domenica 25 luglio 2010

Elio e le Storie Tese live @ Sant'Agata Bolognese 17.07.2010


Vestiti da arabi delle favole, coreografie studiate e sfarzose, talmente sfarzose da risultare (volontariamente) irrisorie, tanta tecnica, tanto gusto, tanto humor e una presenza scenica impressionante. Si presentano così Elio e le Storie Tese a Sant'Agata Bolognese Sabato 17 Luglio 2010, in un concerto completamente gratuito. Gratuito certo, ma sicuramente a sei stelle.

Dopo un po' di attesa, durante la quale dalla casse non escono le solite canzoni di Culattini Fiorello o di Barbieri Fernando, ma i più tradizionali Queen e Beatles e una voce (probabilmente quella di Vittorio Cosma) che informa che il concerto verrà registrato e resto disponibile sul sito per gli iscritti, frase che mi spingerà ad acquistare una tessera di abbonamento per un mese per il Fave Club, finalmente le luci si spengono.

L'inizio suona vagamente familiare: un tappeto di tastiere (opera di Rocco Tanica e Jantoman), e un entrata di chitarra di Cesareo che fa piangere il cuore. Per forza: le Storie Tese (che presenziano sul palco assieme alla bravissima Paola Folli, come nel tour precedente) hanno appena attaccato con una fedelissima versione di "Shine on You Crazy Diamond" dei Pink Floyd. Dico le Storie Tese, perché di Elio non c'è ancora traccia. Ma eccolo arrivare di colpo: chitarra in mano, braccio sul manico, l'altro bracoio che saluta il pubblico, e soprattutto turbante in testa. Arriva giusto in tempo per fare le celeberrime quattro note. Con un colpo di scena (che in realtà aveva già fatto a San Remo, ma che soprende sempre e comunque), ad un certo punto sbuca la sua vera mano, rivelando che la mano che teneva sul manico era finta. All'entrata delle voci, invece di intonare "Shine on you Crazy Diamond" come ci si aspetterebbe, gli Elii urlano "Sciaooo!" rivelandoci che quello che abbiamo appena ascoltato non era un brano dei Pink Floyd, ma un loro brano intitolato "Sciao" ispirato appunto dal famoso gruppo Inglese. Dopo un breve "boogie woogie", arriva un altra sorpresa: "Lo Stato A, Lo Stato B", un brano che non mi sarei aspettato di sentire, seguito dall'ancora più sorprendente (e bella) "Pagàno", brano durante il quale Faso da il meglio di se.
E' ormai chiaro, dalle introduzioni di Elio, che il tema rincorrente della serata sono le "tematiche sottovalutate", così come l'anno scorso era "l'eleganza".
Dopo l'obbligatoria "Servi della Gleba" (al termine della quale Faso trova finalmente il coraggio di dare del puttanone alla ragazza), segue "Ignudi fra i Nudisti", uno dei due brani dei quale avrei fatto volentieri a meno.
Ma non faccio neppure in tempo a lamentarmi che gli Elii attaccano con una trascinante versione di "Gargaroz", successiva alla quale arriva "Plafone", splendido brano mozzafiato, dal vivo ancora più commovente, supportato da una grande prova dell'ugola di Paola Folli. Da solo questo brano valeva tutto il concerto! Subito dopo, arriva "Tristezza", l'altro brano che non ero particolarmente contento di sentire, che però dal vivo rende sicuramente di più (dovuto soprattutto alla presenza scenica dell'architetto Mangoni, durante la quale non ha fatto altro che tagliare una cipolla e buttarla al pubblico, e a Elio, che salta come un indemoniato colpendo un piatto). Dopo "Storia di un Bellimbusto", "Heavy Samba" (con Cesareo nella parte di Beibo, intento a bere un mojito da un pappagallo per le urine) e "Fossi Figo" arriva il Disco Medley, stavolta diverso dall'anno precedente e contenente "Tonza Patonza", "Presidance" e "Born to Be Abramo". Chiude il set regolare la "crowd pleaser" "Parco Sempione", sempre molto trascinante e bella da sentire. Qualche minuto di pausa e gli Elii tornano sul palco, iniziando di nuovo con l'intro di "Shine on You Crazy Diamond", o meglio "Sciao". Ma è solo una farsa che serve ad introdurre "Il Rock'n'Roll", durante la quale Elio declama che "Apicella fa cagare, il Principe fa ancora più cagare" e contenente uno straordinario assolo di batteria di Christian Meyer, verso il quale non saranno mai tessute abbastanza lodi. Lui e Faso sono una sezione ritmica incredibile, in piena sintonia, che non sbaglia mai una nota e non fa mai niente fuori posto. Infine il concerto viene chiuso da "Tapparella".

Un concerto fantastico. Le uniche possibili lamentele che ho sono appunto la presenza di "Ignudi fra i Nudisti" e "Tristezza", che avrei sostituito volentieri con "Il Congresso delle Parti Molli", ma si tratta solo di una frivolezza. Spesso di Elio e le Storie Tese si apprezza soprattutto lo humor, ma si dovrebbe prestare anche tanta attenzione alla musica, alla qualità dei musicisti e agli arrangiamenti impeccabili. L'ho detto nella mia recensione di "Gattini" e lo ripeto, alla luce di questo concerto: "è impossibile per chiunque con QI superiore alla media odiare volontariamente Elio e le Storie Tese". Andate a vederli. Non è un consiglio, è un ordine!

(Per la foto si ringrazia gentilmente Alberto Lucchin)

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