giovedì 15 aprile 2010

Mogul Thrash - Mogul Thrash (RCA Records, 1971)


I Mogul Thrash sono un gruppo rock con venature jazz e prog (dovute anche all'ottimo uso dei fiati), che come frontman aveva l'ex Colosseum James Litherland alla chitarra e alla voce solista. Gli altri musicisti, all'epoca erano misconosciuti, ma alcuni di loro avrebbero guadagnato la meritata fama: di John Wetton, geniale bassista dalla voce calda e personale del quale abbiamo parlato un sacco di volte, non c'è bisogno di alcuna presentazione, ma comunque ricordiamo che ha suonato con artisti illustri quali King Crimson, UK, Roxy Music, Family, Asia e tanti altri e citiamo anche Malcolm Duncan e Roger Ball (entrambi sassofonisti), futuri membri degli Average White Band. A completare il tutto, il disco è stato prodotto dal jazzista (ma anche rockettaro) Brian Auger, che suona anche il piano su un brano.
Gli altri membri del gruppo, ovvero il talentuoso Michael Rosen (mellofono, tromba e chitarra) e il batterista Bill Harrison, invece, non hanno avuto la fama che avrebbero meritato e sono in seguito praticamente spariti.
Anche i Mogul Thrash, un gruppo ancora acerbo ma con potenzialità enormi, hanno avuto una triste fine: infatti problemi con il managment hanno costretto la band a sciogliersi precocemente (anche se forse per Wetton è stato un bene, così ha potuto continuare la sua carriera entrando nella miriade di gruppi citati sopra).
Quindi i Mogul Thrash ci lasciano con un solo disco, molto interessante, suonato estremamente bene e sicuramente trascinante. Dicevo prima che il gruppo nonostante tutto è ancora acerbo, e questo si nota in alcuni brani ("Elegy", "Going North, Going West" e "What's This I Hear"), che nonostante siano ben composti (specialmente il secondo, la cui melodia è davvero notevole) sono un po' troppo stiracchati e risultano più lunghi del dovuto.
Ma sono difetti minimi, con i quali si può convivere benissimo. A parte i tre lunghi brani citati, il resto del disco contiene "Something Sad", un trascinantissimo hard rock (con i fiati con la parte da leone), "Dream of Glass and Sand" con venature funky (ma anche jazz negli assolo) e il mio brano preferito "St. Peter", l'unica cantata da solista da Wetton (che comunque fa i cori nel resto dell'album), un'affascinante ballata supportata dal piano (suonato appunto da Auger) che si discosta notevolmente dal resto del disco. Molte edizioni CD contengono anche il 45 giri "Sleeping in the Kitchen", un brano molto trascinante, più riuscito di molti di quelli sul disco (Wetton in persona, tramite il suo forum, mi ha detto che secondo lui quello era il brano dove stavano cominciando a capire che direzione prendere, prima che i problemi legali li costringessero a sciogliersi).
Non è un disco facile da trovare, e a dire il vero la mia edizione sembra anche presa da vinile, ma se lo trovate le vostre fatiche saranno ricompensate, perché questo disco è veramente trascinante e interessante.

Voto: 7/8

2 commenti:

Donald McHeyre ha detto...

Fare la storia con i se è sempre pericoloso.
Avremmo avuto un altro buon dimenticato gruppo degli anni 70 ? Non avremmo avuto le allodole e quel che ne consegue ?

Per me va bene così. Album sopra la media tra i "dimenticati". Litherland si fa valere molto meglio qui che nei Colosseum dove era decisamente l'anello debole.

Unknown ha detto...

Beh, su Litherland "anello debole" della catena Colosseum non sono tanto d'accordo
Non è che poi Clempson faccia apprezzare "Valentyne Suite" nella ri-registrata versione americana "The Grass is Greener", anzi...
E Clempson non era e non è mai stato certo un dilettante



Emiliano