venerdì 19 febbraio 2010

Sanremo si, Sanremo no

Anche quest'anno il "bagaglino" (lo so, lo so che non c'entra...) di Sanremo sbarca sugli schermi sempre più spopolati del nostro servizio pubblico con la sua minestra di fiori, ospiti internazionali con traduttore simultaneo e conduttore sulla cresta dell'onda (neanche tanto, stavolta). Lo chiamano il "festival della musica italiana", il che è strano visto che sembra più che altro il festival di una PARTE della musica italiana: quella dei cenoni tra discografici, dei critici che non sanno nulla (o quasi), del pubblico che spende soldi per televotare quando il vincitore è già deciso prima dell'inizio della kermesse stessa. C'est la vie.
Questa forma di borghese omicidio-suicidio (ma biancovestito e con tendaggi fioriti e profumo da Arbre Magique alla lavanda per non tenere lontane neppure le zanzare) della musica, come un festival di questo tipo NON dovrebbe essere, ci presenta quest'anno alcuni big vicini alla narcolessia da senilità (neanche troppi) ed altri giovinastri appena usciti dall'utero "danarifago" di MTV e discografia "emo-indecente" d'alta classifica (senza parlare delle finte popstar dei talent show assemblati, smontati, fagocitati e ridefecati dalla De Filippi, la Maionchi, ecc.). Siamo nel pop più malcostruito di sempre, con errori già nel format e nelle esigenze di una tradizione che è sempre più da cestinare, ma che per loro non raggiungerà mai l'età pensionabile. Sarà che lo share è sempre più sinonimo di clic su YouTube (e anch'io le canzoni le sto ascoltando lì), e questi non sanno neppure cosa sia un clic (figuriamoci se sono mai andati sul sito), ma Sanremo in QUESTA TV è diventato il festival del vecchio, del marcio, del decaduto. Fuori Morgan che diventa comunque protagonista, tra gag e citazioni da parte della peggior conduttrice che potessero scegliere (la Clerici) e dentro i Sonohra (non ne parlo sotto perché il pezzo è davvero ridicolo). E si...la sorte di chi si fidava del principale evento musicale d'Italia è questa. Si preferirebbe il patibolo piuttosto che assistere ad un massacro mediatico nei confronti del vero pop come si prefigura essere questa ennesima, brutta, edizione del festivàl.

E le canzoni in gara, tra i big, sono vere e proprie perle di musica "leggera". Salvando il salvabile tiriamo fuori le belle voci di Malika Ayane ed Arisa sprecate in due pezzi ridicoli, un abbastanza stonato Totò Cutugno che nell'imitare sé stesso rende plausibile prendere quegli Aeroplani per andarsene "a vivere in campagna", come diceva tempo fa, ma per davvero (ti prego, ritirati). "Charlie fa Surf" dei Baustelle plagiata con un arrangiamento catastrofico (non come i film di Emmerich, peggio) da Irene Grandi, anche se il pezzo è stato composto dallo stesso Francesco Bianconi che in passato ha scritto ben altro. Un Simone Cristicchi, vera rivelazione di qualche festival fa, che nell'imitare Caparezza perde tutta la sua personalità, seppur proponga il miglior testo, per intelligenza e costruzione, del festival. Enrico Ruggeri, giunto all'ennesimo pezzo identico (e brutto) della sua carriera salvato sempre dalla sua azzeccatissima e distintiva voce, che lo separa dal vecchio Vasco Rossi anni '80 solo perché probabilmente non fa uso di cocaina (scusa Morgan!). Nino d'Angelo, addirittura osannato dal pubblico in sala, con un pezzo in napoletano che tributa alla sua provenienza geografica anche nella musica: da dimenticare. Stenderei direttamente un velo pietoso sui pezzi di Noemi, Povia (che tratta sempre temi di cui non sa nulla, con un tatto praticamente nullo, e privo di interpretazione), Marco Mengoni e il suo tiro finto alternative che rovina le poche qualità della sua voce in un pezzo copiato da qualche rockettone americano qui riscritto in salsa videoitaliasolomusicaitaliana. 

Sorpresa positiva, di nuovo, per Fabrizio Moro con un pezzo, senza tanto onore, tra i migliori di quelli che ho potuto ascoltare (per il testo e il tiro abbastanza "catchy", moderno per gli standard sanremesi direi), che urla "sono condannato all'evasione fiscale" e domani sarà su Libero con la targhetta "comunista", paragonato al "Papa Nero" dei Pitura Freska (beh musicalmente ci siamo). Il Mondo Piange, suonata dai Nomadi ed interpretata da Irene Fornaciari, raccomandata fino all'ultimo, altro bel pezzo, soprattutto strumentalmente e per l'interpretazione della cantante. 

Insomma. Bisognerebbe anche sperare che vinca il migliore, tanto per restare nel nostro italico proverbiale senso del rispetto della meritocrazia che nessuno pratica anche se tutti lo vogliono, ma anche superata la difficoltà nell'individuare una persona che meriti davvero questo titolo, sappiamo già che non vincerà mai. Con buona pace di musicologi, critici troppo spocchiosi, critici falliti, presidenti di emittenti radio rovinate e quant'altro. Per favore, date Sanremo in pasto a qualcun altro.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

grandeeee!!!! ma ke vada a fuck sanremo...ahahahha

Brizz ha detto...

Il concetto è quello :D

Anonimo ha detto...

Sostanzialmente concordo sulla maggior parte delle cose citate da Brizzius. Anche se a me la Clerici non è che dispiaccia, in confronto a gente come Pippo Baudo che sembra abbia inventato la tv, a sentirlo parlare, ma dettagli.
Per le canzoni da salvare sono concorde su Irene Fornaciari feat. Nomadi, sia per base che per voce e quella dell'altra Irene, Grandi, che, nonostante sia spudoratamente rieccheggiante il cd 'Amen' di quei fighi dei Baustelle, non mi dispiace. Le voci sprecate a mio parere sono quelle di Noemi e Malika che sfortunatamente sono in gara con canzoni orride. Non sono d'accordo su Arisa, che a mio parere è ancora al mondo perchè ha qualche santo in cielo ed è ancora in gara grazie alle sue tre drag-queen. La odio pesantemente (ma che si lavi e si cambi, porca miseria!!).
Per quanto riguarda le giovani proposte sono tutte da sgararsi le vene, come diceva la cara Rettore; unica canzone che MERITA davvero è 'Buio e luce' della Fame di Camilla che a me piace un sacco.
Per il resto, unica sera che ha meritato è stata ieri grazie al cameo di Riccardo Cocciante e i suoi artisti. Stasera teniamo la tv spenta che ci sono i Tokio m***a Hotel. Aloha!
BenBen

Brizz ha detto...

Tokio Hotel di merda. Tanto saranno in playback.

A me Noemi non è piaciuta particolarmente, non canta male (ma quasi nessuno canta male di quelli), è che sono quasi tutti arrangiamenti talmente banali o di merda che fanno ridere.
A me piacerebbe sentire davvero della musica di qualità nel festival della musica italiana ma tutti i gruppi che fanno musica seria non sono contemplati e anche se si candidassero non verrebbero presi.
Fate fare Sanremo a Dente, Le Luci della Centrale Elettrica, Andrea Carboni, Simona Gretchen, gli Eterea Postbong Band, i Trabant, i My Awesome Mixtape (tra i giovani/relativamente giovani) e ai più vecchi Giorgio Canali, Edda, Marlene Kuntz, PFM (perché no?), Verdena, Deasonika (purtroppo sciolti), lasciando perdere questi buffoni. Lode a Bluvertigo, Elio e Le Storie Tese, Afterhours, Subsonica e Pitura Freska, tra i pochi gruppi seri che ci hanno già provato, ma a parte Elio son finiti tutti malaccio. Ovviamente. Ma per favore dai...