sabato 26 settembre 2009

Paramore - Brand New Eyes (Fueled By Ramen, 2009)


Terzo lavoro per il gruppo americano capitanato dalla giovanissima Hayley Williams, un traguardo importante che stronca le voci di un possibile scioglimento che giravano tra gli organi di stampa che più si sono dimostrati aggressivi nei confronti del teenager-pop-punk (definizione abbastanza riduttiva) dei Paramore. E' un lavoro onesto e personale, che lascia da parte l'eccessiva produzione del secondo disco per tornare ai suoni più ruvidi del primo disco, arricchiti dall'accresciuta confidenza che tutti i membri del gruppo (soprattutto Hayley e il batterista Zac Farro) hanno con i loro strumenti. I riff graffianti e diretti dei primi due lavori rimangono e fanno capolino, a segno di una volontà di rinnovarsi che probabilmente apprezzeremo meglio nei lavori futuri, anche alcuni pezzi acustici di matrice più pop che ancora mancavano all'appello.

L'album si apre con una combo devastante, Careful e Ignorance, tra i due pezzi più belli del disco. In puro stile Paramore, come i singoli dei due dischi precedenti che tutti ricorderete, partono a 200 miglia orarie con riff veloci e ritornelli carichi che non mancheranno di rimanervi in testa per ore anche dopo il primo ascolto (non a caso la seconda che ho citato è il primo singolo estratto da questo “Brand New Eyes”). Il disco continua con un'altra accoppiata azzeccata, Playing God e Brick by Boring Brick, commerciali al punto giusto per piacere alla fetta di pubblico a cui la band si riferisce. Apprezzabili anche i riff di Turn it Off e della potente Feeling Sorry, al primo ascolto molto simili a vecchi brani della band, ma nonostante questo non banali. Gli episodi più inaspettati del disco arrivano con le canzoni più lente, in particolare Misguided Ghosts, dall'andatura piuttosto sostenuta nonostante i “volumi bassi” che non sono una caratteristica della band (anche le canzoni che non ho citato, in particolare Where the Lines Overlap, che in rete circola da tempo, sono dotate di una potenza non indifferente), e The Only Exception, altra ballata dal sapore cantautorale che lascia spazio ad una Hayley in questo disco in forma come non mai. Il disco si conclude con l'estratto dalla soundtrack del primo film di Twilight, Decode, ottimo brano dalla base vagamente post-hardcore, ben fusa con l'attitudine pop-punk della band, preceduta da uno dei brani dai quali ci si aspetta di più in concerto, All I Wanted, con un cantato molto facilmente memorizzabile che farà partire più di qualche coro dal pubblico.

Potrete perdonarmi il quasi totale track-by-track fatto del disco? Non è questo che interessa quando una band giovanissima produce album di così pregevole fattura, prodotto in maniera veramente notevole, e con una fanbase sempre più consistente che non mancherà di apprezzare anche questo lavoro. Ad essere specifici qualche difetto lo si può anche trovare, soprattutto nella scarsa originalità che i brani più punkeggianti presentano (a livello di riff e di cantato), ma non è questo un motivo per abbassare il punteggio ad un album che non ha nessuna pretesa se non quella di puntare ad un pubblico di non-intenditori che amano riff semplici e d'impatto, cantati da ripetere ai concerti e voglia di divertirsi. Alla faccia degli esperti e degli sperimentatori, un ottimo disco da una band che di esperienza ne deve ancora fare parecchia.

Voto: 8

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