sabato 29 maggio 2010

16Bit - 16Bit (Scripta/Self, 2010)

Tracklist:

1. Fiammifero
2. E Noi
3. Baby_Queen
4. In Una Lacrima
5. Nel Kaos
6. Libera Maria
7. Resta Perché
8. Sono Fuori
9. Mentre Vai Via



Un disco italiano come questo non si scorda mai più. I 16bit, ancora, sfortunatamente, troppo poco considerati dalla critica italiana, sfornano un lavoro assolutamente omogeneo, potente, pieno, completo. Insomma, fantastico. In questa produzione si trova un insieme veramente azzeccato di elementi tanto esterofili quanto italici, passando per il rock di stampo alternative degli anni '80 e '90 italiani (i soliti noti, cioè Afterhours, CCCP, Marlene Kuntz e Scisma), i più recenti Deasonika, e le tonalità britanniche di artisti come Bright Eyes (lo so, lo so, non sono inglesi), gli Arcade Fire o gli ultimi ritrovati della new wave. 
E' così nelle code ambient di pezzi come la bonus track "Anima Nera", o nel gran lavoro di tastiera di Antonio de Francesco in "Mentre Vai Via", che conferisce al brano quelle tonalità classicheggianti che già si erano conosciute in brani italiani come "Come Vorrei" dei bei tempi della band di Manuel Agnelli. Paragoni a parte un gran pezzo, intenso anche nel testo, che parla della mancanza di futuro e del senso di inadeguatezza infuso da questi politici lontani dai problemi della gente.
Il rock più graffiante, quello simile ai primi Marlene Kuntz (ma anche Virginiana Miller), reso più vivido da alcuni inserimenti di tastiera e da un cantato più melodico di quelli delle band citate, si espande libero in tutto il disco, in particolare in episodi come "Sono Fuori" (con un inserto addirittura di un breve discorso del Beppe Grillo nazionale) e "E Noi", uno dei brani più orecchiabili del disco.
Il singolo tratto da questo self-titled è "Fiammifero", brano reduce del lavoro dei 16bit come compositori della colonna sonora del film Animanera (per Medusa, anche se non si direbbe viste le inclinazioni politiche che emergono da alcuni testi), che ricorda molto da vicino i cantati di Samuel dei Subsonica, con momenti di vicinanza anche a Max Zanotti (lo stesso accadrà nuovamente in "Baby_Queen" e "In Una Lacrima"). 
La produzione del disco è notevole, con un tocco British nei suoni pur senza scappare dai legami con l'alternative e il noise della nostra terra (soprattutto il sound delle chitarre). Ottime anche le capacità strumentali dei singoli componenti (sono un trio, che diventa quintetto per i live set), così come i testi, a tratti molto profondi, con tematiche come l'illusione della libertà, il coraggio di prendere delle decisioni, i pregiudizi, la manipolazione mediatica del nostro cervello e delle nostre inclinazioni. In sostanza un disco che percorre pregi e difetti di una nazione o, semplicemente, di noi. 
Musicalmente perfetto per descrivere le emozioni che i brani stessi vogliono infondere; un disco da centellinare attentamente dal primo all'ultimo secondo, senza mai distrarsi per neppure un istante. Ascolto fatale. Può candidarsi a disco dell'anno. 


Voto: 9-

1 commento:

philric74 ha detto...

un disco veramente emozionante, dalla prima all'ultima traccia. niente da invidiare alle più grandi rock band italiane. hanno bisogno di una grande distribuzione, perché possono diventare uno di quei gruppi che segna la storia della musica rock.