sabato 9 ottobre 2010

Jules Not Jude - All Apples Are Red, Except For Those Which Are Not Red (US Random Calculator/Produzioni DADA, 2010)


Tracklist:
1. Run
2. Caramel Lovelypop
3. Back Tonight
4. Chance
5. Just A Girl
6. Don't Stop Your Thoughts In A Name
7. The Hospital
8. 12th January
9. Ordinary Sunshine
10. Bubabeat
11. Pathetical Lover
12. Eleven

Concordo con chi starà pensando che non è il migliore dei modi con cui iniziare una recensione, ma dopotutto bisogna ammettere che la presentazione per la stampa di questo disco dice già tutto su cosa vi si trova all'interno. Non la voglio copiaincollare, anche perchè sarebbe troppo becero, quindi vi dirò più o meno cosa si trova in questo disco facendo anche un breve riferimento alle parole con cui il gruppo stesso di definisce.

I Jules Not Jude, bresciani, hanno già un bel po' di esperienza. Il loro pop/rock tra il brit, la cantautorale e il proselitismo dei Beatles ha già colpito tutti quelli che li hanno potuti ascoltare ed il risultato più evidente è l'attenzione del grosso pubblico e della stampa che man mano sta arrivando. "All Apples Are Red, Except For Those Which Are Not Red" è un titolo alquanto simpatico, nonsense nonostante la sua formulazione non faccia una grinza. La band, nata nel 2007 con due elementi diventati poi quattro, si fregia ora di presenze notevoli anche per la registrazione del disco, che si appoggia su grandi nomi come Fausto Zanardelli, Le Man aves Les Lunettes, Freaky Mermaids, Massimiliano Tonolini e membri degli Annie Hall. Non è poco, non è poco.
L'artwork rimanda subito al concetto espresso dal titolo, con questa mela rossa che ne occupa più della metà. La confezione del deludente-formato-risparmio Digipak è riempita da un disco che, appena inserito nel lettore, ci spara nelle orecchie dodici brani (anzi undici poichè l'introduzione "Run" è considerata dai Jules Not Jude stessi una traccia a parte, nel retro del disco indicata con 00) che compattano senza pietà quell'indie-pop speranzoso quanto malinconico che ha portato lodi e glorie non solo a loro. Dopotutto da lungo tempo lo conosciamo come un genere facile da comporre, facile da ascoltare, insomma facile. Ma i lombardi sanno il fatto loro e decidono, dopo l'ottimo EP Clouds of Fish, di mescolare nuovi colori sulla tavolozza e portare sul campo strategie tecniche che suonano, ad ogni ascolto, sempre più come un calcio piazzato a chi si ponesse dalla parte dei detrattori. Si spera non esistano, perchè "All Apples... (eccetera eccetera) è davvero un ottimo disco. Il modo in cui dondola tra i suoi echi più contaminati di ragioni brit e il rock che esce all'improvviso dalla tasca delle sorprese insieme all'elettronica, che in brani come "Chance" arriva talmente dal nulla che rimanerne stupiti è più che altro il modo migliore di uscirne indenni. L'importante, direte, è la maniera in cui lo fa. E infatti lo fa bene, tutti i dosaggi sono perfetti, i synth sono molto orecchiabili dando un'aria piuttosto radiofonica a tutto il disco. La produzione, soft ma curata, fa il resto.
Ogni singolo brano dà un contributo personale e completo alla buona riuscita del lavoro che riesce a concretizzare quasi quaranta minuti di ottimo pop/rock come pochi in Italia, una vera perla anche nel suo contesto geografico (sebbene tra Brescia, Bergamo e Milano non siano poche le band che si destreggiano molto bene nel settore). Fuori da lì si fa riferimento agli episodi più soffusi degli Wilco, a Belle & Sebastian, a tutto ciò che viene dall'Inghilterra.
In definitiva, se volete ascoltare una miscela perfetta dei generi di cui sopra, con un pizzico di "easy-listening rock" sparso qua e là sotto forma di piccole piogge di distorto (o meglio di overdrive, leggerissimo per altro), non c'è niente di meglio di "All Apples Are Red, Except For Those Which Are Not Red". Se poi non vi piace, sono problemi vostri.

Ps. Il brano migliore, essenziale manifesto di tutto il lavoro, è "Just A Girl", irresistibile in ognuno dei duecentoottantaquattro secondi che lo compongono.

Voto: 8.5

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