mercoledì 31 marzo 2010

Riaffiora - Antonio P (Soviet Studio/Musicalbox, 2010)


Recensione Scritta per Indie For Bunnies
Tracklist


L'ambizioso progetto Antonio P. dei Riaffiora si presenta con una veste immacolata, spoglia di ogni caratteristica rock, per rimanere su un livello più onirico, spensierato, nonostante la malinconia onnipresente all'interno del breve lavoro. Non ci sono ostacoli per i Riaffiora, che continuano a comporre brani irreprensibili, dotati di una vena compositiva di altissimo livello e una produzione assolutamente invidiabile. Vediamo nei tre episodi che compongono questo EP la tristezza più completa, piegata alla musica dei padovani secondo i loro schemi, ben noti alla fan base, che però sono questa volta soffocati da un tetro distacco dal contesto "musica" per passare più a quello lirico/poetico. Non è un difetto. Non a caso ci si ispira liberamente alle "Ultime Lettere di Jacopo Ortis", di Foscolo, per parlare di inadeguatezza, di impotenza, di estraniamento. Questo avviene nella blanda ma commovente Vera Storia di Due Amanti Infelici, in cui la voce di Andrea D'Amato effonde tutta la drammaticità che il suo timbro sa produrre in un propagarsi di onde quasi noise che basso e pianoforte sanno sciogliere in un unica, sapida, miscela pop. Lo stesso avviene per la title-track Antonio P. che inghiotte le poche citazioni "verdeniane" presenti nel vecchio repertorio del trio cittadellese per definire un nuovo livello di musica "alternative", molto meno stereotipato e personale. Singolo indimenticabile. Avviene invece una strana fuga dal pop/rock sempre da loro proposto in Sospesi - Tema di Antonio, duecentoquarantatré secondi netti di melodia che racconta senza le già commosse parole del singolo la storia di Antonio, la sua alienazione, la sua fuga dal livello terreno. Una strumentale da non sottovalutare, perfetta in ogni suo secondo e momento. Un brano che cauterizzerà ogni definizione di "chamber pop", che non è quello barocco o post-rock, né quello evanescente dei compositori d'avanguardia, ma bensì più palpabile, "terrestre", quasi plasmato con lo stesso surrealismo con cui sono state composte le parole delle due canzoni, aiutate nella loro resa melodrammatica da violini e pianoforte, elementi nuovi per la formazione veneta.

Insomma un EP da non perdere, che anticipa un disco che si spera arrivi davvero, dopo tutti questi anni di continue corse e rincorse per produrlo e, per noi, aspettarlo. I Riaffiora valgono davvero ogni secondo speso ad ascoltarli, e se c'è una band che incarna perfettamente lo spirito pop/rock tipico della traduzione italiana senza categorizzarsi in quegli stilemi ormai troppo abusati (alternative, indie, "catchy", ecc.) questi sono proprio loro. Pollice alzato. 


Voto: 8

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