I Biffy Clyro hanno trovato una loro dimensione da poco. Al quinto lavoro in studio hanno perso già parecchio tempo a girare con band del calibro di Queens of The Stone Age e Muse (anche di recente), facendosi le ossa sul palco e mantenendo comunque un pubblico personale che li segue fedele.
Partiti da lidi post-hardcore e più alternative, hanno spostato col tempo il baricentro su versanti più “sperimentali” (termine che ha usato il frontman Simon Neil per descrivere questo nuovo disco) e power-pop.
Dalla Scozia, come i Franz Ferdinand e i Mogwai, portano caratteristiche della new wave e del britpop con gli influssi del punk pop più ballabile, non propriamente da classifica, infangandolo di melodia e di rock'n'roll con il giusto apporto di elementi addizionali come l'orchestra e le tastiere, presenti in tutto il disco.
Dalla Scozia, come i Franz Ferdinand e i Mogwai, portano caratteristiche della new wave e del britpop con gli influssi del punk pop più ballabile, non propriamente da classifica, infangandolo di melodia e di rock'n'roll con il giusto apporto di elementi addizionali come l'orchestra e le tastiere, presenti in tutto il disco.
L'energia della band non si spegne mai, neanche nelle ballate (come The Captain e Many of Horror, un po' post-grunge volendo nelle linee vocali) ma resta prevalente l'anima rock dei distorti pesanti in Mountains, That Golden Rule e Boooom, Blast & Ruin comunque sempre danzabili, mentre echi della miglior new wave restano in Born On A Horse (vicina a gruppi come i recenti Bloc Party).
Ma qui non si tratta del solito fenomeno mediatico inglese da consumare in due anni per poi riciclarlo con album solisti e nostalgiche reunion, la carriera dei BC è lunga e da sempre in crescita. Lo testimonia questo disco scoppiettante, completo, complessivamente orecchiabile anche quando sperimenta con qualche arpeggio più complicato ed evitando i soliti cliché della musica inglese, abusatissimi soprattutto nell'ultima decade. La band infatti non solo dimostra una padronanza tecnica notevole, ma anche un'abilità compositiva che non si sentiva da tempo nel genere, posizionando le diverse influenze in maniera perfetta, come a comporre un mosaico dai colori molto differenti tra loro in modo molto attento, per avere un prodotto raffinato, variopinto e senza sbavature. Un'opera d'arte vera e propria.
Se volete ascoltare un buon disco rock in questo strano 2009, evitate le solite copie dei Joy Division ed ascoltatevi i Biffy Clyro.
Voto: 8
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