martedì 12 ottobre 2010

Diaframma Live @ Velvet, Rimini 02 Ottobre 2010 + "Quanto costa la nostra musica"

RECENSIONE a cura di ELEONORA VERRI
FOTO a cura di ELEONORA VERRI (ne trovate altre qui)
EDITORIALE a cura di EMANUELE BRIZZANTE

Premesso che chi scrive è una grandissima fan di Fiumani e la sua band, purtroppo c'è da dire che in quel di Rimini eravamo un pubblico non molto numeroso.
Il costo per entrare nel locale non era certamente a buon mercato, essendo di ben 14 euro, e questo credo abbia influito sull'afflusso di persone al Velvet.

Il concerto inizia verso le 23.30 e per una buona oretta e mezza Fiumani e soci snocciolano il loro migliore repertorio, senza quasi mai una pausa.
Vengono eseguite canzoni storiche come "Siberia", "Gennaio", "Blu Petrolio", "Vaiano", "L'Orgia", "Diamante Grezzo", "Un Temporale In Campagna" e, tra le altre, la stupenda "Caldo".
Niente da eccepire a livello musicale, sempre perfetti e senza sbavature, anzi il leader della band Federico Fiumani si scusa con il pubblico essendo non in forma a causa di un raffreddore, cosa che a mio modesto parere non ha influito per niente sul concerto.
Da notare nelle prime file del pubblico, vicino alla sottoscritta, uno scatenato Max Collini, cantante dei reggiani Offlaga Disco Pax e grandissimo estimatore dei Diaframma. 
In conclusione, per chi non ha visto un loro concerto, consiglio vivamente di partecipare almeno una volta e pollice giù alla politica dei prezzi del locale romagnolo, che si avvicina alle logiche di mercato invece che al pubblico in questi tempi di crisi.


EDITORIALE: "Quanto costa la nostra musica".
Il divertimento principale per molti musicofili resta andare ai concerti, gustarsi anteprime di dischi in live, serate in club poco blasonati ma che propongono la "giusta musica" e, perchè no, un po' di sano pogo. E cantare, è sottinteso. La vita live è però resa difficile da una serie di fattori che in questo editoriale non ho intenzione di sviscerare uno per uno, concentrandomi invece su quello che ritengo il più grave, facendo leva anche alla gradevole recensione di Eleonora sul concerto dei Diaframma.
E' possibile che un concerto dei toscani, in un locale semi-importante come il Velvet, costi 14 euro? E' possibile che un gruppo storico ma che ha sempre avuto un seguito alquanto ristretto chieda così tanti soldi da costare come band più importanti e commerciali come Le Vibrazioni, Caparezza o i Verdena? A quanto pare, per il Velvet, si. Lasciando stare le singole gestioni dei vari locali è evidente come negli ultimi mesi si stia assistendo a dei veri e propri furti ai danni dei consumatori di musica live. 38 euro per vedere Serj Tankian, oltre trenta euro per i Fear Factory, oltre 20 euro in tutti i teatri per il progetto di Manuel Agnelli Songs With Other Strangers, 46 euro "minimo" per vedere Ligabue nel prossimo tour invernale. E non solo, anche 50 fottutissimi euro per vedere i fottutissimi Kings of Leon, quasi 40 euro per i 30 Seconds To Mars e quasi 20 euro per l'anteprima del disco di Vasco Brondi.
C'è qualcosa che non va. Non mi si venga a dire che le band chiedono di più perchè "c'è la crisi" e neppure che le agenzie e i promoter dei live ne risentano. Se c'è una cosa che dal crack finanziario del 2008 ad oggi non è cambiato è proprio l'afflusso del pubblico ai concerti, sia grandi che piccoli, sempre incredibilmente grande e capace di sovraffollare locali e stadi come mai si era riuscito nella storia della musica live. Inoltre anche le piccole realtà underground stanno trovando sempre più spazio, a dimostrare che, nonostante vengano sottopagate, sui concerti si investe. Come si giustifica allora il salasso?
Semplice. Chi ha degli interessi economici in questo ha deciso di metterlo nel culo a tutti quanti, detto con molta semplicità. E' evidente che le politiche dei locali e dei grandi organizzatori di eventi siano tutte in linea con queste scelte che sono diventate un vero e proprio ladrocinio, e come avviene nei piccoli centri urbani dove alzare il prezzo del caffé significa provocare un aumento dei prezzi anche negli altri bar, la reazione a catena sta facendo sprofondare tutto ciò che riguarda i concerti in Italia. L'unica soluzione? Disertare locali, palazzetti e stadi per almeno un anno, per fargli capire cosa significa davvero "la crisi". A quel punto, forse, ci libereremo da questo peso, anche se risulta evidente, in un paese come l'Italia, come una sfida come questa, non sia alla nostra portata. Allora, riposi in pace, musica live.

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