martedì 15 giugno 2010

Perturbazione - Del Nostro Tempo Rubato (Santeria, 2010)



Tracklist:
1. Istruzioni per l'Uso
2. Mondo Tempesta
3. Del Nostro Tempo Rubato
4. Vomito!
5. Mao Zeitung
6. L'Italia Ritagliata
7. Revival Revolver
8. Buongiorno Buonafortuna
9. Primo
10. Il Palombaro
11. La Fuga dei Cervelli
12. Partire Davvero
13. Io Sono Vivo Voi Siete Morti
14. Esemplare
15. Promozionale
16. Niente Eroi
17. La Canzone del Gufo (Bohemian Groove)
18. La Cura Del Sonno
19. L'Elastico
20. Cimiterotica
21. Come In Basso Così In Alto
22. Musica Leggera
23. Last Minute
24. Titoli di Coda

I Perturbazione sono ormai da anni una delle realtà più stabili nel panorama pop/rock italiano, accanto a nomi molto più importanti e uno sterminato numero di sosia e realtà similari che non vanno più da nessuna parte ma aiutano anzi i più forti a resistere. Spirito preservativo o tattiche astute dell'industria discografica sempre molto campanilista.
Certo, aspettarsi che Cerasuolo e soci all'ottavo disco rinunciassero alla tipica moda (nella moda) di accorciare sempre più i dischi assimilando i linguaggi delle chart che ormai sono entrati anche nell'underground, non era cosa facile. Infatti questo "Del Nostro Tempo Rubato", riempie quasi completamente gli ottanta minuti del disco con ben ventiquattro tracce, un numero quasi esagerato se non fosse che i contenuti pensano bene di salvare la baracca. 
Partendo dalle novità, si nota un certo desiderio di fare rock nel senso più astruso del termine. Niente pulizia esagerata impressa dalle major (pubblicavano per EMI fino al precedente lavoro), qualche distorto in più, un feeling molto meno easy-listening. L'impertinenza delle chitarre acustiche è qui meno smodata, seppur continuano ad essere onnipresenti, da tratto distintivo come sono diventate nell'ormai ventennale carriera dei torinesi. I momenti più alternative all'italiana si contano sulla punta delle dita (trattasi di "Vomito!" e alcuni momenti di "La Canzone del Gufo"), mentre prevalgono con una pressante presenza le canzonette all'italiana tipiche degli stilemi pop propri dei Perturbazione. Sono tantissime, molto simili ai vecchi lavori dei piemontesi, ma comunque fresche, grazie a quel suono meno lindo e smussato che già citavamo: su tutte "Niente Eroi", "Buongiorno Buonafortuna" e "Mondo Tempesta". Il disco è tutto permeato dalla stessa malinconica atmosfera, ottima se i pezzi vengono presi con il contagocce, salvo altrimenti incorrere in un possibile attacco di narcolessia. Il limite di questo "perturbato" lavoro è proprio questo: i pezzi, tutti molto simili, non lasciano il segno, non si distinguono abbastanza e si dimenticano facilmente. Tutto sommato però il verdetto finale, spinto in alto dagli ottimi testi del frontman, imperniati qualche volta sul mondo del lavoro (la title-track) e sull'amore (splendida "Il Palombaro", uno degli episodi migliori).
Musicalmente non serve aggiungere nulla alle parole già accumulate da anni e anni di critica positiva ai Perturbazione. Un disco così ci voleva, per confermare quello che sono, anche se ci si poteva legittimamente aspettare un passo in avanti, o meglio, un'evoluzione nel sound o nella composizione dei brani. Ma abbandonare una formula che funziona può essere troppo rischioso ed ascoltando "Del Nostro Tempo Rubato", si capisce in effetti che non volevano perdere tempo a cercare delle novità. Buon per loro, non tanto per noi. Un buon disco senza nessuno sforzo.

Voto: 7-

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