giovedì 29 luglio 2010

PNS - Ali (Venus Dischi, 2010)

Tracklist:
1. Di Ali e Nazioni

2. Il Mio Tempo
3. Il Cielo di Novembre
4. Come Mi Vuoi Tu
5. Distratti
6. Impossibili Creature
7. I Miei Perchè
8. Se Mi Distraggo Mi Distruggo
9. Sono Un Santo

In origine c'erano i Programmazione Neuro Sonica, con un nome che ricordava da vicino le band alternative italiane più famose (basta pensare ai Subsonica), rifacendosi comunque, come dimostrano solo ora con il primo disco, virtualmente a stilemi che proprio la band di Samuel, insieme ai Bluvertigo, ha già ricalcato. Poi, considerando che hanno deciso di mantenere la sigla PNS senza quella connotazione, quasi fosse una semplice sigla di un partito o di chissà quale associazione umanitaria, forse è ora anche di parlare di un percorso personale, nuovo e forse più stimolante.
Questo nuovo lavoro, Ali, arriva come prima parte di un blocco che sarà completato solo con Nazioni, già in fase di scrittura (che comporrà probabilmente una specie di concept dal titolo Ali+e+Nazioni).
Quello che propongono i PNS è un rock alternativo dai tratti smaccatamente indie, incline a macchiarsi d'Inghilterra quando non è troppo impegnato a tributare alle band italiane che hanno formato praticamente chiunque stia facendo musica negli ultimi anni, qui. Non sono gli ultimi arrivati, tanto che a produrli ci pensa Magnini (ex Bluvertigo, appunto), e un sound incredibile, curato, pieno, completo. Alcuni tratti più acustici ricordano il folk o la cantautorale, come l'introduttiva "Di Ali e Nazioni", ma poi si scende nel campo più rock, concretamente, con il rock di "Sono Un Santo", in realtà un pezzo tra i meno originali del disco. A risollevare le sorti dell'album ci pensano grandi brani come "Il Mio Tempo", "Come Mi Vuoi Tu" e "I Miei Perchè", a metà tra l'alternativa à-la CCCP, Marlene Kuntz e band inglesi d'estrazione indie, magari senza tralasciare i campioni attuali del rock inglese (Radiohead, Placebo e Muse), con ritornelli e, più in generale, linee melodiche sempre molto tranquille nonostante i momenti aggressivi che grazie alle chitarre e ad un'inarrestabile ritmica (in certi momenti davvero martellante) rendono assolutamente vario ogni singolo pezzo. Il piglio delle varie canzoni è sempre vagamente radiofonico, risoluto nel ricreare leitmotif o veri e propri refrain da tenersi stretti ed indelebili nella memoria. E poi c'è "Distratti" (interessante notare che la parola "distrazione", in differenti declinazioni, è ripetuta spesso nei testi, quasi fosse la parola chiave per interpretare tutto l'album), psichedelica, viaggiosa, tirata; un brano che si può tranquillamente guadagnare il premio di meglio costruito di tutta l'opera.

Strumentalmente i PNS non risultano ottimi, ma a cosa serve la tecnica quando c'è tanta ispirazioni, con tante aspirazioni (mi si scusi il gioco di parole...), una capacità compositiva sopra la media e un suono studiato e adatto al genere, in sintonia con le band capostipiti dell'alternativa italiana, proprio in quel settore dove questa band dichiara di voler stare. E lo fa senza ammetterlo verbalmente, con i suoi riff, con i suoi giri di basso, con i testi che pagano senz'altro tributo alle band italiane, per citarne alcune di diverse da quelle già menzionate Deasonika, Karnea, Verdena, Afterhours. Un bel disco, fresco, che si spera di apprezzare maggiormente quando il suo fratello gemello arriverà da noi. Bello.

Voto: 7.5

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