita e si incastra perfettamente nel periodo punk che stava attraversando la Gran Bretagna (e il mondo intero) in quel momento, con un Andy Summers spettacolare alla chitarra.


Il secondo singolo di "Reggatta de Blanc", "Walking on the Moon" conferma la grande ascesa dei Police. Si tratta di un brano semplice e immediato, dal testo visionario (pare che sia stato scritto da uno Sting ubriaco), composto da una linea di basso di poco più di tre note, ma che riesce moltissimo nella sua atmosfera cupa e spaziale.


VISIONS OF THE NIGHT
(B-side di "Walking on the Moon", Novembre 1979)

Per il retro di "Walking on the Moon" troviamo un brano estremamente vecchio, così vecchio che faceva parte del repertorio degli Strontium 90, ovvero il gruppo pre-Police che conteneva tutti i membri della band più Mike Howlett, storico bassista dei Gong (band che eseguiva anche altri futuri brani dei Police, specificamente "Be My Girl", "O My God" e "Every Little Thing She Does is Magic") e inserito anche nelle prime scalette del gruppo. Musicalmente si tratta di uno dei pochi brani dei Police (assieme al singolo d'esordio) puramente punk, con tanto di cantato gridato di Sting.


La popolarità dei Police è talmente alta che nel Giugno 1980 la casa discografica A&M decide di ripubblicare tutti i singoli usciti (ad eccezione di "Fall Out"/"Nothing Acheiving", che era uscito per la Illegal Records) in un'unica confezione intitolata "Six Pack". In questo mini-cofanetto viene incluso un altro singolo da "Reggatta de Blanc" altrimenti non disponibile: "The Bed's Too Big Without You".



THE BED'S TOO BIG WITHOUT YOU
TRUTH HITS EVERYBODY (LIVE)
(singolo pubblicato nel Giugno 1980)

Sebbene entrambi i brani siano stati editi, le due versioni qui contenute sono esclusive a questo 45 giri. Il lato A del singolo è una nuova versione in studio, probabilmente, però, registrata in presa diretta e senza sovraincisioni (è in mono). Il risultato è molto meno prodotto di quella in studio, ma più crudo, più energico e molto più vicino all'ascoltatore. Questa versione è molto simile alle versioni che il gruppo suonava dal vivo, ad eccezione della lunga jam centrale, qui necessariamente non eseguita.
Questa versione di "Truth Hits Everybody", invece, proviene dal concerto all'Orpheum Theatre di Boston del 27 November 1979, che sarà pubblicato nel 1995 all'interno del disco dal vivo "Live!". Poco da dire su questa versione: l'arrangiamento è lo stesso della sua controparte in studio su "Outlandos D'Amour", solo eseguito molto più velocemente e energicamente.


L'uscita del tanto atteso terzo album del gruppo, "Zenyatta Mondatta", è anticipata di un mese dalla pubblicazione del 45 giri del suo brano di apertura, "Don't Stand So Close To Me", che diventerà il singolo più venduto della top 10 Inglese del 1980, un'inquieta storia di desiderio impossibile tra una studentessa e un professore.


FRIENDS
(B-side di "Don't Stand So Close To Me", Settembre 1980)

Composta da Andy Summers, "Friends" è uno dei brani più folli dell'intera discografia, vagamente ispirato agli scritti di Robert A. Heinlein. Il testo, cantato, anzi declamato dallo stesso Summers, parla di cannibalismo in toni però, squisitamente filosofici ("Dicono che tu sei quello che mangi, quindi i miei amici diventano parte di me quando li mangio/. 'Amarti è mangiarti', dovrebbe essere il motto degli amanti./ La morte porta all'atto più grande di amore possibile l'uno per l'altro") con uno humour spinto che ben si sposa con la musica che lo accompagna. Senza alcuna ironia, possiamo tranquillamente affermare che vale la pena di esplorare il retro dei 45 giri solo per trovarci brani come questo che, in un contesto da album (soprattutto nel caso di un gruppo come i Police) sono impossibili da trovare.


"Zenyatta Mondatta" va estremamente bene nella classifica, anche grazie al secondo singolo, "De Do Do Do, De Da Da Da", una filastrocca nonsense che colpisce di più per la sua immediatezza più che per il suo valore artistico. Comunque sia, la canzone fa così tanto successo che in Giappone e in Spagna il singolo viene ricantato da Sting nella lingua di entrambi i paesi.


A SERMON
(B-side di "De Do Do Do, De Da Da Da", Dicembre 1980)

Un brano di Stewart Copeland che ricorda molto quelli che all'epoca incideva con il suo progetto parallelo Klark Kent, nel quale suonava tutti gli strumenti e cantava canzoni ironicamente assurde. "A Sermon" non potrebbe essere più perfetta di com'è come lato B di "De Do Do Do, De Da Da Da". Mentre il lato A del 45 giri era una stucchevole canzoncina, il lato B sfoga tutta la rabbia dei Police verso lo show business e all'incertezza del mondo della musica in uno humour deliziosamente arrogante. Come ai vecchi tempi, Copeland suona la chitarra ritmica del brano, mentre le parti più complicate vengono suonate da Summers. Per questo motivo, il sound del brano è un ponte tra i vecchi Police più punk e quelli nuovi più sofisticati, e, quindi, l'ascolto risulta molto interessante.


Se Sting si era già politicizzato con "Driven to Tears" da "Zenyatta Mondatta", il suo apice di protesta viene raggiunto dalla bellissima "Invisible Sun", il primo singolo del successivo album "Ghost in the Machine", contraddistinta da un inusuale sound cupo e oscuro dato dai sintetizzatori, sul quale Sting descrive le condizioni di vita disastrose delle persone che stanno affrontando un periodo di guerra e di distruzione, lasciando però un po' di speranza nel ritornello della canzone. Viene girato anche un videoclip della canzone nel quale vengono mostrate alcune immagini vere degli scontri del nord Irlanda che, per le sue immagini forti, non viene trasmesso dalla BBC.


SHAMBELLE
(B-side di "Invisible Sun", Settembre 1981)

Sul retro del 45 giri appare invece uno splendido strumentale di Andy Summers basato sul suo distintivo sound di chitarra e alcune precisissime linee eseguite all'unisono dai musicisti. In alcuni aspetti, non si discosta troppo dal materiale che Summers registrerà l'anno successivo con il mitico Robert Fripp. La citazione che appare all'inizio di questo articolo è un commento di Andy Summers riferito proprio a questa B-side. Curiosità: in alcune edizioni del singolo, il titolo è erroneamente identificato come "Shamelle".


Il secondo singolo di "Ghost in the Machine", intitolato "Every Little Thing She Does Is Magic", con il precedente ha in comune soltanto il fatto di avere un sound molto inusuale rispetto a quanto i Police ci hanno abituati fin'ora, dovuto soprattutto al piano di Jean Roussel, che non ha mai convinto completamente Copeland e Summers. Il brano in sé è molto vecchio: faceva parte, come già menzionato, del repertorio degli Strontium 90 e una versione si può ascoltare sull'album "Police Academy". Comunque sia, la versione dei Police appare più matura e arrangiata meglio, e il brano viene così trasformato in un piccolo gioiellino che entra di merito al primo posto nella classifica Inglese.


FLEXIBLE STRATEGIES
(B-side di "Every Little Thing She Does is Magic", Novembre 1981)

Niente sorprese, stavolta, nel retro del singolo: secondo quanto riportato da Copeland (che ha definito il brano "vergognoso"), i Police si sono limitati a improvvisare per 10 minuti, in seguito tagliati a 3:44", al solo scopo di creare una B-side. In effetti, la musica è molto rudimentale, arricchita solo da una sovraincisione di sassofono, probabilmente ad opera di Sting stesso. Abbastanza gradevole da ascoltare un paio di volte ma, come immaginabile, niente di particolarmente illuminante.


Con "Spirits in the Material World", il terzo singolo dall'album, si continua con la ricerca di un nuovo sound, ma i risultati, questa volta sono molto meno interessanti, tanto che il singolo non entra nemmeno nella top 10. Curioso notare come, tra l'altro, nella versione in studio di questo brano, Summers sia quasi completamente assente: nei piani iniziali di Sting, non doveva neppure apparire! Comunque sia, questa volta, a differenza del singolo precedente, il vero gioiellino si trova sul lato retro del 45 giri.


LOW LIFE
(B-side di "Spirits in The Material World", Dicembre 1981)

Brano splendidamente malinconico con il solito testo di protesta di Sting e portato avanti da un immenso Andy Summers che, con il suo modo inconfondibile di suonare rende questo pezzo memorabile. Ottimo anche l'arrangiamento, quasi valzer, e l'assolo di sassofono ad opera del musicista Tedesco Olaf Kulber. Amatissima da Sting (compositore del brano), che la riproporrà nel suo album "Bring on the Night", questo brano ha sollevato qualche obiezione da parte degli altri membri del gruppo. Secondo Summers il testo era un po' troppo snob, e l'arrangiamento jazzato non aveva niente a che fare con loro, anche se con il tempo, i suoi sentimenti questo brano si sono ammorbiditi, mentre, Copeland, pur riconoscendo fin da subito l'alta caratura del pezzo e la pregevolezza del sassofono, pensava che questo brano non avesse niente a che fare con loro, per cui entrambi si ritrovarono a votare contro la sua inclusione su album. Secondo chi scrive, relegare un pezzo così ben costruito e raffinato al retro di un singolo è stata una decisione un po' bislacca, sottolineata dal fatto che su album appaiono alcune canzoni (nello specifico "Rehumanize Yourself" e "Too Much Information") che suonano come se fossero state concepite come B-side, ma d'altra parte, la prospettiva che si ha trovandosi all'interno del processo creativo di un gruppo è molto diversa da quella di un estimatore.


Passa un po' di tempo, nel quale abbiamo un tour, alcuni progetti solisti e la partecipazione ad una colonna sonora di un film ("Brimstone & Treacle", nel quale Sting compare anche come attore), contentente quattro ottimi brani in studio, tra cui la splendida "I Burn for You", e finalmente si arriva al 1983, anno di uscita di "Synchronicity", il loro quinto album in studio e, purtroppo, l'ultimo. Le tensioni interne erano infatti, diventate troppo forti per poter continuare e, a dire il vero, molta della loro carriera si è basata soprattutto su questo. Questo ha fatto in modo che la musica che ne uscisse fosse incredibilmente variegata (sebbene la maggior parte delle composizioni siano di Sting, la presenza degli altri due membri è comunque fortissima), ma anche che la fiamma si spegnesse in tempo brevissimo. Comunque sia, il singolo principale di quest'ultimo album, "Every Breath You Take", con una linea di chitarra memorabile, fa un successo strepitoso, forse anche a causa della cattiva interpretazione del testo. La canzone, non parla, infatti d'amore, ma quanto di uno stalker che perseguita la sua vittima.


Sul retro del 45 giri abbiamo un brano intitolato "Murder by Numbers", un piccolo gioiellino il cui testo descrive come poter fare un perfetto omicidio. La canzone entrerà nel mirino del televangelista Jimmy Swaggart la definirà "un'opera di Satana eseguita dai figli di Satana" ("sono stato io a scrivere quella fottuta canzone" risponderà irrisoriamente Sting). Memorabile la versione del brano di Frank Zappa con ospite Sting, improvvisata al momento sul palco dell'Auditorum Theatre di Chicago il 3 Marzo 1988 (sulla base dello standard "Stolen Moments" di Oliver Nelson) ed inclusa nel suo album "Broadway the Hardway". Il brano nella versione dei Police, comunque, non verrà incluso nell'edizione vinile di "Synchronicity", ma solo in quella CD, all'epoca tecnologia nascente, per invogliarne l'acquisto. Comunque sia, poiché l'edizione CD del disco è coeva, e il brano è apparso in qualsiasi versione dell'album da allora, va considerato a tutti gli effetti come una "album track". Ad ogni modo, alcune edizioni speciali del singolo, contengono anche altri due brani, su un 45 giri separato.


MAN IN A SUITCASE (LIVE)
TRUTH HITS EVERYBODY '83

(pubblicate all'interno del maxi singolo "Every Breath You Take" nel Dicembre 1982)


Interessante la scelta di includere una versione dal vivo di "Man in a Suitcase", brano divertentissimo di "Zenyatta Mondatta", ma comunque decisamente minore nel contesto della discografia. Questa versione dal vivo è molto più veloce e spigliata, e, forse, superiore a quella su disco.
Terribile, invece, il remake di "Truth Hits Everybody" riarrangiata come una canzone dei Police di quel periodo, ma stilisticamente incompatibile. Questo remake dà una bella lezione di stile a quei gruppi che cercano di arrangiare i loro primi brani adattandoli ad un sound attuale: le probabilità che la cosa riesca bene sono molto basse perché, anche nel caso in cui il percorso stilistico abbia portato alla maturazione di una band, molto difficilmente i criteri compositivi di tali composizioni sono gli stessi.


Come seconda scelta dell'album si ripiega sulla bella "Wrapped Around Your Finger", un buon brano arrangiato molto bene con un testo che trae ispirazioni da leggende mitologiche. Il singolo non replica il successo di "Every Breath You Take", ma raggiunge un buon ottavo posto nella classifica Inglese e vende discretamente bene anche nel resto del mondo. Curioso notare, comunque, come sia il singolo che ha sfoderato più B-side in assoluto. In Inghilterra, sul retro appare "Someone to Talk To" (composta da Andy Summers), mentre negli USA una versione dal vivo di uno dei brani più interessanti di "Synchronicity", "Tea in the Sahara". A questi due brani, va aggiunto un EP che contiene sia il brano che dà al titolo al singolo, "Someone to Talk To" e una versione inedita dal vivo di "Message in A Bottle" e "I Burn for You" tratta dalla colonna sonora di "Brimstone & Treacle". La versione live di "Tea in the Sahara", invece, apparirà di nuovo sul lato B di "King of Pain", nel 1984.


SOMEONE TO TALK TO
MESSAGE IN A BOTTLE (LIVE)
TEA IN THE SAHARA (LIVE)
(varie B-side di "Wrapped Around Your Finger", Luglio 1983)

Sebbene Summers abbia già fatto sentire la sua voce in alcuni brani dei Police ("Dead End Job", "Be My Girl - Sally", "Friends" e "Mother"), questo è l'unico in cui canta una vera parte di voce solista. Il brano, composto interamente dal chitarrista, non suona musicalmente molto diverso dai brani di "Synchronicity". Tuttavia, spesso, Sting, si rifiutava di cantare testi composti da Copeland o Summers: questo spiega perché, molti brani riportano un doppio credit; nella maggior parte dei casi il testo era stato riscritto da Sting. In questo caso, però, il testo narrava del recente divorzio del chitarrista da sua moglie e Summers non era ben disposto ad eliminarlo, per cui si vide costretto a cantare il brano. Il risultato, pur non essendo magnifico, è comunque interessante.
Poco da dire sulle versioni dal vivo di "Message in A Bottle" e "Tea in the Sahara", invece: dignitose riproposizioni non molto diverse da quella in studio, con l'unica differenza dell'assenza del fade-out.

Il terzo singolo dall'album è "Synchronicity II" (l'unica relazione con "Synchronicity I" è il titolo, ma la musica e il testo sono completamente diversi), uno dei capolavori del gruppo. A detta di Sting, il testo del brano è soltanto un tentativo di dimostrare che la vita non è caos, ma semplicemente una piccola parte di un pattern più organizzato (si parla della vita patetica di un operaio e contemporaneamente del mostro di Loch Ness).


ONCE UPON A DAYDREAM
(B-side di "Synchronicity II", Ottobre 1983)

Chiaramente uno scarto, questa è sicuramente la B-side meno bella tra tutte quelle che abbiamo citato. Scritta a quattro mani da Sting e Andy Summers, la musica è incredibilmente banale e ripetitiva ed è chiaramente un brano che non avrebbe potuto apparire se non nel retro di un singolo. Incredibile a dirsi, ma i Police stessi hanno un'opinione piuttosto alta di questo pezzo...


Dopo il tour che segue all'album, i Police decidono di ibernare il progetto per un anno. Delle due reunion del 1986, solo quella per la serie di concerti di beneficenza "A Conspiracy of Hope" va a buon fine, mentre il tentativo di incidere una compilation con vecchi brani rimodernizzati finisce terribilmente e solo un brano viene completato: "Don't Stand so Close To Me", in una versione, peraltro, abbastanza brutta, salvata solo dalla chitarra. Il progetto viene nuovamente abbandonato ma mai ufficialmente sciolto. Soltanto nel 2007, con il tour reunion mondiale (dal quale scaturirà il disco dal vivo "Certifiable") si mette definitivamente fine al gruppo dei Police: una fiamma che, consumandosi, ha donato molti frutti ma che si è bruciata decisamente troppo in fretta.



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