venerdì 23 ottobre 2009

Devocka - Perché Sorridere? (Nagual Records, 2009)



Quando un disco ti sa tenere incollato alle casse, fino a farti sanguinare i timpani.
I Devocka, band ferrarese con un bagaglio di esperienza notevole sulle spalle, arriva nel 2009 a pubblicare questo gran disco, forte di una maturità raggiunta prima ancora di un esplosione di successo che ci si chiede se mai arriverà (sempre che la band la voglia). Perché i numeri li hanno. In un album alternative, con forti ingerenze post-punk e tonalità cupe, influenze che da ogni dove confluiscono in un genere unico, personale, subito riconducibile al loro, per chi li conosce. “Perché Sorridere?” e tutti i suoi elementi sono racchiusi nella title-track, graffiante ed acida, che ricorda, come tanti altri pezzi di questo disco (es. Ventre) i Marlene Kuntz più noise. Quindi un po' di Sonic Youth. Ma l'ordinamento dei Devocka è un altro, e in canzoni come la prima Piero e la successiva Corri capiamo che la loro rabbia è ben altro che imitazione. Influenzati dal cinema d'autore e da Burgess (il nome suonerà familiare soprattutto ai fan di Arancia Meccanica), vomitano collera in testi pessimisti, dall'animo grunge, buio, a volte malinconico, accompagnato da arpeggi che arrivano a spezzare le atmosfere più crude dei distorti e dei fuzz, in pezzi come Pane e Lab. A metà tra Smashing Pumpkins e gli Alice In Chains più crossover in Medved, sostenuta da un cantato assolutamente devoto a Cristiano Godano e riff semplici ma di un impatto che definire assoluto è riduttivo. L'equilibrio perfetto di tutti gli elementi ispiratori di questa band è raggiunto dalla splendida Umor Vitreo, forse il brano più riuscito di questo “Perché Sorridere”, sottintendendo comunque che nessun episodio di questo disco si può definire insufficiente, anche quando canzoni come Altre 100 Volte, simile a molte altre di questo stesso lavoro, possano lasciar pensare che l'originalità della band si possa ad un certo punto esaurire (in verità il brano non è da sottovalutare, e con qualche ascolto in più lascia anche trasparire il suo più che discreto “lasting value”). Toni più pop e sommessi in Software spezzano l'ira che spadroneggia in tutta l'opera, nonostante un ritornello esplosivo e a suo modo orecchiabile; è forse il brano in cui si nota di più la produzione di Giulio Favero, che sigla l'ennesimo ottimo disco in un panorama italiano in via di risveglio. I suoni e la produzione sono infatti eccellenti, adeguati al genere e alle pretese dei Devocka, per ottenere quell'effetto calamita che intrappola l'ascoltatore in un susseguirsi di ascolti a ripetizione ai quali tenta di costringerti. La conclusione è affidata a Reazione/Azione, stupenda nei suoi arpeggi più classicamente rock e nell'esplosione del ritornello in cui il frontman Igor Tosi grida “Non meriti una mia reazione!” quasi facendo il verso al Giorgio Canali dei migliori tempi.
Perché Sorridere” è un album assoluto, e per assoluto si intenda “da ascoltare assolutamente”. Merita elogi che vanno ben oltre le parole di una recensione e che possono essere fatti solo con un apprezzamento pieno ed emotivo di ogni singola nota, perché dischi come questi in Italia nel 2009 se ne sono visti pochi e chi si lamenta della morte del nostro panorama underground semplicemente dovrebbe comprare il disco dei Devocka. Vi chiedo solo di fidarvi. 

Voto: 9 

2 commenti:

CICCIO ha detto...

Bè...I DEVOCKA SPACCANO! NON IMPORTA LE INFLUENZE CHE HANNO O COSA O CHI RICORDANO...PER ME SPACCANO!

Brizz ha detto...

E' quello che c'è scritto :D