martedì 2 novembre 2010

King Crimson - Earthbound (Island, 1972)


Il disco più controverso dei King Crimson, potremmo quasi definirlo un disco dimenticato di un gruppo indimenticato. In effetti, è un album del quale solo la casa discografica sentiva la necessità, e che Robert Fripp compilò unicamente per motivi di contratto. Si tratta di un album dal vivo registrato in America tra il Febbraio e il Marzo del 1972 con la line up più controversa dei King Crimson, ovvero Fripp alla chitarra e al mellotron, Boz Burrell al basso e alla voce, Mel Collins ai fiati e al mellotron e Ian Wallace alla batteria. Il motivo per cui questa formazione è discussa così tanto è che il resto del gruppo era completamente opposto rispetto a Fripp, tanto più che questo causava anche tensioni interne abbastanza forti.
A dire il vero, proprio durante questo tour le tensioni si attenuarono notevolmente, a tal punto che l'intero gruppo si dichiarò disposto a trovare un compromesso con il dinamico chitarrista per continuare a lavorare insieme. Ma, fortunatamente, Fripp era più interessato a formare quella che, a mio avviso, diventerà la formazione più importante del Re Cremisi, ma questa è un'altra storia.
Mentre il front-man e leader voleva sperimentare, il resto del gruppo era più legato al blues, e poiché la maggioranza vince, spesso le improvvisazioni in questo tour erano proprio blues!
Una dimostrazione tipica di questo è proprio "Peoria" su questo album che è quanto di più atipico sia mai apparso su un disco dei King Crimson: due accordi in croce, Fripp alla chitarra ritmica, base tra il blues e il funky e soprattutto scat-singing a opera di Burrell. Ancora più esemplificativa delle fratture interne è la title-track, una jam simile, nella quale però Fripp inserisce prepotentemente un assolo bizzarro, quasi a voler rappresentare le due mentalità diverse.
A rendere, per l'appunto, più controverso il tutto, vi è anche la qualità audio dell'album, pari a quella di un bootleg di medio livello (e quindi insufficente per un disco ufficiale). C'è chi dice che Fripp abbia registrato male apposta i concerti, visto che nei numerosi dischi "King Crimson Collector's Club" vi sono registrazioni dell'anno prima (con la stessa formazione) con qualità audio migliore. In realtà, trovo tale ipotesi abbastanza impensabile; probabilmente la scelta è caduta su queste registrazioni di qualità audio inferiore poiché le precedenti erano considerate obsolete. Tutti questi fattori resero il disco non pubblicato negli Stati Uniti (anche se venne venduto come disco d'importazione) e la prima ristampa dall'anno di uscita risale solo al 2002, quando a causa delle costanti pressioni dei fan, venne finalmente ripubblicato su CD.
Eppure, nonostante tutto questo, questo disco non è da buttare; anzi costituisce soltanto un altra faccia del Re Cremisi. Inoltre, i fan del progressive non saranno delusi: la versione qua contenuta di "21st Century Schizoid Man" è un vero e proprio vortice che trascina l'ascoltatore al suo interno. Ben riuscita anche la interpretazione vocale di Burrell, che non tenta di imitare la versione originale di Lake (nonostante la distorsione vocale), ma che tenta piuttosto di entrare proprio nella mentalità dell'uomo schizofrenico.
La versione qua contenuta di "The Sailor's Tale" si può definire tutto meno che perfetta: manca una parte dell'incipit, il mellotron è leggermente fuori tono nel finale e l'assolo di chitarra di Fripp è ricco di feedback, forse involontario. Eppure, proprio questo assolo crea una drammaticità non presente nella versione studio, che si concentrava di più nello sperimentalismo, e il mellotron fuori tonalità da un tocco apocalittico nient'affatto disprezzabile.
L'unica cosa del disco non del tutto godibile è la conclusiva "Groon", brano free jazz già eccessivo nella sua versione di due minuti e mezzo come lato B di "Cat Food", qua estesa inutilmente a 15 minuti, tra assoli dissonanti e combinazioni tra sintetizzatore VCS3 e batteria che probabilmente hanno causato più divertimento a chi eseguiva, piuttosto a chi ascolta il microsolco.
Non è uno dei dischi dei King Crimson da ascoltare per chi è alle prime armi, e forse oggi è reso obsoleto da tutti gli album KCCC (anche se, questo album forse è di più facile reperibilità oggigiorno), ma è sicuramente da rivalutare e da ascoltare sotto una prospettiva diversa.
Grazie, Robertino, per averci ripensato e per averlo ripubblicato finalmente su CD!

Voto: 7

1 commento:

Donald McHeyre ha detto...

Non c'è nulla da aggiungere a quanto già detto. Visto che ne illustri già efficacemente e imparzialmente i pregi e i (numerosi) difetti.
Paradossalmente credo avrebbe avuto più senso farne una ristampa in vinile per appassionati collezionisti che non riuscissero o non volessero trovare il 33 originale.

Ascoltatelo una volta, poi passate velocemente alla successiva reincarnazione cremisi.