lunedì 12 luglio 2010

La Tempesta Sotto Le Stelle @ Ferrara, 10 Luglio 2010

Rassegne come Ferrara Sotto le Stelle in Italia ce ne sono poche. Che ogni anno portano musica di questo livello promuovendo artisti internazionali e non grazie anche ad autentici ed inesorabili bagni di folla. E quest'anno a fare da ciliegina sulla torta non è bastato il sold out del concerto dei Pixies, ma i "vertici" de La Tempesta, l'etichetta di Molteni dei T.A.R.M., hanno pensato di organizzare un concerto in cui praticamente suonavano tutti i gruppi di questa realtà.
Ed ecco quindi un totale di 6 ore e mezza di musica, tutta di altissima qualità, con i suoi pregi e i suoi difetti. Elencati, in disordine, sotto.

Cosa andava:
  • tutti i gruppi erano di ottimo livello, se non tecnico comunque musicale
  • la gente ha dato un apporto enorme per quel che concerne la partecipazione e il calore che solo il pubblico italiano, sappiamo, sa dare
  • alcune band hanno sfornato set non banali nel contesto
  • c'erano CD e fumetti gratis per i primi entrati
  • il prezzo era decente
Cosa non andava:
  • la gestione dell'ingresso al "second stage" era oscena, lentissima e il servizio sicurezza trattava le persone come carichi di bestiame
  • nel "second stage" l'acustica non era il massimo soprattutto per band iperdistorte come i Cosmetic
  • alcune band non hanno saputo sfruttare al massimo il tempo fornito (es. Le Luci della Centrale Elettrica)
Superata questa fase descrittiva un po' da cronaca nera, il discorso resta uno solo. E' stata una giornata magnifica, nonostante io non sia riuscito, personalmente, a vedere Altro, Il Pan del Diavolo e Giorgio Canali (con i Rossofuoco e i Frigidaire Tango), guarda caso, per colpa della security di cui sopra. 
Andando con ordine, i Cosmetic, con un'ottima tenuta di palco ma penalizzati dal sound troppo "risonante" del cortile interno del Castello Estense, hanno offerto una buona mezzora di vero rock alternativo italiano, seguiti dal rap schizofrenico ed assolutamente originale di quel genio di Uochi Toki, che ha spiattellato rime velocissime per una trentina di minuti senza mai fermarsi, a sovrastare quelle basi perfette per questo genere che riescono a farti dimenticare tutta la porcheria hip-hop da classifica che ci propina TRL senza passare dal via. E poi i Sick Tamburo, band comunque valida ma debole dal punto di vista tecnico e dell'originalità, con un sound troppo granitico e canzoni tutte troppo uguali l'una all'altra. Il passamontagna li aiuta e "Il Mio Cane a Quattro Zampe" trascina abbastanza da farteli piacere a tutti i costi.
Da qui in poi tutto bene. Zen Circus perfetti, lasciando stare ogni discorso "di forma", coinvolgenti come pochi, veri e propri re del second stage, con quasi 1000 persone (limite massimo del cortile) a cantare a squarciagola i cori e i ritornelli, saltare, sbracciarsi e ridere con le loro solite frecciatine di cui si parlava anche qui.
Moltheni, nell'ennesimo "concerto addio" sfoggia quaranta minuti di buon rock parapsichedelico pseudoalternativo pseudoclassico, pseudo-qualsiasi cosa, ma pur sempre Moltheni. Con quella voce che ricorda, alla lontana, il Manuel Agnelli dei bei tempi e musicisti che danno al tutto un colore molto pinkfloydiano, in certi frangenti, complice soprattutto il Fender Rhodes. Sempre azzeccato.
E il trittico finale, con tutto il pubblico concentrato nella Piazza Castello e il suo selciato ammazzalegamenti, quando il palco secondario è stato chiuso, con Tre Allegri Ragazzi Morti, Le Luci della Centrale Elettrica e Il Teatro degli Orrori, di fila, con poco da attendere, per fortuna.
TARM ottimi come sempre, in calo tecnico ma in ottima forma, a centellinare il reggae dell'ultimo disco pur senza dimenticare le vecchie hit come "Ogni Adolescenza" e "Il Principe in Bicicletta", scatenando un pogo che definire immondo non sarebbe neanche esagerato. Vasco Brondi, idolo della folla da vero padrone di casa, pecca di vanagloria (come direbbero gli amici del circo zen), e si sporca le mani con due cover (di cui la bellissima "La Domenica delle Salme" del mai troppo compianto De André), una canzone nuova, un reading di Emidio Clementi dei Massimo Volume durato meno di 2 minuti e le sole "Per Combattere l'Acne" e "Piromani" a regalare all'esaltatissimo pubblico un motivo per cui cantare. Un'esibizione comunque sopra le righe, grazie anche a Rodrigo d'Erasmo al violino, e questo contesto che ha dato al tutto un'aria diversa, sicuramente, migliore. 
E infine Il Teatro degli Orrori, i più attesi, i più graditi. Cinquanta minuti per loro, in parte sprecati dai soliti discorsi di Capovilla e noise casuale degli strumentisti imbarbariti dagli ascolti mai troppo rinnegati di Jesus Lizard e quel non so ché di noise storico. Ma le hit "E' Colpa Mia", "A Sangue Freddo" e "La Canzone di Tom" non sono mancate, dando alla gente un ultimo motivo per ricordare una giornata fantastica.

La Tempesta Sotto Le Stelle, esperienza unica che DEVE essere ripetuta, con un'organizzazione migliore, su certi aspetti, ma senza lamentarsi troppo. E' pur sempre rock. 







-si ringrazia "disorderedsoul" per i video-

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