mercoledì 4 novembre 2009

Frigidaire Tango - L'Illusione Del Volo (La Tempesta, 2009)




I Frigidaire Tango sono un nome emblematico per la scena underground italiana. Emersi negli anni '80 come gli alfieri della new wave italiana, scena che non è mai fiorita come invece ha fatto altrove, hanno fermato il progetto nel 1986 per ricomparire 23 anni dopo con questo “L'Illusione del Volo”, interessante lavoro frutto nientemeno che dei troppi anni di stop. E' evidente infatti un accumulo di idee che non permette una completa omogeneità del prodotto finale, lasciando alla voce e ai testi il ruolo di collante tra atmosfere così diverse.
Il codice genetico della new wave più pura è tutto riversato sulla traccia d'apertura Milioni di Parole, così come decenni di tradizione punk ed alternative italica confluiscono nella splendida Mescola Le Razze. Queste due tipologie di suono regnano per tutto il disco, combinandosi in maniere sempre diverse, come nella cavalcata quasi totalmente strumentale Dreamcity (con suoni lo-fi sarebbe adattissima ad un videogioco delle prime console Atari), dai forti toni anni '80, e il pop d'autore di L'Acqua Pensa, con qualche arco che ricorda il lavoro di Dario Ciffo quando militava ancora nei sempreverdi Afterhours. Federico Fiumani, peraltro ospite nel disco, sembra essere grande ispirazione perché echi per nulla impalpabili dei primi Diaframma sono evidenti in Soffia, in Normalmente Triste e in Poesia di Luce. I sintetizzatori gutturali à-la-Franco Battiato, sovrastati dalle chitarre potenti e puntuali, riempiono Paura del Tempo, dal testo sgraziato e pessimista, e si scrive addirittura una personale, forse per alcuni blasfema, versione del padrenostro in Preghiera. “Sudiamo oggi il nostro pane quotidiano perché l'uomo nasce senza debiti”. Il disco si conclude con New Wave Anthem, non troppo fedele al nome in quanto più simile a certe ballad riconducibili agli ultimi dischi di Giorgio Canali (peraltro produttore dell'opera) più che a una tradizione dark come si vorrebbe far credere. In ogni caso è il brano più riuscito, forte di un testo all'altezza delle pretese di un ritorno così atteso.
Un disco come questo si apprezza più per il valore artistico che per la tecnica, buona ma non dimostrata nelle composizioni di questi Frigidaire Tango che riescono in maniera assolutamente genuina a riprendere la new wave abbandonata negli anni '80 per proseguirla con stralci di rock, indie, alternative, punk e cantautorale, mescolando cioè tutto ciò che la “scena” (quella seria) italiana ci ha regalato nel loro periodo di assenza. Superando le prime reazioni di pesantezza suggerite dalla voce, si completa l'ascolto con un senso di appagamento per un'opera completa, volendo anche di valore storico (e musicale, viste le sperimentazioni) anche se ci si chiede quanto ce ne fosse bisogno. Fino a che nessuno se lo chiederà, un gran bel disco.

Voto: 7.5

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