mercoledì 27 agosto 2008

King Crimson - Starless and Bible Black (Island, 1974)


Quinto album dei King Crimson, Starless and Bible Black è il secondo disco, dopo Lark's Tongue in Aspic del '73, a testimoniare le gesta della terza formazione del gruppo, con John Wetton (basso e voce), Bill Bruford (batteria e percussioni) e David Cross (violino, viola) ed ovviamente Robert Fripp (chitarre e mellotron), abbandonati però dal percussionista Jamie Muir. La band prosegue l'ardito discorso sull'improvvisazione cominciato nell'album precedente, e per renderlo ulteriormente spontaneo registra la maggior parte delle tracce dal vivo, arrichendole poi in studio con eventuali parti vocali o minimali aggiunte. Non ostante questo, SABB appare subito come un lavoro più accessibile del suo predecessore (e del suo successore, il difficile Red), particolarmente in dote di un lato dell'album, il primo, caratterizzato da brani più brevi ed assimilabili, in contrapposizione con il secondo lato, costituito da due lunghe ed estreme improvvisazioni strumentali.

Anzitutto, va detto l'esperimento risulterebbe solo in parte riuscito. Alcuni dei brani sono praticamente inesistenti: We'll let you know, registrata a Glasgow, vegeta per quasi quattro minuti di suoni singhiozzanti e percussioni incalzanti (Bruford dimostra, in ogni caso, di aver imparato la lezione del dimissionario Muir) accumulando una tensione che non esplonde mai; il pezzo pare non pervenire a nulla. The Mincer, proveniente da un concerto a Zurigo, è arricchita in studio da una breve parte vocale che poco serve a risollevare le sorti del brano, tenuto insieme da un accompagnamento statico su cui Fripp passeggia senza troppi risultati con i propri effetti chitarristici. La stessa Starless and Bible Black , parte di una data al Concertgebouw di Amsterdam e prima delle due composizioni del secondo lato, incorpora tutti i difetti delle tracce precedentemente citate e li proietta per nove minuti e dodici secondi; ancora una volta si tratta di qualcosa che avrebbe potuto essere adatta alla sede concertistica (ed infatti da dei live vengono queste tracce!) ma fissata su disco perde quasi del tutto significato, anche perchè non si tratta esattamente di un'improvvisazione riuscitissima.

Per fortuna quelli finora nominati sono gli unici casi "irrecuperabili". Vi sono altre due tracce improvvisate, provenienti sempre dagli spettacoli al Concertgebouw, che si trovano totalmente su di un altro pianeta.
Il caso più eclatante è Trio, così intitolata per l'assenza volontaria di Bruford, che non voleva "macchiare" la delicata alchimia del brano; Fripp posa la chitarra per dedicarsi al Mellotron, che s'intreccia in maniera splendida con il violino di Cross (curioso l'intreccio tra archi sintetici ed archi reali), Wetton li segue al basso e dà un'unità alla composizione. E' uno degli strumentali più toccanti e delicati mai eseguiti dal gruppo, e rivela un'intesa perfetta e magica; risulta quasi difficile pensare che il pezzo non sia stato davvero scritto prima di essere suonato.
Fracture (seconda parte del lato 2) pur rimanendo un po' "volatile" come brano trionfa dove Starless and Bible Black aveva fallito, ed è in gran parte merito del chitarrismo frenetico ed anomalo di Fripp, qui impegnato in una delle sue prove più tecnicamente elevate.

A nobilitare il disco vi sono poi le tre canzoni "convenzionali" (per quanto possa esserlo un pezzo dei King Crimson) del disco, che si fregiano di ottime parti musicali affiancate ai notevoli testi di Richard Palmer James, paroliere e chitarrista (fu tra i fondatori originari dei Supertramp) che su questo disco riesce a non far rimpiangere Pete Sinfield.
The Great Deceiver è un'altra occasione per le acrobazie ed i glissando in accordo di Fripp, per una canzone atipica nel tempo e nello sviluppo (si sentano gli stacchi improvvisi, la strofa retta dal solo basso...), impreziosita da un'irriverente lirica sul consumismo, costruita con grande attenzione nel ritmo e nella rima.
Lament parte come una nenia per accordi di chitarra reiterati e mellotron, per poi sfociare in atmosfere più serrate con altri tipici ruvidi suoni Frippiani e giochi percussivi, concludendosi in una frenetica coda in unisono. Il testo è una satira sulla fama, che ben si abbina ad un personaggio particolare come Fripp. Piccola nota: entrambe le canzoni appena descritte sono le uniche del disco ad essere state registrate interamente in studio.
The Night Watch costituisce assieme a Trio il vertice dell'album, la gemma melodica in mezzo a selve di suoni senza compromessi, come Exiles su Lark's Tongue in Aspic e Fallen Angel su Red. Resa immortale da uno splendido testo di Palmer, ispirato al dipinto La Ronde de Nuit di Rembrandt, la canzone si sviluppa in un'atmosfera dolce e soffusa, impreziosita dall'eccezionale lavoro di cesellatura di Fripp, con armonici e fraseggi dilatati. L'assolo a metà del brano (che potrebbe ricordare i coevi esperimenti di Steve Hackett dei Genesis, strumentista che annovera Fripp tra le sue principali influenze) è un piccolo gioiello, uno di quegli intermezzi squisiti come il chitarrista assai raramente ne eseguirà ancora negli anni successivi, concentrandosi unicamente su esperimenti sonori e tecnici.

Tirando le somme, SABB appare come un disco sicuramente non privo di difetti, ma ben controbilanciato da ottimi momenti e segnale di una grande coraggio e volontà di sperimentare da parte degli autori. Lo possiamo considerare come un buon lavoro, sebbene non il migliore del gruppo.

Voto: 8

3 commenti:

Donald McHeyre ha detto...

C'è da dire sulla scelta infelice dei brani "improvisation" messi su quest'album che oltretutto in quel tour, addirittura in quelle stesse date: 23 ottobre 1973 per "We'll let You Konw", 15 novmbre 1973 per "The Mincer" e 23 novembre 1973 per "Starless..", "Trio", "Fracture", eccetto che per queste ultime due, vi erano brani "improvisation" decisamente migliori.

Giovanni Bernini ha detto...

I bootleg dell'epoca offrono materiale di qualità a dir poco superiore. Non riesco ancora a capire per quale strano schizzo siano stati scelti quelli che sono finiti sul disco. Andiamo, con qualcosa di meglio SABB sarebbe stato al livello di Lark's e Red. Per fortuna c'è Night Watch :D

Giovanni Bernini ha detto...

Ah dimenticavo. Grazie di aver commentato Mc. Ciao!