lunedì 18 ottobre 2010

[DOPPIA RECENSIONE] Ministri - Fuori (Universal, 2010)


Tracklist: Qui 

RECENSIONI:
1. A cura di A.B. (nuovo collaboratore)

Fuori è il terzo album studio dei Ministri, gruppo punk-rock milanese, del quale colpiscono subito le tipiche armonie tormentose, i ritmi incalzanti e i testi “impegnati” sempre travestiti da una visione adolescenziale. 

Il singolo e traccia numero uno del disco (Il Sole), si presenta con un caldo rullante elettronico di batteria, sposo ideale per il groove ossessivo di chitarra. Quest’ultimo viene “rivisitato” ed inserito anche nel decimo brano (Che Cosa Ti Manca).
Nella seconda traccia (Gli Alberi) da evidenziare - noi saliremo sopra gli alberi/ sputeremo in testa a chi si avvicinerà/ guarderemo da lontano le guerre che incendieranno la nostra città - frase che mette in luce tutta la filosofia della band disposta anche a veder bruciare la propria casa piuttosto che “scendere dalla pianta”. Libertà non è stare sopra un albero.
- Noi fuori dalle radio - è lo slogan del quarto brano (Noi Fuori), - è dall’alto che inventano il pericolo - quasi commuovente sapendo che il lato oscuro della luna dei Ministri si chiama già da un po’ Universal.
Cosmiche le atmosfere create dal synth usato per accompagnare il brano numero cinque (Tutta Roba Nostra).
Nell’ottava traccia (La Petroliera), risalta la ritmica lineare di batteria elettronica; la melodia dolce e malinconica ha lo scopo di concentrare le riflessioni su di un testo nobile solo per ideali. 

Nel complesso il disco si fa ascoltare, poco impegnativo sia musicalmente che letterariamente, a portata d’ascolto dei più. 

Voto: 4  

2. A cura di Emanuele Brizzante

Il terzo full-length dei Ministri arriva come una sassata sulla testa di chi si aspettava l'album carico che le anteprime ai loro concerti primaverili ed estivi avevano lasciato prospettare. In questo "Fuori" ci sono elementi di continuità con la vecchia produzione dei Ministri (il primo disco e l'EP "La Piazza), infettata di immediatezza punk rock e testi politicizzati e diretti. Nel secondo disco, come tutti ricorderanno, il mostro Universal aveva già iniziato a mietere le prime vittime, cogliendo i tre sul fatto nel tentativo di "commercializzarsi", con alcuni brani carini ma molto più banali come "Tempi Bui" e "E Se Poi Si Spegne Tutto". L'anima di questa nuova uscita è quella più smaccatamente pop, libera da quelle finzioni che prima il trio metteva in atto per nascondere questa loro già presente attitudine, e lo dichiarano in "Una Questione Politica", il manifesto del loro cambiamento e servilismo alle logiche major che viene attestato con la frase "Si, siamo cambiati è vero". L'importante è ammetterlo, in faccia ai fans che tanto ci avevano creduto, ma che sono disposti sempre a credere a tutto quando ci sono davanti le tre giacche più famose d'Italia. Ma, piano, non stizzitevi, piacciono molto anche a me, c'è solo da ammettere in cosa pecca questo nuovo loro lavoro.

I contenuti del disco non meritano una gran discussione. I pezzi si dividono in quelli punk-rock alternativo di "Il Sole", "Noi Fuori", "Io Mangio La Terra" e "Che Cosa Ti Manca", e in quelli pop-tastieristico degli altri brani. L'impressione è che, nei brani lenti come "Vestirsi Male" e "Tutta Roba Nostra", i Ministri abbiano preteso troppo da loro stessi. E' evidente che comporre brani calmi non è il loro forte, anche se "La Petroliera" è una perla da non sottovalutare, forse tra le migliori degli ultimi due album. I testi forniscono la solita dose di qualunquismo demagogico, con la classica serie di frasi "proverbiali" indimenticabili destinate a finire su bacheche di Facebook e commenti di YouTube, pur senza capirne il significato, che non sempre hanno. E lo si vede lontano un miglio. I ritornelli sono tutti molto radiofonici: quello de "Gli Alberi" è il migliore, così come la canzone, la migliore del disco e azzeccatissima come primo singolo, il peggiore è invece quello di "Due Dita Nel Cuore", che non funziona assolutamente, condannato anche dalla parola "cacciati" che più cacofonica di così non poteva essere. L'altra faccia della medaglia è però quella di una grande interpretazione alla voce di Divi (molto più di quella mediocre al basso ovviamente), protagonista di una performance che sottolinea e valorizza pienamente il suo timbro particolarissimo immediatamente riconoscibile a chiunque ascolti il genere in Italia negli ultimi cinque anni. Pollice verso invece per alcune scelte nel sound, in primis l'eccesso di tastiere "senza saperle suonare", il tentativo di utilizzare pattern elettronici di batteria che rovinano qualsiasi canzone dove siano inseriti e un'accozzaglia veramente fanfarona di chitarre e sintetizzatori in alcune sezioni particolarmente cariche, con l'unico risultato di rendere meno potente e comprensibile la parte di canzone in questione.

Il disco funziona ma è assolutamente inevitabile notare la flessione e la diminuzione di qualità rispetto alle prime uscite discografiche. Attenzione per il futuro. 

Voto: 6.5

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Mah... chi ha fatto la prima recensione non sa scrivere (bene), e ha espresso giudizi di una stucchevole superficialità sia sulla musica che sui testi. Certo i Ministri non sono i Led Zeppelin, ma se li dovete smontare, almeno smontateli con le palle.

Brizz ha detto...

Uhm.
Io sono l'autore della "seconda" recensione. Devo ammettere che se ho scritto la mia versione della recensione è proprio perchè non trovavo così completa la prima, però essendo A.B. un nostro collaboratore gli diamo la possibiltà di esprimere tutto ciò che vuole. Dopotutto le recensioni sono punti di vista, non altro.

Ti parla un fan dei Ministri (come puoi vedere nelle recensioni degli innumerevoli concerti e dei dischi che ho recensito in passato), e ti posso dire che in questo disco la superficialità dei testi è abbastanza stucchevole, a mio avviso, quanto lo è stata la concisione di Mr. A.B. che, evidentemente, non ha gradito, per motivi personali e quindi assolutamente meritevoli almeno della riconoscenza d'essere soggettivi, il disco.
Non si può piacere a tutti. Lo devono imparare sia i gruppi che i fan, anzi prima i fans.

Detto questo più ascolto il disco più mi piace.

Brizz

daniells ha detto...

@A.B.
perdonami ma la tua recensione mi sembra molto sommaria, per nulla approfondita e anche errata.
Per prima cosa i Ministri mai si sono definiti,e decisamente non è una definizione che gli appartiene, un band "punk-rock"; in secondo luogo quelle virgolette su impegnati, mi sembrano davvero di troppo, o per lo meno da spiegare, perché chessò, prendi un brano come Vorrei Vederti Soffrire e dimmi se non è "impegnato", se poi non sai a cosa si riferisce son problemi tuoi. Ed infine "analizzare" 6 canzoni su 12 (+2), tra l'altro sbagliando anche la numerazione visto che la Petroliera è la nona traccia e non l'ottava, che è Due Dita Nel Cuore, mi sembra sintomo di poca voglia di scavare dentro un disco che nella, seppur breve, carriera della band è un punto di svolta e come minimo merita di essere smembrato e criticato, nel bene e nel male, ovviamente, in tutta la sua full-lenght.
Citare i ritornelli con questa noncuranza, poi, è un chiaro segno di quanta attenzione hai prestato a tutto il disco e di quanto tu sappia su chi sono e cosa fanno i Ministri…
Insomma, come ha già detto l'Anonimo sopra di me, se proprio li devi smontare almeno smontali con argomenti validi e con un minimo di argomentazione, altrimenti sembri solo uno che, vaiacapireperché, non li sopporta.

daniells ha detto...

@Emanuele Brizzante
se sei un fan, scusa ma non l'ho ben capito, sarai sicuramente uno di quelli a cui piace solo I Soldi Sono Finiti e che ha visto il passaggio ad una major come un tradimento intellettuale nei confronti del mercato alternativo italiano etc etc…
Ora, non sta a me giudicare i gusti, non sei solo in questa "categoria" e ci può stare tranquillamente che tu preferisca canzoni più urlate e rumorose, va bene, ma definire banale Tempi Bui e citare, cosìacaso, una frase solo per tentare di incastrarli in una chiara ammissione di colpa, mi sembra poco corretto.
È vero che sono cambiati, e sono i primi ad ammetterlo, ma questo non significa che si siano dati al pop, che oggi è diventato sinonimo di commerciale, e ti spiego subito perché.
Prendi Due Dita Nel Cuore, che tu hai liquidato con un "non funziona assolutamente", beh secondo me, che non sono nessuno ma apprezzo i suddetti musici e anche i cambiamenti, è il perfetto emblema di come siano cambiati rimanendo sempre se stessi.
Fondamentalmente questa è una canzone d'amore, ma è una canzone d'amore che solo i Ministri avrebbero potuto scrivere, ed è l'unico modo in cui potranno mai scrivere canzoni d'amore, questa, per come la vedo io, si chiama onestà intellettuale, si chiama aver iniziato un percorso, che cambierà nei modi, ma non nella logica e nelle intenzioni. Si chiama crescere musicalmente e umanamente e quindi cambiare modalità di espressione, ma finche la logica è rimanere fedeli a loro stessi, io continuerò ad apprezzarli, e se un giorno dovessero darsi al pop più melenso e sdolcinato, cosa che non penso potrà mai accadere ma valloasapere, per quanto non rientreranno più nei miei gusti specifici non potrò mai liquidarli con due parole e via.

Ora, ammetto che forse tendo ad essere un po' giustificazionista con i gruppi che apprezzo, ma credo che nel momento in cui si ama la musica, non nei generi, ma come forma di espressione, di comprensione del mondo e di se stessi, come valvola di sfogo e di riflessioni e quando un gruppo condivide tale apprezzamento a 360° tra ascoltatori e band si crea un rapporto di necessità di comprensione. I Ministri, per quello che ha fatto/scritto/detto/cantato/urlato fin qui fanno parte di quel tipo di band e non accetto che vengano sminuiti senza davvero cercare di capirne le intenzioni e i risultati, tanto più che quest'ultimo disco credo davvero abbia bisogno di tempo e di vari ascolti prima di poter essere metabolizzato e digerito.

Ultima cosa: condivido pienamente riguardo la performance di Divi, della cui voce io sono totalmente innamorata, che rispetto a Tempi Bui e già a I Soldi è migliorata tantissimo sia nell'interpretazione che nella modulazione urlato-sussurrato, binomio usato spesso in questo album che credo sia un po' ciò a cui puntassero.

daniells ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Brizz ha detto...

@ Daniells

Rispondo solo alla parte relativa alla mia recensione, punto per punto.

DISCORSO MAJOR. Leggi pure quanto ho apprezzato Tempi Bui nella recensione del 2008, è qui sul blog. Il passaggio alla major non è stato un tradimento, semplicemente però è evidente che sono cambiati verso un sound più pop e hanno sempre tentato, in interviste o altro, di fingere che non sia così. Tipica impronta major. Poi questa è una mia supposizione, quindi può non essere vera, pertanto non voglio farla passare per oro colato. Ma le recensioni esprimono le nostre idee, che possono essere date su qualsiasi aspetto della carriera di un artista. Passare a major non è un difetto, ma peggiorare dopo che l'hai fatto fa venire dei dubbi.

IL SOUND POP - Secondo me loro SONO pop già da La Piazza. Dal momento in cui Brand New li ha accettati. Sono canzoni commerciali, immediate, quella parte di alternative modaiolo che in Italia mancava e che infatti riempiono appieno. Questo nella recensione è considerato un difetto come spiegazione di un peggioramento nell'originalità e nella scelta dei suoni (troppa elettronica "banale" secondo me), ma a me, personalmente, alcuni brani più pop (vedi La Petroliera) non dispiacciono.

DUE DITA NEL CUORE - Non mi è piaciuta, non so che farci. La trovo un esempio di come non sempre utilizzando una formula che ha funzionato con altri 20 brani può continuare a funzionare. E' quella che mi piace meno nel disco, e purtroppo è un'opinione personale dettata dal mio udito e non la posso cambiare. Apprezzo la diversità delle tue opinioni dalle mie, la musica si giudica soggettivamente ed è giusto così. Probabilmente il pezzo in concerto spaccherà comunque.

TUTTO IL RESTO - Ho ascoltato una volta il disco e volevo dargli 2 su 10, alla seconda 4, fino alla decima in cui gli ho dato questo voto che vedi. Ora che l'ho ascoltato altre dieci (giuro) gli darei poco di più, ma perchè ha appunto quello scudo pop che lo protegge dall'effetto di stanca che potrebbe provocare. Io vedo la maturità della band solo in alcune scelte di altro tipo, ovvero nella promozione live e della propria immagine, ma nella musica li trovo ancora fermi a quel livello medio-basso che c'era in Tempi Bui, nel senso che i brani sono carini ma la maturità artistica non c'è. La fase è ancora pseudoadolescenziale, e lo nascondono solo i testi che hanno perso quel filo politico che faceva da conduttore, lasciando solo delle frasi messe a casaccio che non mi piacciono. E lo dice un fan dei Ministri, ripeto, e li seguirò per tutto il tour e ai concerti urlerò tutte le canzoni una per una. Semplicemente tentando di produrre un giudizio critico ed onesto del disco ho dovuto dire le cose come stavano, sempre secondo me.

Ben venga il confronto con quella parte di fan che, come te (ma non come tutti) si dimostra disponibile alla discussione democratica.

Anonimo ha detto...

Mi chiedo veramente cosa avete ascoltato dei ministri per scrivere una recensione del genere.."la petroliera, uno dei migliori pezzi degli ultimi 2 album" ???????....ma al di là dei gusti..."tempi bui" è considerato nel mondo dell'alternativa uno dei migliori album italiani degli ultimi 5 anni...e aggiungo...nessuno cita "vorrei vederti soffrire"...qualcuno si è accorto della linea melodica e del testo del finale che l'accompagna...?...

Brizz ha detto...

Gentile anonimo io dei Ministri ho ascoltato tutto e fin troppo, se leggi bene ho detto 500 volte anche nei commenti che mi piacciono un casino e se guardi nel blog ho recensito un casino di loro concerti (e ne ho visti quasi una decina ormai). Non andrei certo a vedere così tante volte un gruppo che non conosco bene...

"La Petroliera" nel disco è, secondo me, uno dei brani che funziona meglio. Non serve conoscere il resto della discografia per giudicare un brano, un brano si giudica come pezzo a sé stante e nel contesto di un disco. Giudicarlo all'interno di una discografia intera significherebbe disintegrarne il significato. Non so se mi spiego.
Facendo come dici tu ogni brano calmo di un artista che ha fatto solo casino nei dischi prima sarebbe brutto, o fuori luogo, invece non si può essere così piatti nel giudizio.

Vorrei Vederti Soffrire ha un bel testo, una buona struttura e una melodia finale PLAGIATA completamente dai Muse. Non l'ho citata solo per non abbassare il giudizio del disco che, ripeto, MI PIACE.

Jacopo Muneratti ha detto...

Posto che a me non frega niente dei Ministri e che non sono coinvolto minimamente in questa recensione, vorrei solo far notare che anche se questo disco fosse considerato un novello Dark Side of The Moon o cose così, non sarebbe un buon motivo per farcelo recensire bene se non ci piacesse.

Buona giornata!