domenica 9 maggio 2010

Far - At Night We Live (Vagrant/ Arctic Rodeo Recordings, 2010)

Tracklist


I Far sono una band pressoché sconosciuta ma con un background di tutto rispetto. Traballanti, nell'opinione pubblica, tra etichette abbastanza "dubbie" come post-hardcore ed emo(punk), termini che, lo sappiamo, tendono ad essere riduttivi. Post-hardcore sicuramente è una "tag" adeguata per questa band, o perlomeno per i suoi esordi (ci sarà pur qualcuno che si ricorda l'ottimo Listening Game, del 1992, o il loro debutto su major Tin Cans With Strings To You, di quattro anni più giovane), perché con questo At Night We Live, pubblicato in Europa da Alive, abbandonano queste primordiali cornici per raggiungere sponde nuove, o meglio, diverse.
Abbastanza complesso da digerire per la sua natura quasi da "rompicapo", risulterà più facile da mandare giù agli aficionados di band come i Deftones (Deafening e When I Could See), quegli ultimi, più criptici, o i Jimmy Eat World, come Burns, brano molto energico ma contemporaneamente molto easy-listening, rispetto agli standard del disco. Effettivamente la vecchia definizione di emo non viene particolarmente incarnata da un album come questo, ma con brani così melodic punk si avvicina a questi lidi con singolare disattenzione. Impossibile sfuggire dai momenti quasi ambient e dai sincopati bui di Dear Enemy, dal pop-rock tipicamente americano (da dove provengono i Far infatti?) If You Cared Enough, dall'aggressione sonora che fa della parola coinvolgimento un vero e proprio inno in distorsione di Fight Song #16,233,241. E c'è addirittura un iniziale sentore di new wave in Better Surrender, riconvertita poi in un'esplosione di alternative senza fondo. 
Un album come questo lascia per forza il segno. Prima di tutto per la lunga attesa (dodici anni), poi per l'intensità dei brani. Pop-punk, pop-rock, post-hardcore, alternative e rock melodico, tutti insieme per una potenza tipica di band molto più giovani di loro (tutti verso gli -anta, pur non dimostrandolo, come un Matranga, frontman, in grande forma), in un disco composto talmente bene da suonare fuori da ogni schema, buono per le radio e per la major (la Vagrant) con le sue richieste, pur senza suonare commerciale, banale o triviale. E poi ci sono la tecnica, i testi e la produzione, tutti sopra la media, e sopra le righe. 
Incredibilmente figo. 


Voto: 8

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