mercoledì 28 luglio 2010

Captain Beyond - Captain Beyond (Capricorn, 1972)


I Captain Beyond non sono molto famosi, ma in genere sono parecchio rispettati da coloro che li conoscono. Si tratta di un progetto che vedeva coinvolto il primo cantante dei Deep Purple Rod Evans, Larry "Rhino" Reinhardt e Lee Dorman degli Iron Butterfly e Bobby Caldwell, futuro batterista degli Armageddon. La musica presente su questo album, seppur non estremamente originale, è molto difficile da etichettare. C'è chi li ha definiti progressive rock, e, in effetti qualche costruzione prog c'è, ma per di più si tratta di hard rock un po' più complesso del solito.
Il fatto che la musica non sia estremamente originale non significa che sia banale o che sia brutta: al contrario questo album offre molteplici punti di interesse. Innanzitutto è bene notare che sebbene il disco contenga 13 tracce, in realtà i brani sono probabilmente solo 5. I Captain Beyond hanno infatti la tendenza (almeno per questo primo album) di iniziare con un tema, lasciarlo incompiuto, inserire un nuovo tema per poi riprendere quello originale.
Il primo "corpus" dell'album consiste nei primi tre brani. L'inizio è un rock tirato e trascinante con validi intermezzi chitarristici del bravo Reinhardt ("Dancing Madly Backwards (On A Sea of Air)"), per poi proseguire in una versione riarrangiata in stile quasi "southern rock" di uno dei temi "di sottofondo" del brano precedente ("Armworth") e concludersi con un finale inizialmente pacato, ma che in seguito diventa la reprise del tema iniziale ("Myopic Void"). Seguono due brani a se stanti: "Mesmeration Eclipse" e "Ranging River of Fear". Molto buono il primo, costruito su un riff grintoso e un ritmo di batteria potente, mentre un po' meno convincente il secondo, che sembra più che altro un collage di idee non portate a termine.
Il secondo corpus dell'album inizia con un intermezzo soffuso di chitarra acustica e voci ("Thousand Days of Yesterday (Intro)"), per poi esplodere in un tiratissimo hard rock ("Frozen Over") che di colpo sfocia nella "Thousand Days of Yesterday (Time Since Come and Gone)" vera e propria, che conclude anche il secondo corpus (e tecnicamente il quarto brano dell'album). Il brano, che in realtà poco nulla ha a che vedere con l'intro, confermando quindi la mia opinione che in realtà sul disco ci siano solo 5 brani, è probabilmente il momento più alto del disco. Si tratta di un rock melodico, ma allegro e spensierato dove chitarre acustiche trovano perfetta armonia con quelle elettriche.
Chiude l'album quindi il terzo corpus, quello più bilanciato tra l'immancabile hard rock e i passaggi meditativi. L'inizio ("I Can't Feel Nothin' (Part I)") è appunto un rock tirato che ricorda molto "Frozen Over", mentre completamente opposte sono le due parti di "As The Moon Speaks (To The Waves of the Sea)", quasi psichedelica e Pink Floydiana (le due parti sono intermezzate da un breve frammento intitolato "Astral Lady"). Chiude infine l'album la seconda parte di "I Can't Feel Nothin'". Un buon disco, decisamente, molto gradevole all'ascolto, che ci mostra un Rod Evans scatenato (dite quello che volete, ma la mia Mark preferita dei Deep Purple è sempre stata la prima).
Dopo questo disco i Captain Beyond espandono la loro formazione a sei e registrano "Sufficiently Breathless", disco buono, ma inferiore a questo e completamente diverso, poi Rod Evans lascia. Nel 1977 uscirà un terzo, discreto, "Dawn Explosion".

Voto: 7.5

1 commento:

romilar ha detto...

grandissimo disco, è un prog rock più hard del solito, tutti gli amanti del rock dovrebbero ascoltarlo e possederlo!