domenica 18 ottobre 2009

Jihad Jerry & the Evildoers - Mine is Not a Holy War (Cordless Recordings, 2006)


Guardate la copertina di questo album. Dovrebbe già bastare da sola a spiegare i toni polemici e fermamente anti-Bush di questo album. Jihad Jerry altri non è che Gerald V. Casale, geniale bassista e co-leader dei mitici Devo, che interpreta la parte di un terrorista che come arma usa la musica, prima di realizzare che "the enemy is not the Muslim, the Christian, or the Jew, but stupidity itself".
Ma questo "Mine is Not a Holy War" non è un album a la Devo, per niente. Musicalmente, non è molto lontano dal rock fresco e moderno di gruppi come Queens of the Stone Age (su questo fattore, probabilmente, la batteria di Josh Freese, turnista già al servizio degli A Perfect Circle e appunto dei Devo contribuisce molto, probabilmente), ma con l'aggiunta di cori femminili e di un atmosfera rock blues non distante da quella anni 70.
I Devo non vengono certo abbandonati del tutto, anzi, il nostro ci regala ben tre revisitazioni di brani poco conosciuti: "I've Been Refused", che mantiene la sua componente elettronica ma con una componente chitarristica e blueseggiante assente dall'originale, la B-Side del 1982 "Find Out" riarrangiata in stile decisamente hard rispetto all'originale molto più synth rock e la mitica "I Need a Chick", ancora più violenta e caustica di prima.

Tre brani erano già stati editi su singolo come anteprima, prima dell'uscita del disco, e sono la polemica e trascinante "Army Girls Gone Wild", vero cavallo di battaglia di Jihad Jerry, accompagnata anche da un controverso (e probabilmente censurato) videoclip, il rock blues di "Beehive", un inedito vecchissimo dei Devo (incira 1974) riproposto e riarrangiato e "The Owl", forse la meno riuscita delle tre.

"What's in a Name", che racconta la storia di Jihad Jerry, si muove tra suadenti voci femminili, assoli di armonica e elettrizzante wah wah, mentre "The Time is Now" apre l'album in maniera assolutamente energica e trascinante. "If The Shoe Fits", brano già presente nell'orrido progetto della Disney Devo 2.0 (brani dei Devo con i testi cambiati cantati da bambini) col titolo di "The Winner", viene trasformata da un incoraggiamento nel credere a se stessi a un feroce inno anti Bush. "All She Wrote", brano dalle timbriche decisamente nervose, la cupa "Danger" e la cover di "He's Always There" degli Yardbirds completano il disco.

Un prodotto completamente diverso da ciò che ci si aspetterebbe da un matto come Casale, ma non disprezzabile per questo. Non è ai livelli dei primi album dei Devo, ma è sicuramente meglio di qualsiasi cosa questi avessero pubblicato da "Shout" (1984) in poi.
Non un capolavoro, ma se avete voglia di sentire un rock fresco e energico, questo album fa per voi.

Sfortunatamente, Casale ha detto in un intervista che poiché il pubblico invece di capire il senso ironico di Jihad Jerry , si è spaventato e/o offeso, il progetto probabilmente è destinato a chiudersi con quest'album.

Voto: 7.5

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