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Le cronache musicali lo vedono più volte collaborare con Claudio Lolli, e il fil rouge tra i due è evidente in alcune tematiche affrontate. Sax, pianoforte, rhodes, contrabbasso, flicorno, batteria e tromba svolgono in realtà non svolgono solo la funzione di accompagnamento musicale ma contestualizzano i brani in un universo di musica alta, di ascolto, di ricerca, seppur con interessanti discese nel pop di matrice cantautorale. E' il caso di "Lunga la Notte" o di "La Canzone di Rita", dedicata alla collaboratrice di giustizia trapanese Rita Atria. Inevitabile toccare il tema della memoria, con un brano che si intitola proprio così, accompagnato da un videoclip ispirato sulla responsabilità di conoscere, capire e ricordare la storia recente. Molti momenti ricordano Ivano Fossati, anche nella scelta di alcuni passaggi testuali, mentre alcuni intrecci più complessi ricordano recenti lavori di Bollani. Ciò che si respira nel disco è in realtà un'aura di leggerezza, un mezzo che risulta fondamentale per veicolare messaggi di fatto molto pesanti, mentre un suo difetto potrebbe essere la necessità di ascoltare con un'attenzione che oggi si è persa. Sarebbe in parte un insulto approcciare questo disco in maniera distratta, ma nel duemilasedici l'orientamento medio è un altro. Per molti dei motivi sopracitati "Di Notte In Giorno" è agilmente classificabile anche un disco pop, risulta fresco e attuale, non andando a perdersi nelle sterminate praterie di dischi "impegnati" che lasciano spesso il tempo che trovano in un paese storicamente sofferente di una radicata sindrome da memoria corta.
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